di Vulgar Puppet il gio gen 03, 19 15:07
Mentre finisco Peaky Blinders 4 (che per ora sembra la migliore stagione della serie) faccio il punto su un altro paio di opere seriali
The Haunting of Hill House (Hill House), di
Mike FlanaganUna delle serie dell'anno. Tralasciando, in parte, la puntata 6 e l'orribile tendenza del piano sequenza nelle serie tv, Mike Flanagan ha fatto un lavoro magistrale nell'inserirsi perfettamente nell'immaginario horror moderno, con una regia ancora migliore di quella di colleghi quali Wan e Derrickson, senza però rinunciare a paure che esulino dal soprannaturale, molto più concrete, come il terrore del passato e dei rapporti familiari. Infatti la cosa che più spaventa è scoprire cosa sia successo ai legami che univano la famiglia protagonista e cosa ancora potrà succedere - non tanto chi è stato o sarà posseduto e da cosa, ma il modo in cui si sono distrutte le relazioni tra fratelli e genitori, e, più che sperare che si salvino, si desidera che si riuniscano e che tutto si sistemi e che il lutto possa essere in qualche modo superato. Infatti, sebbene la tensione sia viva dall'inizio alla fine, quello che prevale durante la visione e permane una volta terminata è la tristezza per tutto quello che è capitato ad un bellissimo gruppo di persone. Approfondimento dei personaggi impeccabile, recitazione alle stelle, fotografia da paura, musiche eccellenti. Una delle serie dell'anno, ripeto
Tokyo Vampire Hotel, di
Sion SonoSion Sono crea per Amazon un prodotto divertente e particolare, con alti e bassi quasi irrinunciabili per l'identità del suo cinema. Il formato seriale gli permette di sbizzarrirsi in tutte le possibilità antitetiche della sua arte, passando dalla smodata eleganza barocca al trash puro di effetti in CGI terrificanti. Una cosa che sbaglia, secondo me, è la protagonista, che non viene sufficientemente approfondita e che non ha una presenza fisica forte e memorabile. Mi sono innamorato di tantissimi personaggi ma non di lei, che, anche se si capisce che non la si debba considerare come il centro assoluto dell'opera, aveva bisogno di più impatto scenico. Sono comunque si diverte a citare senza paura Scarface, Kurosawa, Oldboy, Solaris con l'Ich ruf zu dir di Bach sempre presente, a creare alcune delle sequenze più belle della sua produzione (come gli accoppiamenti sessuali forzati e visionati dagli impiegati dell'hotel, o la stupenda scena iniziale al ristorante), a giocare con i cromatismi estremi di Antiporno, e arriva a tirarne fuori un prodotto di livello e godibilissimo ma non riuscitissimo nella sua pur voluta imperfezione
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