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TRAFFIC CLUB - ROMA

Dark Lunacy - The Day of Victory
( 6146 letture )
Nella recente intervista concessa alla nostra webzine, Mike Lunacy, fondatore degli emiliani Dark Lunacy, aveva dichiarato a proposito del loro più recente album:
Nel prossimo album ci sarà un ritorno preponderante alle atmosfere russe di The Diarist, alle melodie malinconiche di Forget Me Not, troveremo gli arrangiamenti di Devoid e la romantica freddezza di Weaver Of Forgotten… ma non aspettarti una mescola di ciò che ho appena descritto. Il nuovo album ha una personalità assoluta. [...] Il concept, poi è particolarmente difficile da metabolizzare al primo impatto e di certo farà parlare di sé.
Ebbene, signore e signori, in questa recensione posso dirvi che The Day of Victory, l'ultimo nato in casa Lunacy, è esattamente come Mike l'ha descritto: una sorta di compendio del meglio che la band abbia mai fatto finora, ma allo stesso tempo un passo irrinunciabile nell'evoluzione del complesso ed un importante traguardo dal punto di vista della propria maturità artistica, sia musicale che per quanto concerne l'approccio lirico.
Dal punto di vista della line up possiamo constatare come la band sia oramai un quartetto, dal momento che ad occuparsi delle chitarre è rimasto il solo Daniele Galassi; inoltre, con The Day of Victory entra definitivamente in formazione il talentuosissimo bassista Jacopo Rossi, già da tempo partecipante all'attività live dei Dark Lunacy, in vece dell'altrettanto eccellente Andy Marchini (bassista noto per la militanza nei Sadist, la cui performance è ascoltabile su Weaver of Forgotten del 2010). Nel disco compaiono poi diversi ospiti, tra cui Paolo Ojetti degli ormai sciolti Infernal Poetry, nel ruolo voce addizionale. Il quadro complessivo, dunque, è da questo punto di vista decisamente positivo e fa piacere constatare come la musica sia assolutamente all'altezza delle aspettative.

The Day of Victory è un concept che prende il nome dal Giorno della Vittoria, una ricorrenza russa che si celebra il nove Maggio (data coincidente con quella di uscita del disco: anche l'attenzione a dettagli come questo rende Mike e i Dark Lunacy dei grandi artisti) in memoria della capitolazione di Berlino e dunque della Germania nazista alle forze sovietiche, che per prime giunsero nella capitale tedesca durante la "corsa a Berlino" che si venne a creare tra gli alleati nelle ultime battute della Seconda Guerra Mondiale. Mike Lunacy, però, non si ferma qui e, animato dalla passione per la cultura russa che già da tempo pervade la musica dei Dark Lunacy (The Diarist in particolare) ci offre appassionate testimonianze degli ideali e del pensiero del popolo russo: troviamo quindi testi più aggressivi e "guerreschi" (Red Blocks), liriche che fondono l'aspetto psicologico con quello più squisitamente storico (The Decemberists, canzone che tratta della rivolta decabrista del 1825, sostenuta dal punto di vista intellettuale dal poeta e scrittore Aleksandr Sergeevič Puškin), nonché piccole, commoventi gemme di introspezione (The Mystic Rail, ad esempio, o anche Ages of Decay), il tutto scritto ottimamente e, soprattutto, perfettamente in sintonia con l'apparato musicale. Da segnalarsi l'inserimento di cori originali dell'Armata Rossa, componente fondamentale del sound di The Day of Victory (talvolta il riffing è costruito attorno ad essi o li completa perfettamente) e pilastri anche delle liriche stesse.
Riguardo alle canzoni, The Day of Victory rappresenta sicuramente un ulteriore passo in avanti per i Dark Lunacy: laddove in passato le canzoni facevano spesso perno su archi e/o tastiere, risultando complesse nell'insieme ma talvolta eccessivamente semplicistiche nei singoli elementi, qui, seguendo la scia di Weaver of Forgotten, sono diventate più complete, senza per questo diventare eccessivamente ricche di elementi, penalizzando la resa finale. Il riffing si è fatto più variegato, tagliente e d'impatto; la sensibilità melodica ora risplende non soltanto nelle più struggenti sezioni che hanno costituito da sempre la base del "dramatic death metal" della formazione, ma anche nei frangenti più marziali e dal sapore bellico (diversi riff riportano alla mente le componenti melodiche degli Hail of Bullets di The Rommel Chronicles, per esempio); la sezione ritmica si dimostra precisa e poliedrica, con una performance di batteria davvero encomiabile; per quanto concerne la voce, si potrebbe obiettare che il classico growling di Mike possa risultare occasionalmente monotono, ma la verità è che la prova sentita ed emozionante del cantante è coadiuvata in maniera molto intelligente da una serie di coralità e voci addizionali (memorabile il contributo di Ojetti in Red Blocks) che rendono davvero superflua l'implementazione di stili più vari: è un esempio di autentica lungimiranza compositiva. La produzione dell'album è davvero di ottimo livello, bilanciata in ogni elemento (anche se, per gusto personale, avrei gradito un basso ancora più in evidenza nel mix), cosa non facile considerando la quantità di elementi sonori presenti nell'album.
Ineccepibile la tracklist, con alcuni tra i brani migliori che i Dark Lunacy abbiano mai composto: innanzitutto la opener (se escludiamo l'intro) Red Blocks è una delle canzoni più marziali ed epiche del lotto; From the Don to the Sea ha un finale splendido, mix tra sofferenza e grandeur, perfettamente esposto dal testo:

From heaven to earth, choose a better life
I'm singing against all fears,
I'm crying against this tainted world
This tainted world.. I'm calling you

From the North to the South,
from the Don to the sea
We will shout out our Soviet Pride!


