Un grande artista, sicuramente.
Parti con "The freewheelin' Bob Dylan", un buon album ancora acustico, con la celebre "Blowin' in the wind" e qualche altra bella canzone, il tutto coronato da un capolavoro come "A Hard-Rain's-a-gonna fall".
Il Dylan del primo periodo però non mi piace troppo perché lo considero troppo bacchettone e politicizzato.
Passa quindi al Dylan "elettrico", che diede una sberla incredibile alla scena musicale mondiale pubblicando tre dei 10 album più importanti per il Rock tutto, a mio modo di vedere. A dire il vero non si trattava ancora di "Rock" nel vero senso del termine, quello nascerà solo nel 1967, pochissimo dopo dunque, le influenze Folk e Country sono ancora molto evidenti... Tuttavia, Dylan riuscì a dare una carica alle sue composizioni, a rendere adulta una musica sino ad allora da ballo come il Rock'n'Roll, cosa non da poco. Della sua "trilogia elettrica", il disco che preferisco è il primo, "Bringing it all back home" (1965), con canzoni per i tempi (e per certi versi anche adesso) al fulmicotone, tipo l'opener.
C'è ancora un'ampia presenza acustica, che sarà superata nel successivo disco sempre del 1965, altro capolavoro assoluto, cioè "Highway 61 revisited", praticamente Blues-Rock dal forte impatto emotivo. Il terzo capolavoro di fila è il disco più blasonato della trilogia, ovvero il primo doppio album della storia del Rock, cioè "Blonde on blonde" (1966), dove addirittura si intravedono tracce psichedeliche.
Il tema della trilogia elettrica è per me, anche guardando i testi, il raggiungimento della libertà rispetto ad un mondo omologante. Libertà agognata nel primo, raggiunta nel secondo, e di cui si osservano le conseguenze nel terzo.
Dopo questa fase dorata c'è un periodo di declino, che termina con l'uscita del grande "Blood on the tracks" (1975) e del buono "Desire" (1976).
Tutto il resto è prescindibile, vi sono poi una valanga di bootleg se ti interessa sentire come suonava live nel suo periodo migliore. Tieni anche presente che Dylan, trilogia elettrica a parte, può risultare indigesto (e a me un po' questo effetto lo fa) per il "Politicizzato e bacchettone" di cui ti parlavo prima, due caratteristiche che emergono in certi album.
Il suo migliori musicista è stato Michael Bloomfield, per me, spero di aver esaurito la tua curiositÃ