No Fun ha scritto:Reinhold Messner
mi vengono in mente anche, in ordine sparso
Bernard Moitessier
Pitea
Philippe Petit
Nadia Comaneci
Pelé
Carl Lewis
Muhammad Ali
Tazio Nuvolari
Vedo che la discussione langue, peccato perché è un bel thread. Io ho pensato a
Messner perché per "il più grande sportivo di sempre" ho pensato a uno sport che sia gigantesco, che metta in gioco la vita stessa. L'alpinismo lo è. E poi ho pensato a gente che abbia compiuto delle imprese sportive. Si può obiettare che per alcuni di questi non si tratti di sport. Per me sì. Sport è esplorare i propri limiti, spingersi più in là senza altro motivo che quello di provare a riuscirci, con mezzi limitati.
Quindi non sono sportivi Marco Polo, Cristoforo Colombo o Juri Gagarin. Invece Messner sì, è uno sportivo, che ha scalato per primo tutti gli ottomila, è arrivato per primo sull'Everest senza ossigeno, è arrivato per primo sull'Everest in solitaria, e tante altre imprese, riuscite o meno, vittoriose o tragiche.
Pitea è stato il primo navigatore (per quello che sappiamo) a spingersi fino ai ghiacci del polo nord. Non so se fosse un mercante ma di sicuro non si è spinto verso regioni disabitate per commerciare (nel libro The Extraordinary Voyage of Pytheas the Greek si parla di spedizioni puramente scientifiche).
Bernard Moitessier NON è stato il primo a compiere il giro del mondo in barca in solitaria senza scalo. Per questo è un mito. Dopo aver navigato da solo per anni per gli oceani con delle barche di fortuna decide di tentare l'impresa. Copio da wiki:
"mentre stava organizzando il suo ambizioso viaggio, venne indetta dal The Sunday Times nel 1968 la prima regata intorno al mondo in solitaria, la Golden Globe Race, con partenza da un qualsiasi porto inglese e ritorno dopo aver passato i tre capi. Moitessier accettò e decise di partire da Plymouth il 22 agosto 1968. Dopo aver doppiato i tre capi e superato Knox che era partito con circa un mese di anticipo ed era sempre stato primo,
con grande stupore del mondo intero, annunciò di non voler ritornare in Europa, abbandonando così la gara e le 5000 sterline del premio a vittoria praticamente sicura. Proseguì quindi la rotta meridionale superando per la seconda volta il Capo di Buona Speranza e percorse un altro mezzo giro del mondo, senza scalo.
Ho da poco comprato il suo libro, La Longue Route, in cui parla proprio di questo viaggio. Vincere la gara e quattro spiccioli o entrare nella leggenda, come dice la famosa gif?
Philippe Petit, la sua impresa l'avrete vista al cinema in quel film che fa venire le vertigini, The Walk, la passeggiata su un filo, avanti e indietro per 45 minuti, senza strumenti di sicurezza, tra le Twin Towers. È o non è uno sportivo? Boh, per me sì, ed è sicuramente più "grande" di uno che corre dietro a un pallone, secondo me, nonostante sia pienamente cosciente delle meraviglie che un grande calciatore sia in grado di fare.
Anche a
Nadia Comaneci ho pensato per la sua impresa, quindi non per una carriera, ma per una prestazione unica e irripetibile, quei 10 presi alle olimpiadi di Montreal (anche se devo dire che preferisco le performance alla trave e al corpo libero alle olimpiadi di Mosca, dove è più grande con un corpo perfetto).
Gli altri sono sportivi più "normali" ma che hanno volato per tutta la loro carriera negli alti livelli dell'eccellenza. Imprese ne hanno fatte a bizzeffe (mi viene in mente il magnifico gol del momentaneo 3 a 1 nella finale contro la Svezia, a 17 anni, di Pelé) però le conosco meno, non saprei dirne una che possa essere iconica.
In realtà ero tentato di mettere
Garrincha come più grande sportivo di sempre. Con una gamba più corta dell'altra di sei centimetri, le ginocchia storte, la schiena deformata e strabico gli fu scongliato di fare sport, e divenne uno dei più grandi calciatori di sempre. Questa è un'impresa enorme. Inoltre ha avuto una vita tragica, vissuta in compagnia di donne alcool e morte, con l'innocenza di un bambino. Però devo ammettere che le ragioni del suo fascino sono più che altro extra sportive.