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Teramaze - Esoteric Symbolism
( 2832 letture )
E adesso come spiego ai Teramaze che, dopo tutti I voti eclatanti che girano per la rete e gli inni al capolavoro dell’anno, al termine di questa recensione ritroveranno con una sufficienza e poco più? Non sono cattivo a priori: certe scelte musicali, combinate con certe caratteristiche intrinseche dell’essere umano possono essere belle, create a puntino e chirurgicamente perfette; se queste, però, diventano la copia scialba di un clone di qualcun altro dovrebbero emergere delle domande. Oppure regaliamo belle parole a priori senza conoscere i fondamentali?

Dovrei andare con ordine: prima descrivere il gruppo, chi sono, cosa propongono e solo dopo raccontarvi qualcosa di musicale con riassunto finale. Così vuole la prassi, ma oggi no, non si può, perché l’album non è di quelli ordinari. Si prendano settantotto minuti di musica che combina alla perfezione Djent e Progressive, con un cantante che risulta scialbo ed insapore (per quanto azzecchi le melodie alla perfezione, vedi Punishment of Design), diventando caricatura di se stesso. Mettiamo sul fuoco anche un concept che tratta di mitologie esoteriche, disegni astrali e concezioni avanguardistiche sulla creazione della vita e dell’essere umano abbiamo fatto centro. Probabilmente non mi capite, quindi ve la metto giù ancora più diretta: prendete band quali TesseracT, Animals as Leaders e Protest the Hero, combinatele in una versione più semplice e straight to the point con ritornelli scanzonati. Bello, anche un bel po’, per qualcuno; una noia mortale per altri! Sorbirsi un’ora e venti di questa sottospecie di entità ricolma di tecnicismi abbozzati risulta dura da digerire sin dal primo ascolto, a meno che voi non siate parenti stretti dei musicisti o cultori del clone a tout court. Cloni, sì: la parola sintetizza alla perfezione l’unione di riff presi ed incollati a caso da album (di band di tutt'altro calibro) che in questi anni hanno fatto la fortuna di tale genere. Non siamo qui ad osannare i nomi sopracitati: a prenderli singolarmente, anch’essi sono copie di altri, ma se confrontati con i Teramaze vincono a mani basse. Volete esempi, giusto? Il duo iniziale che dona forma al disco, quello che dovrebbe farti venire la bava alla bocca, formato da All Seeing Eye e Line of Symmetry, fa invece aumentare il desiderio di skip dopo pochissimi secondi. Sfilatini scanzonati e ipermelodici, combinati ad atmosfere banali e una batteria monotematica senza tecnica e razionalità d’essere; il cantato di Brett è quanto di mai piatto e senza carattere si possa segnalare nell’anno in cui tutto è già stato scritto. Mentre le ascolto mi vengono in mente anche i Circus Maximus! Perfetto, se prendiamo i norvegesi e togliamo loro almeno metà della tecnica, magari nei momenti in cui fanno le prove tra loro in saletta possiamo ottenere la struttura tipica delle canzoni di Esoteric Symbolism. Provate ad ascoltarvi la terza Transhumanist e sinceramente ditemi se non pensate ad una “happy version” dei TesseracT. Il bridge centrale è quanto di più smielenso (né "smielato" né "melenso" rendono l'idea: occorre il neologismo) ci sia in giro. No, per favore, toglietemeli dalle orecchie.

Ovviamente, la sufficienza è sintomo di qualche qualità. Gli australiani sono bravi a scegliere la combinazione delle tempistiche con la volontà d’intenti: per capirci, un paragone perfetto potrebbe essere quello di un ingegnere che ha le conoscenze per realizzare il ponte sull’Oceano Atlantico ma che si limita a costruire i lego con il figlio. Così mi capite perfettamente: la sufficienza gli viene fornita perché si percepisce la potenzialità non sfruttata dei ragazzi qui in essere, sono come una Pagani Zonda che va in seconda per paura di consumare. Noi vogliamo credere in loro fortemente. Ascoltatevi il trittico finale che comprende Order Out of Chaos (con qualche growl di comparsa), Darkest days of Symphony (camomilla in formato note per la buonanotte) e la conclusiva In Vitro (gli stacchi classicheggianti molto riusciti). Sette minuti e oltre per ogni traccia, con il solo risultato di prendersi tantissime brutte parole per quello che poteva essere, e ciò che invece ci si ritrova in mano: uno spreco di potenzialità in nome di una commercializzazione di basso profilo. Impossibile credere alle proprie orecchie: percepire certi dettagli stilistici e poi il bloccarsi senza volere sbirciare oltre al muro che separa l’essere banale dal diventare superlativo è terribile.

I Teramaze, australiani, si ripresentano dopo il precedente Anhedonia con alla prova per la prima volta in studio il “nuovo” batterista (il cambio è avvenuto nel 2012 e dovuto a circostanze tragiche, come precedentemente spiegato). Forti di ventun anni di esperienza sulle spalle ci offrono questo nuovo mastodontico Esoteric Symbolism che si prospetta essere una delle rivelazioni dell’anno, ma sarà tutto fumo o l’arrosto è pronto per essere mangiato? Scopriamolo insieme andando a leggere l’inizio della recensione.



VOTO RECENSORE
63
VOTO LETTORI
96.33 su 3 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2014
Nightmare Records
Prog Metal
Tracklist
1. All Seeing Eye
2. Line of Symmetry
3. Transhumanist
4. Bodies of Betrayal
5. Parallels/Dual Reality
6. Spawn
7. Punishment by Design
8. Dust of Martyrs
9. The Divulgance Act
10. Esoteric Symbolism
11. VI Order out of Chaos
12. VII Darkest Days of Symphony
12. VIII In Vitro
Line Up
Brett Rerekura (Voce)
John Zambelis (Chitarra)
Dean Wells (Chitarra)
Dean Kennedy (Batteria)
 
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