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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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( 6201 letture )
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Gli italianissimi Temperance, capitanati dall’onnipresente chitarrista Marco Pastorino e dalla rossa vocalist Chiara Tricarico, si presentano all’esordio discografico con questo album self-titled in uscita per Scarlet Records. La band ha fatto girare diverse teste già alcuni mesi prima della release del disco. Questo in parte perché l’act è composto da musicisti navigati e con progetti di rilievo alle spalle (Bejelit, Secret Sphere, HateTyler) e in parte perché il lavoro è passato per le sapienti mani di Simone Mularoni, il quale ha collaborato con molte delle band di punta dell’ambiente power e symphonic metal italiano degli ultimi dieci anni (Vision Divine, Trick or Treat, Ancient Bards, …). I Temperance provano a inserirsi nel solco, ormai sovraccarico, dei gruppi metal melodici con cantante donna che strizzano l’occhio ora al thrash, ora all’opera, ora al death, ora al prog. Dalla loro i nostri conterranei hanno la “fortuna” di provenire da un mercato marginale, con all’attivo diversi emuli di Within Temptation e Nightwish, ma sprovvisto di una vera band faro in grado di catalizzare l’attenzione tanto della stampa specializzata quanto di ambienti più mainstream (escludendo gli “alternative” Lacuna Coil).
L’album è confezionato a puntino: tutto quello che va da realizzazione dell’artwork a nitidezza del suono, senza escludere la considerevole campagna promozionale strutturata da Scarlet Records, è connotato dalla massima professionalità e da un’attitudine alla commerciabilità notevole. Il disco è, in linea di massima, divisibile in tre parti: un primo blocco di canzoni d’impatto sospeso tra buone melodie e serrate raffiche metalliche, una parte centrale più debole e spiccatamente “radio-friendly”, un finale coraggioso (anche se non sempre a fuoco) e connotato da una certa predisposizione all sperimentazione. Il terzetto Tell Me, Heavens Above, Hero è forse il migliore dell’intero album. I Temperance decidono di dare subito il massimo, onde evitare di perdere ascoltatori poco convinti per strada. I tre pezzi funzionano a tutti i livelli: ottime le melodie sia chitarristiche che canore, sufficientemente rabbiosi e credibili i contrappunti death, buona la sezione ritmica pur se un po’ sacrificata. I ritornelli, da band assolutamente scafata, colpiscono ancor più del resto, risultando anthemici ma non grettamente catchy. La voce della Tricarico prende per mano l’ascoltatore, evitando i falsetti sparati o l’impostazione eccessiva di alcune delle sue colleghe. L’unico appunto può essere mosso al timbro un poco nasale della singer, che in certi momenti di particolare concitazione emotiva si muove al confine con l’ingolamento. Dal quarto brano Breathe Marco Pastorino interviene al microfono anche in veste di clean vocalist di supporto, sacrificando in parte le dinamiche esplosioni in growl udite nei brani precedenti. I risultati sono altalenanti. L’ingresso della voce maschile, emotiva fino al parossismo, spezza in parte la forza e la credibilità guadagnate dai Temperance nei pezzi iniziali. Breathe, in particolare, è di una commercialità ammiccante e quasi fastidiosa. Il video della canzone, non a caso scelta come primo singolo, non rinuncia a una nutrita dose di stereotipi del genere, pose melliflue e atteggiamenti finto-maledetti, potenzialmente dissuasivi per un eventuale ascoltatore metal-oriented occasionale. La successiva Stronger è un’altra ballata, questa volta però più commerciabile che commerciale. I Temperance, in quest’occasione, riescono a stare in equilibrio sul sottile filo sospeso tra pathos e finta sofisticazione. Non si risparmiano comunque vari flash à la Amaranthe, un peccato per una band che quando vuole, e lo dimostra più volte, ha tutte le carte in regola per somigliare agli Epica di Simone Simons e Mark Jansen.
Con The Fourth Season si apre l’ultima parte del disco, quella più sperimentale e progressiva. L’intervento di filler elettronici, già utilizzati positivamente nei brani iniziali del lavoro, si amplifica e stratifica. La lunghezza delle canzoni aumenta e la struttura delle composizioni si complica. Non sempre i Temperance riescono a dominare la materia anarchica che esce dai loro strumenti; a volte si ha la sensazione che sia il flusso sonoro, imbizzarrito, a vincere la battaglia con i pur volenterosi musicisti. Le due gemme di questo finale sono la stessa The Fourth Season, una quasi suite ottimamente introdotta da una lunga apertura strumentale e Lotus, con la sua atmosfera nel contempo eterea e decadente e con un mood alla Kamelot era-Karevik. Non tutte le promesse fatte a inizio disco sono mantenute e i Temperance, con le loro incursioni trasversali atte a non scontentare nessuno, rischiano invece di fallire nel tentativo di ricavarsi una propria nicchia omogenea di ascoltatori. Non è però da escludere che le tracks più commerciali dell’album riescano ad aprire la strada ai Nostri verso i lidi extranazionali a cui ambiscono. Per quel che riguarda la qualità artistica: in quest’opera ce n’è in abbondanza, ma troppi sono anche i compromessi. Non sempre la Temperanza porta buon consiglio.