Ages of Decay è un capolavoro di malinconia come non se ne sentiva da Forget Me Not, tanto nell'uso degli archi e della chitarra acustica quanto nel riffing; infine, segnalo nel lotto dei pezzi più meritevoli la conclusiva Victory. Forse l'unica cosa di cui si sente la mancanza è un pezzo più lungo ed articolato come era praticamente tradizione per i Dark Lunacy, dato che le canzoni su questo disco risultano essere molto omogenee in quanto a minutaggio (tutte si attestano sui quattro-cinque minuti), ma se non altro così facendo si ha un lavoro più compatto e digeribile.

Gli amanti del melodic death metal e i fan della band non hanno proprio scuse per non acquistare The Day of Victory, probabilmente il miglior album dei Dark Lunacy; canzoni di alto livello si sposano ad un comparto testuale assolutamente pregevole e culturalmente stimolante. Il nove Maggio è il Giorno della Vittoria per i russi, ma anche per i Dark Lunacy.

A new season blows and nothing is like before
Sunshine hugs cold tears
Bring me some water, it's last time I need it
I'm waiting for the last news, bringer of hope

Victory!
Victory!
Victory!



VOTO RECENSORE
84
VOTO LETTORI
82.82 su 23 voti [ VOTA]
Trismegisto087
Martedì 20 Maggio 2014, 23.07.04
11
Ottimo album di una grandissima band italiana. Un appunto: come mai nessuno ha fatto una rece di un bellissimo album come "The diarist"?
Pottin
Domenica 11 Maggio 2014, 21.45.21
10
Un italiano non ignorante che conosce Aleksandr Sergeevič Puškin. Lode al recensore.
Ghal74
Giovedì 8 Maggio 2014, 15.02.05
9
Mi è arrivato ieri .L'ho già fatto girare 3 volte in auto. Sinceramente mi aspettavo molto di più. Il precedente Weaver of forgotten era da sufficienza stiracchiata,purtroppo questo lavoro non prende più di una sufficienza abbondante, non siamo assolutamente ai livelli di The diarist e dei suo predecessori. Mi scoccia ammetterlo (i Dark lunacy mi piacciono davvero), ma solo 3 brani mi hanno convinto appieno: Red blocks,From the Don to the sea e The mystic rail. Ho paura che la band dopo la dipartita di Enomys abbia perso molto a compositivo.
Er Trucido
Martedì 6 Maggio 2014, 23.11.09
8
Già dovevo ascoltarlo solo per sentire cosa aveva combinato l'amico Jacopo, ma la recensione del buon Federico mi ha dato un motivo in più per farlo.
Prometheus
Martedì 6 Maggio 2014, 21.44.59
7
Bah, a me era piaciuto...
Carlo
Martedì 6 Maggio 2014, 21.14.31
6
Si, il precedente risentiva parecchio del cambio di formazione e risultava alquanto freddo e privo di grandi spunti. Spero che questo sia migliore.
Weeder
Martedì 6 Maggio 2014, 19.46.32
5
mai sbagliato un colpo...quello prima di questo era veramente brutto, sarà stato il classico album di passaggio. questo dalle 3 preview sentite sembra molto molto bello. lo ascolterò su spotify o deezer appena sarà disponibile.
Prometheus
Martedì 6 Maggio 2014, 18.56.54
4
Ancora non ho ascoltato l'album, ma loro sono una grandissima band che non ha mai sbagliato un colpo. Appena possibile mi procurerò questo nuovo album, sono fiducioso.
doomale
Martedì 6 Maggio 2014, 12.25.35
3
..ho sentito i tre pezzi in anteprima e devo dire che erano davvero ottimi! Che band grandiosa....Prima o poi prendo l'album.
Edoom
Martedì 6 Maggio 2014, 11.38.35
2
L'album è davvero buono e gli ho dato un 80. Inizialmente è un po' difficile da digerire e m'ha lasciato un po' deluso, ma è indubbiamente cresciuto con gli ascolti. Sarebbe stato interessante sentire qualche linea del Marchini su "The Day of Victory"...
AL
Martedì 6 Maggio 2014, 11.07.06
1
sono un gruppo fantastico. lo prenderò sicuramente.
INFORMAZIONI
2014
Fuel Records
Melodic Death
Tracklist
1. Dawn of Victory
2. Red Blocks
3. Sacred War
4. From the Don to the Sea
5. The Decemberists
6. Anthem of Red Ghosts
7. The Mystic Rail
8. Ages of Decay
9. Victory
10. Silent Riot
Line Up
Mike Lunacy (Voce)
Daniele Galassi (Chitarre)
Jacopo Rossi (Basso)
Alessandro Vagnoni (Batteria, Tastiere, Voce)

Musicisti Ospiti:
Paolo Ojetti (Voce addizionale su tracce 2 e 4)
Caterina Trucchia(Voce addizionale su tracce 5 e 7)
Giuseppe Cardamone (Violino)
Danilo Vecchi (Fisarmonica)
 
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