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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Mantar - Death By Burning
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( 2995 letture )
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L'entusiasmo è un ingrediente fondamentale ed imprescindibile per poter produrre arte. Nulla (o quasi) nasce dal caso, per un fortuito ed improbabile verificarsi di eventi apparantemente inconciliabili. Quando accade, si viene a creare qualcosa di leggendario, tramandabile alle future generazioni di artisti e sognatori. Nel restante 99,9% dei casi, esso non basta a garantire dignità e successo.
È il caso dei Mantar, duo death/sludge turco/tedesco al primo episodio discografico; death metal sì, ma con molteplici influenze, tra cui persino black metal e hardcore punk. Questo almeno nelle note biografiche della band, la quale non risparmia - e qui torniamo al discorso di poc'anzi - entusiastiche presentazioni del proprio operato, promettendo fuoco e furore a più riprese; Death By Burning però, non è certo un capolavoro. I tre quarti d'ora di cui si compone quest'album sono un’accozzaglia di generi, mood e stili che non riescono ad impressionare, né a fondersi omogeneamente. Le idee di fondo non mancano del tutto: tracce come l'opener, Astral Kannibal, Swinging The Eclipse presentano delle sezioni aggressive quantomeno gradevoli, arricchite da cambi di tempo certo apprezzabili, pur non riuscendo minimamente a farsi ricordare o a stimolare un nuovo ascolto, complice anche l'esiguo minutaggio che per il genere non rappresenta un vantaggio in tal senso, anzi. La sensazione di trovarci davanti a tanti piccoli filler inseriti alla bell'e meglio non si eclissa procedendo con l’ascolto, specialmente considerando il platter nella sua totalità, ma l'ultima traccia, March Of The Crows , rappresenta un'eccezione: sette sono i minuti che la compongono e qualche sprazzo di originalità filtra dal buio pesto che ha imperversato fino ad ora, manifestatosi. Nulla per cui gridare al miracolo, comunque, pagine simili e indubbiamente superiori sono già state aggiunte al luculliano libro della Musica. Una particolarità (forse l'unica...) è la totale assenza di basso: la band prepone di affidarsi solamente a voce, chitarra e batteria. Scelta ingrata che non giova al già poco nitido e caotico sound generale; la produzione, complice sicuramente la natura del lavoro, non è certo una gioia per l’apparato uditivo. Gli strumentisti presenti non brillano per tecnica o capacità compositiva, dispensando un compitino decoroso ma privo di chissà quale fantasiosa ricerca artistica. Ulteriore nota dolente: il cantato. Un growl davvero fiacco e sforzato che diviene sempre più fastiodoso mano a mano che il disco prosegue; un particolare di primaria importanza che penalizza la già non brillantissima prova del gruppo.
Un debutto poco audace, privo di mordente e di idee folgoranti; per ora i Mantar sono bocciati, con l'augurio e la speranza di un futuro più roseo e fecondo di raggiante ispirazione.
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5
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Ciao! Eh eh Sono d'accordo con il contrario di quello che è scritto: la durata non eccessiva va benone, la presentazione arrogante di se stessi è un'audacia motivata dall'entusiasmo, dalla voglia di spaccare e, cosa fondamentale, questo entusiasmo si sente nella musica di questo disco! Bene l'assenza di basso anche se adoro il basso, mi piace chi cerca di scarnificare la musica all'essenziale togliendo qualche strumento senza perdere in efficacia. Mentre lo ascoltavo inoltre pensavo: oh! Finalmente un cantato come piace a me, bello rauco soffocato sgolato, non cavernoso (il growl vero e proprio mi piace nel death dove è contenuto dalla furia degli altri strumenti, in altri generi, a parte eccezioni, tende a straripare). Giusto invece il voto, un'insufficienza che permette a questo debutto arrogante di non montarsi la testa e ai due di non fare la parte dei secchioni ma quella dei casinari che stanno nei banchi in fondo... |
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4
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Ma lo avete ascoltato bene il CD? Secondo me merita di brutto! Finalmente qualcosa di diverso. Sono solo in due e spaccano di brutto. voto 75 |
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3
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Disco incredibile, molti siti lo mettono addirittura tra i migliori dell'anno... un motivo ci sarà. Non capisco perché gli tirate una cinghiata del genere. |
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2
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Il disco non merita meno di 70. Non sono d'accordo minimamente con il recensore. |
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1
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Sulle note non troppo convincenti dei Mantar comincia l'avventura di Manuel, a cui do il mio caloroso benvenuto a bordo di Metallized. Benvenuto a bordo! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Spit 2. Cult Witness 3. Astral Kannibal 4. Into The Golden Abyss 5. Swinging The Eclipse 6. The Berserkers Path 7. The Huntsmen 8. The Stoning 9. White Nights 10. March Of The Crows
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Line Up
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Hanno (voce, chitarra) Erinc (voce, batteria)
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RECENSIONI |
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