di No Fun il mer mar 09, 22 2:15
Oggi sono stato dal barbiere e abbiamo discusso della guerra. Io vado dal barbiere per tagliarmi i capelli e stare tranquillo ma a quanto pare non esistono barbieri che si fanno i cazzi loro e basta. E la discussione col barbiere è sempre noiosa, perché innanzitutto il barbiere da buon bottegaio tende a darti ragione ma soprattutto io non mi sento di contraddire qualcuno che mi sta accarezzando il collo con un rasoio.
Avevo già letto i commenti nei giorni scorsi ma di fronte alla guerra mi sembrava una perdita di tempo dire la mia, per me che la scrivo ma soprattutto per chi la legge, ma questa discussione dal barbiere mi ha fatto venire voglia di scrivere. Tanto di cappello a @Beta che spesso e volentieri si espone e dice la sua.
Sul boicottaggio, secondo me boicottare come pratica individuale, di non acquistare certi prodotti, contro un’azienda è possibile, ma contro uno stato diventa complicato perché anche cose apparentemente semplici come una penna a sfera sono il prodotto del lavoro collettivo di milioni di uomini in tutto il mondo. Se il boicottaggio viene fatto con l’idea di “partecipo anch’io alle sanzioni” mi sembra allora come dire “voglio anch’io dare il mio contributo per fare del male a un russo qualsiasi”. Non mi sembra un bell’atteggiamento. L’Italia è il decimo paese esportatore di armi nel mondo, tra i maggiori acquirenti c’è l’Arabia Saudita che da anni conduce una guerra devastante nello Yemen. La boicottiamo? Boicottiamo l’Italia? Questo per rispondere a chi dice "compriamo italiano". Avete idea di quanta buonissima frutta italiana è coltivata sfruttando il caporalato? La boicottate? Tra l’altro, lo dico en passant, il bombardamento aereo fu inventato da un aviatore italiano, in Libia, nel 1911, tale Giulio Gavotti, che divenne una celebrità lanciando bombe sulle tende (e sui loro occupanti) di un’oasi libica. Non credo si studi a scuola. Dico questo anche perché ho letto in diversi commenti dei giudizi che personalmente mi fanno incazzare “gli americani sono così, i russi sono colà, gli israeliani etc.” Io, per me, mi sento dalla parte di ogni americano, russo, ucraino, israeliano, arabo etc. sfruttato e usato dalla classe dominante del suo paese. Non faccio distinzioni in base alla nazionalità.
Sulla guerra, secondo me è assolutamente comprensibile che più la guerra è vicina più ci sentiamo toccati. Ha poco senso stupirsi del fatto che la gente adesso parla della guerra in Ucraina e ad esempio dello Yemen non ne parla. Più il rombo della guerra è vicino, più fa paura. Anche perché in questa guerra è coinvolta la sfera di influenza dell’Unione Europea, nella quale viviamo e che quindi ci coinvolge, con la stampa, la televisione, i discorsi dei politici etc. etc. Però, la guerra, non è strano che accada. Basta leggersi le cifre della corsa al riarmo. Cina, Usa, Russia, Europa, Corea (nord e sud), Turchia, siamo a un picco mai raggiunto prima, la Germania, ad esempio, da pochi giorni ha votato un aumento delle spese militari e stanziato un fondo di cento miliardi di euro per gli armamenti. Quante malattie neglette si potrebbero curare con questa spesa? Invece fabbricare armi vuol dire fabbricare macerie e cadaveri, stanno fabbricando le macerie e i cadaveri di oggi e di domani. Si dice che le armi servano per la deterrenza, per prevenire la guerra. Il problema è che semplicemente questa cosa la dicono da prima della Prima Guerra Mondiale, come anche l’altra teoria secondo la quale dei paesi legati economicamente non si faranno mai la guerra perché sarebbe svantaggioso. A smentita c’è più di un secolo di massacri. La guerra è la continuazione dello scontro economico e politico per la ridefinizione e la spartizione di sfere di influenza. C’è sempre un cattivo di turno che vuole sconquassare tutto perché questo “cattivo” non è la causa dello scontro tra le potenze, ma la conseguenza: a un certo punto uno stato decide di alzare il livello dello scontro, e comincia il massacro. Ma Assad non ha cominciato il massacro perché impazzito, o Putin, o Bush, o chi volete voi. Pure i nazisti, certo, delle merde, ma non è questo il punto, il fatto è che senza l’appoggio di persone non certo “cattive”, ovvero i grandi industriali tedeschi, come Krupp che gli ha finanziato la campagna elettorale (Hitler è stato eletto democraticamente, questo per dire che essere una democrazia non pone affatto al riparo dal poter diventare una dittatura, e non erano certo “barbari” o “incivili”, i tedeschi, anzi…) senza il loro appoggio, il cattivo Hitler sarebbe probabilmente rimasto a ruttare canzoni bavaresi nelle birrerie di Monaco. E Putin è “cattivo”, ma lo era anche quando bombardava la Siria o quando mandava (giusto qualche settimana fa) i soldati russi a reprimere le rivolte in Kazakistan facendo centinaia di morti. Se però si rivolge contro la sfera di influenza europea e americana, allora le cose cambiano, e per forza. E’ normale.
Le avete viste le immagini dei morti ucraini, terribili, e forse avete letto di quel soldato russo, un ragazzino, che prima di morire manda messaggi alla madre, che pensava fosse in Crimea a fare esercitazioni, dicendo “mamma, non sono in Crimea, siamo in Ucraina, ci fanno colpire i civili, ho paura, etc.” Ne ha parlato l’ambasciatore ucraino all’Onu. Di quelle donne ucraine morte, di quel ragazzo russo impaurito mandato al fronte con l’inganno, di quei russi che vengono arrestati perché osano chiedere la fine del massacro, chi è il nemico, gente come loro di opposta nazionalità o piuttosto i potenti, oligarchi, politici, russi come Putin, ucraini come Kolomoysky, o potenti democratici e buoni come gli Europei che vendono armi a mezzo mondo e che, come ha ricordato giustamente @Beta, si giravano dall’altra parte quando a morire di freddo al confine tra Polonia e Bielorussia erano profughi Afgani o Siriani? Chi è il nemico del ragazzo palestinese mandato a fronteggiare i carri armati israeliani con le pietre? Lo stato israeliano o il politico arabo finanziato da Egitto o Iran o Arabia Saudita o (inserire nome di potenza regionale a caso) che vuole il suo pezzetto di terra sul quale governare (per conto della potenza regionale a caso, contro altre potenze regionali a caso) e che manda quel ragazzo allo sbaraglio? Per quel che mi riguarda entrambi. Chi è il nemico dei Curdi, come ricordava @DaveHC usati da tutte le potenze con l’illusione di poter avere finalmente un loro stato, che però non sarebbe che un altro stato, appunto, pronto a lottare per i suoi interessi contro altri stati? Secondo me quello che c’è da fare è far capire che queste persone sono dalla stessa parte, che quello che le divide, le frontiere, gli stati, strumenti della classe dominante, devono essere buttati nella spazzatura della storia e “finire nel museo delle antichità accanto alla rocca per filare e all’ascia di bronzo” (cit.)
"...quella voce spaventosa che urla su tutto l'orizzonte e che chiamano silenzio..." Georg Büchner, Lenz