Stando a quanto riportato dal Mirror.Co.Uk, la causa del decesso di Gary Moore (scomparso domenica mattina) sarebbe imputabile ad un arresto cardiaco: la fonte dell'informazione è data dai primi risultati dell'autopsia, ricevuti ieri mattina. Pertanto sono da considerarsi sconslusionate le voci che, prematuramente e prescindendo da un'analisi medica, volevano l'artista morto per soffocamento da vomito (leggi, in questo senso, l'articolo pubblicato sul TheSun.co.uk, che a sostegno della propria tesi cita un'anonima "fonte dell'ambulanza").

Nel frattempo nel mondo del rock si sono levate diverse voci in memoria del musicista: tra queste, segnaliamo la Eagle Rock Entertainment (che ha lavorato per diversi anni con Moore), ma anche Alex Skolnik, che lo ha ricordato attraverso la sua pagina twitter, Ralph Santolla (Obituary/Deicide), Trevor White del programma radiofonico Planet Rock (cui Moore ha partecipato per alcuni anni a partire dal 2007) ed Henry Rollins dei Black Flag. Ricordi che provengono da rappresentanti di frange della musica tra loro anche radicalmente diverse, a testimonianza della trasversalità dell'operato di un chitatarrista che, per molti, è già leggenda. E siamo certi che non saranno le parole di alcuni tabloid a metterne in discussione il ricordo, la dignità e l'importanza...