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21/03/24
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LEPROUS: presentano il live video di ‘‘The Sky is Red’’
04/07/2020 - 15:11 (961 letture)
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I Leprous hanno reso disponibile, tramite il canale YouTube di Inside Out Music, il video che riprende la band impegnata a suonare The Sky is Red dal vivo a Lisbona.
La canzone è estratta dall’ultimo album della band norvegese, Pitfalls, pubblicato da Inside Out Music lo scorso 25 ottobre 2019, su cui compariva come traccia di chiusura.
La performance del gruppo è visibile di seguito:
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Thanks, lo leggerò volentieri! |
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Adepti della Chiesa del Metallo (Arcana Edizioni) |
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@Rob Fleming, il problema non si pone solo con il rock. Tu ce la vedresti una Susanne Sundfor fare successo in Italia (se non la conosci, cerca The Silicone Veil)? O anche solo un'Aurora, che è più commerciale.Il mainstream italiano è poco vario e i discografici hanno poca voglia di osare al di fuori delle mode. Il rock e il metal sono i macrogeneri più colpiti da questo sistema, ma anche il pop non se la passa bene. @Raven, qual è il titolo del libro? Sembra molto interessante. |
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"Albori della Repubblica" è inteso come avvio del processo che ha portato alla Repubblica stessa, cioè l'Unità d'Italia. |
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Ho affrontato anche questo argomento, ma non posso fare copia incolla del libro e poi siamo OT. Potete aprire un topic nel forum, però. |
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Quello che scrivi @Raven è purtroppo corretto (a parte il refuso sugli albori della Repubblica visto che nel 1865 si può parlare di Unità di Italia). Però a mio avviso c'è un Però. È vero che da un lato l'istruzione in Italia è tale che le discipline artistiche e musicali in particolare non sono minimamente paragonabili a quelle del nord Europa. Però abbiamo anche il tragico esempio di un Francesco Renga che nell'ambito del rock ce l'aveva fatta, ma ha optato per la più becera, soporifera, musica tipicamente all'italiana. Così come il celebre terzetto Il Volo costituito da ragazzi giovani, dotatissimi, che non hanno nessunissimo interesse in una musica che non sia diversa da quella tradizional popolare che riprende gli stemmi del Bel Canto figlio della lirica al servizio però di che cosa? È ancora ammissibile parlare di casalinghe, massaie...? Diciamo piuttosto che è proprio l'Italia, l'italiano, che è quanto di più distante dalla sensibilità e rock rispetto al nord Europa. Peccato. Perché oltre ad un Vasco (grandissimo sino al '92) e a un Ligaube (bollito da decenni) non andiamo molto oltre (Zucchero non so. Fa qualcosa di diverso copiando se mi è concesso l'ossimoro. E comunque non si può parlare nel loro caso di giovani visto che è un passato i 60 più o meno) |
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Grazie per il contributo, Raven, è interessante. Sai per caso (magari ti ci sei imbattuto per le ricerche necessarie a scrivere il libro) quali altri Paesi, limitandoci alla vicina Europa, hanno questo tipo di investimenti e finanziamenti sostanziosi dedicati al mondo artistico? Sarebbe interessante fare un rapporto (che qui esprimo in maniera casereccia) "Stati che investono in Arte e musica/band di successo internazionale prodotte", anche se probabilmente un discorso del genere andrebbe differenziato nel tempo, magari prendendo in considerazione solo il decennio o i decenni più recenti. |
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Scusate si mi auto cito, ma ho usato proprio la Norvegia come pietra di paragone con L'Italia nel mio ultimo libro: "Le ragioni
di queste differenze sono come indicato, di sistema, con un’organizzazione sociale che in certe zone del globo reputa l’arte come qualcosa
da incentivare e sostenere a livello statale e non crea alcuna barriera di genere e altre come l’Italia dove per ragioni storiche dovrebbe