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Dai, oggi ho sentito per la prima volta qualche traccia qua e là e mi sembra che sappiano il fatto loro. Ogni tanto scoprire una bella sorpresa nostrana non nuoce. |
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con meno drasticità, volevo dire |
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Eppure ha ragione, anche se poteva dirlo senza meno drasticità; questi qui non piacciono nemmeno a me come alla maggior parte, ma il discorso purtroppo ci stava, una buona parte di chi ascolta metal ragiona così... |
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AA se parli cosi' oh e' perché sei un loro amichetto, o perche' non capisci una sega, muto |
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Visti ieri a Roma....poco da dire, se uno ci capisce di musica puo' solo dire:merda. Fosse almeno strafiga la tipa...invece mediocri in tutto. Evidentemente solo buoni a pagare e sfruttare i contatti accumulati in decenni di circolini |
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Come al solito leggo una marea di commenti da parte di emerite teste di cazzo con la capacità di giudizio di un termosifone in ghisa e la simpatia ed umiltà di un ramaiolo tirato sui coglioni. Dunque... da musicista (non dei temperance che nemmeno conosco) parto dal fatto che sono nauseato di fronte alla continua insipienza dei "metallari, pseudo audiofili" medi nostrani che, perennemente insoddisfatti, sembrano amare particolarmente la critica nei confronti della quasi totalità dei prodotti nostrani che per forza di cose non sono equiparabili a certe uscite estere. Non da meno se un disco è ben riuscito diventa quasi istantaneamente una copia di qualche altro disco. Se mal riuscito è perchè hanno comunque copiato qualcun'altro. Se esce bene invece o è stato imitato qualcun'altro ancora oppure è talmente geniale che farebbe cagare a chiunque perchè "si discosta troppo dal genere". Sapete come nasce buona musica all'estero e come nascono generi nuovi? Perchè sicuramente ci saranno ascoltatori meno caga minchia di quelli italiani e ben più saggi, quindi capaci di comprendere che se già un genere è di nicchia a causa di una nazione mediterranea e danzaiola, non vi è certo bisogno di ulteriore veleno nei giudizi. Ma questa è la storia del nostro popolo di contraddizioni, che si lamenta di come non si ascolti metal, del perchè non vengono band dall'estero a suonare in italia e che poi durante i live delle nostre band non è praticamente MAI presente! La musica gira se giriamo noi come ascoltatori, cazzo! Invece i tamarri sono ben più furbi: invece che farsi seghe davanti al pc per l'ultimo brano tumpa mal riuscito di DJcazzoneso, vanno in discoteca a ballare e drogarsi e poi forse a dire che non gli è piaciuto. MA ALMENO SONO LI E LA SCENA GIRA. E vi sarebbe da scrivere ben di più, ma lasciamo perdere. Circa i temperance... vabbè, cazzo li paragonate agli amaranthe. Ma si ci sono gli amaranthe. E ALLORA? le band heavy metal o trash o black o death o power o got o symphonic o xyz dovrebbero come minimo estinguersi. Quindi evitate di commentare inutilmente perchè se doveste ascoltare nel 2015 qualcosa di veramente innovativo sareste i primi a dire che fa cagare (poichè probabilmente sarebbe musica o inascoltabile o... inascoltabile) Il prodotto è molto buono, gli stacchi curati, le melodie girano, il sound tira, le grafiche sono da paura. MA FATEGLI IL MONUMENTO AD ITALIANI COSI, DEFICIENTI CHE NON SIETE ALTRO OPPURE TORNATE A SEGARVI IN CAMERA E NON STATE QUA A DAR PARERI INUTILI. I fleshgod, se sono diventati un gran gruppo non lo devono certo alla merda del pubblico che siete voi, ringraziate tedeschi and company, capaci di apprezzare band che si sono fatte il culo per arrivare dove sono. E sapete perchè nei paesi scandinavi o in sudamerica o altrove questa musica gira? Perchè prima di tutto apprezzano la musica che parte da casa loro, qualunque essa sia, se ben fatta (anche se è un genere che non vi garba) va supportata. SIATE CURIOSI, EVITATE TUTTE QUESTE SPARATE CHE IN COPIA UNA ALL'ALTRA SI LEGGONO SOTTO QUASI TUTTE LE RECENSIONI DI BAND ITALIANE. SVEGLIAMOCI PORCA MISERIA, altrimenti ci meritiamo la nostra nazione, con la sua politica di merda, la sua musica di merda, i suoi talent di merda e le sue barbara d'urso di MERDA! |
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questo sono canzoni Britney Spears style con chitarre distorte.. almeno fossero originali.. Ci sono già gli Amaranthe a fare musica commerciale, perché copiarli?? Bocciati al 100% |
