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Slough Feg - Digital Resistance
( 2468 letture )
La band di cui ci occupiamo oggi è quantomeno eclettica e particolare. Nati dall’indipendentissima mente di Mike Scalzi nel 1990 a San Francisco, gli Slough Feg si sono sempre distinti grazie ad uno stile che miscela con particolare perizia l’heavy metal più tradizionale ad elementi derivanti dal folk celtico, il tutto edulcorato da testi profondi e ispirati alla mitologia nordica. Infatti è proprio da qui che la band prende il suo monicker, utilizzando il nome di una creatura leggendaria presente nei poemi epici e mitologici irlandesi. Dopo cinque demo pubblicate nei rispettivi primi anni Novanta, la band esordisce nel 1996 con il brevissimo The Lord Weird Slough Feg, guadagnandosi la reputazione di “band che San Francisco ama odiare”, visto il loro trend particolare e perennemente in controtendenza rispetto a ciò che richiedeva la musica metal in quel periodo. Nel 2014 giungono alla pubblicazione del loro nono album, grazie all’accordo con Metal Blade Records che vede anche la ripubblicazione di tre classici della band. Quest’ultima fatica, intitolata Digital Resistance, fortunatamente non risente del passaggio a un’etichetta di tale livello, mantenendo intatta la forte convinzione indipendente del leader Mike Scalzi, da sempre un forte esponente dell’underground e della composizione di ciò che egli apprezza musicalmente, fregandosene altamente di mode e dati di vendita.

Il tipico sound della band infarcito da elementi folk è, ancora una volta, preponderante dalla prima all’ultima traccia. Sull’introduttiva Analogue Avengers - Bertrand Russell’s Sex Den, l’evocativa voce di Mike Scalzi spicca su un tappeto ritmico di ottimo livello, con un Harry Cantwell in grande spolvero dietro le pelli. La successiva title-track introduce ulteriori elementi settantiani, con un riffing chitarristico di chiara ispirazione ai Rainbow di Ritchie Blackmore. Non mancano, ovviamente, elementi più acustici come l’epico arpeggio di Habeas Corpsus, così come sono presenti alcuni riffing più “progressivi” in pieno stile Rush (Magic Hooligan). Per tutta la riproduzione del disco, permane l’immanente sensazione di una ricercatezza sonora esclusivamente volta alle preferenze del mastermind, che si manifesta con l’inserimento di elementi folkeggianti, epici e progressivi a piacimento, confermando ancora una volta il filone da sempre intrapreso dagli Slough Feg. La durata media dei brani, intorno ai quattro minuti, unita alla qualità mai noiosa del platter, offre una longevità di alto livello, con l’apprezzamento che cresce sin dai primissimi ascolti. Da segnalare, oltre alla valida sezione ritmica e alle liriche come sempre di ottimo livello, alcuni solismi decisamente apprezzabili, come in Laser Enforcer, The Price Is Nice e nella conclusiva Warrior’s Dusk, a coronare l’ennesimo lavoro di buon livello che il folkeggiante Mike Scalzi offre alla nicchia d’irriducibili sostenitori del verbo targato Slough Feg.

Sostanzialmente, ci troviamo di fronte al classico disco della band che San Francisco ama odiare. Non vi è alcun sconvolgimento, nessuna sorpresa, nessun cambio di registro: ci troviamo di fronte a un lavoro 100% Slough Feg, come sempre. La produzione è curata, attenta ad ogni dettaglio e in grado di far risaltare tutti gli strumenti, aggiungendo una sfumatura delicata per le enormi influenze epic e folk del genere, pur senza mai dimenticare che il disco è sostanzialmente heavy metal. Le chitarre svolgono con perizia il loro lavoro, intessendo riff dal sapore folkeggiante, unito a marcate influenze di scuola settantiana; le vocals di Mike Scalzi si confermano ancora una volta in una prova solida, dal forte sapore evocativo e dalla timbrica coinvolgente; la sezione ritmica lavora al servizio del mastermind e delle sue sei corde, senza tuttavia risparmiarsi e limitarsi al classico “compitino”; resta da sottolineare, infatti, la buonissima prestazione del drummer Harry Cantwell, sempre sugli scudi qualsiasi sia l’inflessione richiesta dalle caratteristiche del singolo brano. Se state leggendo questa recensione potreste esserci finiti per caso senza conoscere la band, incuriositi dalla cover o dal nome particolare, così come potreste rientrare nella categoria di nicchia di fan di vecchia data del quartetto americano. Qualsiasi sia la categoria in cui vi identificate, il consiglio è sempre lo stesso: date un ascolto a questo album, perché, nella sua immancabile aura underground, possiede un gran fascino. Come tutta la discografia degli inossidabili Slough Feg.



VOTO RECENSORE
74
VOTO LETTORI
86 su 7 voti [ VOTA]
flaca
Mercoledì 19 Febbraio 2014, 17.54.57
2
Da amante del Folk celtico, non so se gradisco moltissimo questa versione heavy, comunque l'originalità del genere e la bontà del disco meritano l'ascolto. Voto 70.
freedom
Mercoledì 19 Febbraio 2014, 15.35.53
1
Qui siamo sempre su ottimi livelli. Voto 78.
INFORMAZIONI
2014
Metal Blade Records
Heavy
Tracklist
1. Analogue Avengers - Bertrand Russell’s Sex Den
2. Digital Resistance
3. Habeas Corpsus
4. Magic Hooligan
5. Ghastly Appendage
6. Laser Enforcer
7. The Price Is Nice
8. Curriculum Vitae
9. The Luddite
10. Warrior’s Dusk
Line Up
Mike Scalzi (Voce, Chitarra)
Angelo Tringali (Chitarra)
Adrian Maestas (Basso)
Harry Cantwell (Batteria)
 
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