Cari lettori e lettrici di Metallized,

E’ ancora con lo stupore di chi non riesce ad accettare la realtà che scriviamo questo messaggio. C’è stato un momento nel quale il normale scorrimento del tempo ha subito una improvvisa lacerazione, una rottura.
E’ normale per chi gestisce un sito mettere in conto di ricevere decine di mail al giorno, di qualunque tipo. Le persone, noi compresi, hanno tante sfaccettature ed è per questo che ci ritroviamo tra le mail dei promo in arrivo, le richieste di recensione, richieste di collaborazione o comunicati stampa di qualunque provenienza, anche richieste del tutto peculiari, come una valutazione su un disco raro, informazioni su un concerto tenutosi trent'anni fa, richieste di foto di eventi dimenticati da tutti e via discorrendo. Oltre naturalmente alle più disparate follie, perfino minacce in qualche caso.

Fa parte del gioco.

Anzi, dopo un po’ di tempo diventa un evento del tutto normale, uno come tanti. Finché, a volte, diventa chiaro che non si tratta di un evento come tanti, ma di uno molto particolare e per niente piacevole.
Vi abbiamo reso noto che un sedicente gruppo di ispirazione religiosa ha preso di mira la nostra webzine, additandoci tra i tanti, probabilmente per puro caso, come portale pericoloso, “ad alto tasso satanico”, un “vero inno alle tenebre” e via in un crescendo di affermazioni che sinceramente credevamo essere ormai fuori dal tempo e dimentiche ai più.
Non scopriamo oggi che tanti credenti e praticanti, di qualunque religione, ascoltano heavy metal, né che le forme artistiche spesso e volentieri non sono da intendersi in modo esatto, ma per quello che provocatoriamente, magari, vogliono rappresentare e sottolineare. Non è la musica il nemico, neanche quando celebra “Inni a Satana” o chiede che “tutti i cristiani siano uccisi”. Perché l’intento, in ogni caso, non è mai la violenza o l’evocazione di un potere “maligno”, quanto il contrasto e il rifiuto per ciò che domina e controlla, distorce e nega. Sia essa la religione, qualunque essa sia, piuttosto che il potere politico o quello economico. Negare questo significa negare che l’Arte possa e debba avere un ruolo di “voce critica” e di rappresentazione della realtà, magari in chiave paradossale o molto enfatica, al fine di spingere le coscienze verso un ideale di libertà e apertura mentale. L’heavy metal non è mai stato altro che una musica di ribellione, un grido inizialmente proveniente dalle periferie, dai ceti popolari, quelli che un tempo si chiamavano proletariato e che urlavano la loro esclusione dal mondo che “conta” e dalla realizzazione sociale, fino addirittura a rivendicare con orgoglio la propria diversità, la propria irriducibilità ad un sistema non condiviso e non accettato, che non coinvolge, ma esclude e crea ricchezza per pochi e povertà per molti. Una ribellione urlata, senza un vero progetto, senza una organizzazione, senza una vera socialità e per questo destinata a rimanere gesto individuale, per quanto poi un sentimento di “fratellanza” si andasse a creare all’interno di una comunità piccola, ma molto rumorosa e chiaramente identificata e marcata.
Il tempo passa per tutti, l’epoca del bigottismo sembrava passata e, d’altra parte, oggi anche i cosiddetti “metallari” difficilmente si riconoscono da quei simboli che un tempo venivano ostentati con orgoglio e senso di sfida. Come accade con tutto quello che cambia e si evolve, piano piano anche il metallaro è divenuto parte dello “scenario” complessivo, in una posizione sempre più residuale, cacciato dai media, cacciato quasi totalmente dal mercato discografico delle major. Sarà forse anche per questo che i portali su web sono divenuti oggi così seguiti e importanti: perché la comunità, per quanto dispersa e ridotta, esiste ancora ed ha comunque bisogno di luoghi di aggregazione, scambio di opinione, confronto e incontro. Con tutto quello che consegue.
Sarà per questo che oggi qualcuno ritiene che un portale di musica metal possa diventare un obbiettivo, un qualcosa da abbattere.