essere promossa ai massimi livelli, mentre nella pratica il concetto che “Con l’arte non si mangia” è stato sostenuto fin dagli albori della Repubblica. Precisamente dal 24 aprile 1865, quando Francesco De Sanctis,ministro dell’Istruzione nel 1861, invitò dalle pagine del giornale
«L’Italia» il suo successore Giuseppe Natoli ad allontanare le sirene di materie “superflue” come la musica, poiché “non producono valentuomini,
ma buffoni”. Un Paese in cui secondo il testo L’educazione artistica e culturale a scuola in Europa promulgato dall’Agenzia Esecutiva
dell’Unione Europea per l’Istruzione nel 2009, il nostro Paese non rientrava nel novero delle nazioni che “hanno politiche specifiche o iniziative volte a dotare le scuole di risorse elettroniche usate per migliorare l’insegnamento delle materie artistiche [... Ilfattoquotidiano.it ha pubblicato il 29 gennaio 2017 un’intervista di Gianmarco Aimi a Simone Tosca, importante
esponente della corrente dell’arte sonora digitale trasferitosi in quel di Oslo, dove poi è diventato anche dipendente del dipartimento
di conservazione del Museo Nazionale, il quale era partito dopo avertrovato tutte le porte chiuse in Itali [...] "Agli artisti norvegesi il mercato interessa poco. Generalizzando, hanno un forte senso dell’etica, quindi mischiare arte e mercato significa un po’compromettersi. Un’idea allo stesso tempo old-fashioned e terribilmente attuale. Non hanno una reale urgenza di iniziare a collaborare con gallerie
private a fini commerciali, visto che lo Stato fa molto per supportare il loro lavoro. E questo, paradossalmente, è un enorme vantaggio rispetto
all’Italia per un successivo ingresso nel mercato […] Il sistema di supporto e finanziamento alle attività artistiche e culturali è invidiabile.
Ci sono laboratori e atelier che vengono messi a disposizione degli artisti, si punta molto sull’aggregazione e la condivisione, se hai un progetto valido ci sono concrete possibilità di ottenere fondi. Non solo per le arti visive, ma anche per quelle performative come danza, teatro, musica e cinema. Ed è logico – prosegue Simone – perché ci sono forme di espressione artistica che non hanno la possibilità di incontrare oggi i favori del grande pubblico e senza finanziamenti sparirebbero, quando magari tra trent’anni potrebbero essere riconosciute e apprezzate" [...]
Contando su un’economia sana che consente di sostenere tasse altissime che poi vengono usate anche per questo, guardando sempre avanti e non escludendo concettualmente ciò che adesso non è di moda, ma scommettendo sul futuro a lungo termine, la Norvegia è un modello cui raffrontarsi è doloroso. Quanto sopra la porta difatti ad avere un numero altissimo di giovani che si dedicano all’arte e alla musica anche lontanissima dal nostro concetto di mainstream i quali, potendo contare su una sicurezza economica e costituendo un serbatoio di “praticanti” estremamente vasto, porta per la legge dei grandi numeri all’ottenimento di una quantità enorme di musicisti e band internazionali di ogni genere in rapporto alla popolazione. (Fine OT) |
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valfar, i Norvegesi riescono a eccellere in qualsiasi genere. Progressive metal? Black metal? Gothic metal? Rock? Jazz? Pop? Musica elettronica? Non importa, spaccano comunque. Strabiliante. |
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perchè i musicisti norvegesi hanno un livello tecnico cosi alto? non riesco a spiegarmelo..... |
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Ovviamente l'album è bilateral non binaural...sorry |
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Pezzo incredibile, e loro davvero bravi.
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Visti dal vivo al traffic un paio di anni fa. Nonostante il considerevole malus di un'acustica al limite dell'intollerabile fecero un concerto stratosferico, tra le migliori performance live cui mi sia capitato di assistere. Eseguirono forced entry da binaural a una volta e mezzo la velocità del disco: il brano paradossalmente guadagnò in compatezza senza risultare una sterile esibizione di tecnica. Sono delle macchine, ma con un feeling caldo unico. Se vi dovesse capitare andate a vederli...valgono sempre il prezzo del biglietto |
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Perfezione incredibile. |
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