Che ne pensate del nuovo BtRM?
Ho avuto l'occasione di ascoltarlo qualche volta, e vorrei condividere le mie prime impressioni, che sicuramente affinerò quando avrò sentito l'album nella versione Earbook su stereo.
Dunque, l'album mi è sembrato una evoluzione di "At the edge of time" (per me ottimo): non stravolge lo stile di quest'ultimo, ma si differenzia per qualche piccola novità.
La dose più consistente di novità la si trova in "The ninth wave", canzone certo interessante, caratterizzata da una introduzione piuttosto lunga (2 min) e atipica, in cui ad un coro ben nutrito (una "Inquisition" da "Follow the blind" decisamente in grande), si innestano percussioni elettroniche (in questo mi ha ricordato anche l'intro dell'album "Nostradamus" dei Judas), le chitarre (in questa traccia con un suono molto cupo), la voce di Hansi, e l'orchestra, anche se con un ruolo non predominante. Solo il ritornello è piuttosto arioso e sembra stonare un po' con l'atmosfera generale piuttosto cupa, ma cercando di decifrare i testi sembra in effetti che quella parte sia l'unica "positiva" e ricca di speranza.
"Twilight of the gods" è probabilmente tra i pezzi più deboli del platter, ma si lascia comunque ascoltare volentieri.
Da "Prophecies", che ricorda un ibrido tra "Control the divine" e "Road of no Release", l'album inizia a prendere quota: il pezzo è tra i più piacevoli, con un pre-chorus e un chorus molto ben riusciti, e una chiusura altrettanto formidabile. Tempi medi, ma qualche accelerazione interessante.
"At the edge of time" è tra i miei pezzi preferiti: si tratta della sorella minore di "And then there was silence", per la quantità di elementi e melodie in essa contenuti (Solo non ci sono numerosi cambi di tempo, come nella precedente). Richiede molti ascolti prima di essere compresa, ma è una marcia trionfale in cui l'orchestra è predominante e molto convincente.
"Ashes of eternity" è tra i miei pezzi veloci preferiti, ma farà storcere il naso a qualche fan di vecchia data. Si tratta di un ibrido tra Fly e un pezzo speed degli esordi, con una parte corale molto melodica e decisamente "magica". Le influenze dei Queen iniziano a farsi sentire in maniera prepotente. Chiusura della canzone ancora molto in direzione "musical", per me molto interessante e atipica per i BG.
"Distant memories", la Bonus Track, è una traccia orchestrale e drammatica che permette di riposare un po' la mente (non è così densa di elementi) e spezza bene il ritmo tra la prima e seconda parte dell'album: molto interessante.
"The holy grail" è una speed song dall'inizio alla fine, molto vecchio stile se non per un chorus cantato da un coro molto epico 'The holy grail is on its way now...', con elementi di "Tales from the twilight world", in particolare da "Goodbye my friend" ('Oh Oh Oh!').
"The throne" è una traccia in cui l'orchestra e il lavoro chitarristico ritmico sono entrambi ben in evidenza. Richiede parecchi ascolti, per via di melodie non proprio immediate e orecchiabili, a richiamare alla mente certi episodi di "A night at the opera".
"Sacred mind" parte con una intro epica ed elettronica e dopo circa 1 min cambia pelle: si tratta della canzone più aggressiva dell'album, in cui le ritmiche di chitarra sono molto serrate e la performance di Hansi è decisamente sopra le righe: non lo sentivo così in forma da più di 15 anni! Ritornello ancora una volta non molto orecchiabile, ma probabilmente che ben si adatta al pezzo.
"Miracle machine" è la "Black chamber" dei giorni nostri: in questa le influenze dei Queen sono veramente forti, e altrettanto sentita è la performance di Hansi, che ben si accompagna a piano e archi. Una ballata senza influenze medievali (in questo album non sono presenti, così come le chitarre acustiche) che non si sentiva da tempo.
"Grand parade" è un pezzo in pompa magna, che mette l'aggressività da parte (a parte un pezzo verso 6 minuti e 30 da pelle d'oca), in favore di un approccio più romantico e corale: sembra quasi un gran ballo a corte.
Il pezzo più simile a questo nella carriera dei bardi è "Wheel of time", ma le differenze sono comunque molto marcate, in quanto il pezzo risulta meno epico e più avvolgente.
"Gran parade" credo possa essere veramente in grado di ampliare la base di fan verso chi ama i Queen degli anni '70 ma non ha molta familiarità col metal.
Aspetto di sentire "Doom" e di leggere tutte le note presenti sull'Earbook per avere un'idea più completa.