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Produzione veramente fatta benone ma purtroppo originalità poca poca. Chiara sa cantare sicuramente bene ma il songwriting non lascia quasi nulla essendo tutto così già dannatamente sentito e risentito. |
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Quoto Royk, e aggiungo che erano (MOLTO) meglio i Bejelit! |
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La mia amica del Symphonic/Gothic, mi ha passato una copia che ha un ordine diverso dei brani. Tra l'altro questo ordine coincide anche con la recensione (positiva) di TrueMetal.it. Ci sono due versioni? Venendo alla musica, si, sono una copia abbastanza sfacciata degli Amaranthe della mia amica Svedese Elize. Peccato che il songwriting sia più banale e a parte qualche spunto, non vedo niente di interessante. Ma mi incuriosiva questa scaletta diversa che scombussolerebbe anche l'impostazione "delle tre parti" della recensione. Au revoir. |
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9
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Ottimo il sound sicuramente.. il resto non mi ha convinto molto, sembra una band mezza improvvisata per cavalcare l'onda del female-fronted, idee e originalità scarse... |
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8
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Questo sarebbe un Bell album!?!!?!?!??!?! Ma l'obiettività è morta!?!? Alla produzione e al suono diamo un 8 sicuro, ma a livello di originalità un 0 totale! Sarebbe importante elaborare anche qualcosa di originale, invece di riproporre il solito disco che non ha nulla di nuovo!! Non capisco deove il recensore riesca a vedere qualità artistica, qua vedo un mero prodotto per orecchie semplici, e che amano ascoltare sempre il solito. Di un gruppo così facevamo volentieri a meno |
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7
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Sembrano una (ottima) copia degli Amaranthe, ma rispetto agli svedesi mancano di incisività nei cori e nel complesso di una produzione inferiore, e poi di Elize Ryd c'è ne una sola. |
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ho sottolineato l'impronta power (edguy, Rhapsody, gamma ray...) dei cori alla quale aggiungo quella sinfonica in stile nightwish, perchè forse dal singolo mi sarei aspettato un album con un taglio più modernista stile lacuna, delain. Ascoltandolo sale comunque sempre di più e l'opera finale è veramente fatta bene e assolutamente competitiva rispetto a realtà estere blasonate. Il voto del recensore è sostanzialmente corretto e condivisibile |
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4
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Bel disco! Sono un po' di parte perché conosco la band , sopratutto conosco la dedizione che i fratelli Capone mettono da anni nella musica, prima coi Bejelit ed ora con questi Temperance, a me è piaciuta molto anche l'impronta power di fondo, poi son gusti ovviamente! Critica e disamina fatta con attenzione e che può dare sicuramente buoni spunti di ulteriore crescita! Auguro alla band di continuare a raccogliere gratificazioni e soddisfazione e che il progetto sia in continua ascesa! |
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3
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Pure all'estero stanno andando bene. Io sono fiducioso, perché secondo me sono una band d'impatto. Anche grazie a miss Tricarico... |
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Comunque l'album è molto bello e di notevole qualità, spero di non essere l'unico a supportarli perché meritano tantissimo...se così fosse non mi dispiacerebbe il numero della Tricarico. |
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Ho mandato a prendere questo cd per aver letto commenti lusinghieri sulla stampa specializzata, perchè mi piace il singolo che gira su youtube e ammetto anche per l'avvenenza della cantante. L'album di per se è di ottima qualità ma ascoltandolo mi è rimasto un pò di amaro in bocca perchè le sonorità sono troppo power metal per i miei gusti. Diciamo che non è propriamente il mio genere. Per gli amanti di queste sonorità invece consiglio caldamente di supportare quella che è un'ottima band nostrana. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Tell me 2. Heavens Above 3. Hero 4. Breathe 5. Stronger 6. Scared and Alone 7. To Be with You 8. The Fourth Season 9. Lotus 10. Dejavù 11. Relentlessly
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Line Up
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Chiara Tricarico (Voce) Marco Pastorino (Voce e Chitarra) Sandro Capone (Chitarra) Luca Negro (Basso) Giulio Capone (Batteria)
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