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SLAUGHTER CLUB, VIA A.TAGLIABUE 4 - PADERNO DUGNANO (MI)

Elisa Over - Leaves and Blood
( 2620 letture )
Per tutti coloro che seguono con particolare interesse la scena metal italiana, il nome Elisa Over non è sicuramente nuovo. Dapprima lead-singer tra le fila dei White Skull, nel periodo caratterizzato dal buonissimo Forever Fight, quindi carismatica frontwoman della thrash metal band Spidkilz con cui ha pubblicato il primo full-length nel 2013, intitolato Balance of Terror e per mezzo del quale ha reso pubblico tutto il suo personale apprezzamento per la storica scena della Bay Area. Valvole degli amplificatori incandescenti, drumming compatto e vocals grintose e potenti, sono stati gli elementi portanti delle svariate band di cui Elisa ha fatto parte, ponendo le basi per una caratteristica stilistica ben definita. Malgrado tutto ciò, la sua visione musicale non si è mai basata esclusivamente sul potentissimo thrash americano ma possiede radici più profonde, cresciute insieme a lei. La dimostrazione di questa caratteristica peculiare della sua vita musicale si chiama Leaves and Blood. Scordatevi il gain a undici, dimenticatevi le incalzanti cavalcate di batteria o le potenti vocals grintose e graffianti; in questa prova, Elisa Over ci offre il suo “white side”, la parte più delicata e passionevole della sua vita artistica. Il contenuto musicale di Leaves and Blood non è interamente parte di un progetto recente, ma si tratta di una summa dell’intera concezione acustica di Elisa, sin da quando ha cominciato a prendere lezioni di chitarra dal ragazzo di sua sorella Monica, all’età di sedici anni. Per molti anni della sua carriera, l’idea di produrre un disco acustico è stato solo un sogno, divenuto recentemente realtà grazie alla collaborazione con l’etichetta romana L.A. Riot Survivor Records (sotto la quale è stato distribuito anche l’esordio degli Spidkilz), che le ha permesso di elaborare e comporre un intero album “low gain”, portatore di tutte le sue influenze giovanili e della passione per questo tipo di musica soffusa e delicata.

Una delicata chitarra acustica, la voce melodiosa e scevra della grinta caratteristica e alcune percussioni aggiunte dalla stessa Elisa Over sono i soli elementi caratteristici di un disco volutamente minimalista dal punto di vista strumentale, ma sentito e profondamente emozionante nel risultato complessivo. Le influenze del risultato finale sono molteplici: si passa dalle storiche ballad del duo Simon & Garfunkel, alle melodie degli Eagles, sino a giungere qualche particolare assonanza con la soave timbrica vocale di Candice Night, dei Blackmore’s Night. Il disco si apre proprio con un brano che richiama lo stile del progetto folk-medievale dello storico chitarrista dei Deep Purple: Leaves On My Body si presenta con un arpeggio delicato, accompagnato dalle leggiadre tracce sovrapposte delle vocals riverberate, introducendoci con una certa dose di cautela a questo nuovo lato discografico di Elisa Over. Per quanto le undici canzoni del disco siano esclusivamente acustiche, gli arrangiamenti e le soluzioni vocali della cantautrice torinese offrono sempre una sfumatura differente, caratterizzando ogni brano con personalità, quasi a mostrarci più sfaccettature di un singolo concept sonoro. Gli accordi melodici di Crazy Wind e l’andamento più sostenuto di Naughty -edulcorato da alcuni slide dal sapore country- fungono da filo conduttore di un percorso melodico ricercato e curato in ogni dettaglio, offrendo quello spunto easy-listening necessario per far sì che i brani restino in testa all’ascoltatore, senza tuttavia mai scadere nella banalità fine a sé stessa. Durante la registrazione Elisa si diletta anche con le percussioni, presentandoci un brano come My Kingdom che recupera il canovaccio del pezzo d’apertura con l’aggiunta di sfumature maggiormente esotiche. Alla fine ci troviamo di fronte un disco di tre quarti d’ora che scivola via senza peso, leggero e consistente allo stesso tempo, in grado di accompagnarci nelle giornate in cui vi è la necessità di abbassare il gain e gustarsi melodie più soffuse. Tra i tenui arrangiamenti di Pages for Fools e l’allegra spensieratezza di Angel (uno dei brani più catchy e coinvolgenti del lotto) si giunge sino alla strumentale conclusiva Rane, caratterizzata da un arpeggio malinconico, un triste commiato da un disco che ha saputo riassumere un’intera schiera di stati d’animo durante la sua riproduzione.

Alla fine, malgrado le dovute premesse sulla natura acustica dell’album, durante il primo ascolto ci troviamo di fronte ad un'inattesa Elisa Over. Abbandonati il riflesso cremisi delle valvole degli amplificatori, le vocals pregne di grinta e i bpm da cardiopalmo, la cantautrice si confronta con un nuovo mondo artistico, precedente al tanto amato thrash made in U.S.A. I richiami al folk-rock settantiano sono preponderanti e offrono un canovaccio di base su cui Elisa riesce a spaziare con naturale qualità. Nella sua interezza, Leaves and Blood appare come un singolo concept artistico ben definito che viene splendidamente analizzato da più prospettive, costruendo un mosaico acustico scevro dalla mediocrità e dalla convenzionalità di buona parte degli odierni propositori di tale genere. L’album -come ogni altra pubblicazione artistica di Elisa Over- è dedicato alla sorella Monica, prematuramente scomparsa negli anni novanta; una dedica dal profondo valore emotivo per un disco fortemente sentito e genuino nelle sue note, nei suoi arrangiamenti e nelle sue liriche. Qui dentro non troverete pesanti distorsioni, accordi ossessivi e riffing cruenti, così come non verrete travolti dalla grinta rabbiosa delle corde vocali di Elisa Over; tuttavia, se amate la musica passionale nella sua accezione più pura e non siete stolidi possessori di paraocchi metallici, in questo Leaves and Blood potreste trovare molto di più: la pura e semplice passione di una ragazza di sedici anni alle prime armi con una chitarra acustica, perfezionata dall’esperienza di una vita artistica decennale e variopinta, con l’aggiunta di tutta la maturità che un’avventura tale comporta.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
65.05 su 17 voti [ VOTA]
Voivod
Giovedì 24 Aprile 2014, 10.29.00
2
L'album che non ti aspetti! Passare dal thrash degli Spidkilz a questa raccolta di song di folk bucolico è eclettismo puro!
Galilee
Martedì 15 Aprile 2014, 21.39.55
1
Cosa sono sti votacci? Il disco si ascolta che è un piacere. Brava Elisa e bravo Monky per la bella recensione. Fatelo vostro non vene pentirete.
INFORMAZIONI
2014
L.A. Riot Survivor Records
Folk Rock
Tracklist
1. Leaves On My Body
2. Crazy Wind
3. Naughty
4. My Kingdom
5. Solitary Fields
6. Black Nightmare
7. Ballad of Shadows
8. Pages for Fools
9. Angel
10. Woods
11. Rane
Line Up
Elisa De Palma (Voce, Chitarra, Percussioni)
 
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