Forse molti di voi si sono accorti che negli ultimi tempi, in più occasioni, il nostro portale non è stato raggiungibile o fosse estremamente rallentato. Eventi questi che si sono ripetuti per giorni e che noi stessi non siamo stati capaci di risolvere, pur avendo più volte contattato il nostro host, fino a quando non è stato evidente che qualcuno stava deliberatamente cercando di danneggiarci con attacchi e tentativi di hackeraggio. Allo stesso tempo, molti di noi in seguito al bando recentemente chiuso per la ricerca di nuovi collaboratori, hanno cominciato a ricevere mail intimidatorie o comunque piuttosto inquietanti. Abbiamo lavorato duramente per cercare di fermare questi attacchi, fino al punto di domandarci se non fosse il caso di escogitare provvedimenti più duri.
Questo finché non è comparso on line il manifesto di questa fantomatica associazione, la AAMEN, e il nostro sito ha cominciato ad essere bombardato da messaggi più o meno deliranti. Pur avendo provato più volte a bannare gli indirizzi IP di questo/questi commentatori, il risultato è sempre stato temporaneo, a conferma che non si trattasse di un esaltato isolato, ma di un gruppo in qualche modo organizzato. Contemporaneamente, la quantità di mail aggressive è aumentata in maniera esponenziale, tanto da renderci difficile anche solo smaltire la posta realmente inviata alla webzine, costringendoci a continue operazioni di pulizia delle nostre caselle.
La situazione può sembrare paradossale, ma proprio per questo, in attesa di capire quali potessero essere le mosse, anche per vie legali, da intraprendere, abbiamo preferito dare conto con una notizia pubblica dello stato delle cose, in maniera il più possibile neutrale e senza entrare troppo nel dettaglio; non fosse altro, che per avvisare voi utenti di quanto stava accadendo, in modo che sapeste di questo attacco nei nostri confronti. La cosa ci si è perfino ritorta un po’ contro, dato che non potendo né volendo intervenire direttamente nei commenti, onde evitare di creare ulteriori bersagli per lo spam via mail e/o per evitare di danneggiare la nostra strategia legale, giustamente qualche lettore ha avanzato dubbi in merito alla reale consistenza di questa situazione. Il dubbio è lecito, purtroppo per noi è stato un duro colpo essere ulteriormente accusati di voler sciacallare letture mentre dall'altro lato venivamo attaccati pesantemente via mail e via web, addirittura sulle fondamenta informatiche del sito. Sinceramente, ci ha stupito e ferito un simile atteggiamento da parte di alcuni lettori, anche se di fatto qualcuno si ritiene sempre più furbo degli altri e deve cercare per forza il marcio, per malizia o chissà cos'altro.

Purtroppo, come abbiamo scoperto ieri, la situazione era solo destinata a peggiorare.

I nostri legali ci hanno infatti informati nella giornata di ieri, dell’avvenuto deposito di una denuncia nei confronti del nostro sito, nei confronti di alcuni redattori, tra cui tutti i Capo Redattori, del Webmaster e di alcuni redattori autori degli articoli indicati nel “libro nero” sulla pagina dell’AAMEN.
Si tratta come potrete capire di un atto del tutto inaspettato e che ci lascia davvero senza parole. Incitamento al suicidio, blasfemia, bestemmia, circonvenzione di incapace, diffusione di materiale pedopornografico. Queste le accuse che ci vengono rivolte e delle quali siamo chiamati a rispondere.
Nei quindici anni di vita di Metallized, potevamo dire di aver visto veramente tutto, ma ci sbagliavamo. Quello che sta accadendo in questi giorni va oltre la nostra capacità di accettazione e va oltre quello che un hobby non retribuito come quello che portiamo avanti dovrebbe richiedere. Molti di noi hanno un lavoro vero, una famiglia e tutto questo è davvero assurdo.
Semplicemente, non possiamo e non vogliamo accettare che una cosa del genere stia accadendo realmente.
Per questo e in accordo con i nostri rappresentanti legali, abbiamo deciso di sospendere ogni attività del sito e di non pubblicare niente altro dalla pubblicazione di questo annuncio e finché le cose non si saranno sgonfiate definitivamente o, al peggio, di chiudere definitivamente l’esperienza di Metallized, se la questione non fosse risolvibile in tempi brevi.

Ci sembra l’unico gesto possibile per non rinnegare quanto fatto finora, ma al contempo sancire la nostra totale insofferenza rispetto a questa situazione assurda, intollerabile, inaccettabile.
Speriamo di potervi presto dare degli aggiornamenti positivi in merito, ma per adesso l’unica cosa che possiamo fare è salutare tutti i nostri lettori, ringraziarli per questi splendidi anni e, soprattutto, non ce ne vogliate, ringraziare tutti i redattori di Metallized, presenti e passati, per quindici anni di passione condivisa e contributo libero e gratuito alla comunità metal italiana ed internazionale.

Lo Staff di Metallized