|
25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
|
|
|
( 5657 letture )
|
Gli Astral Doors sono uno di quei gruppi per i quali vale la pena rimettere in discussione una delle questioni che da sempre tormentano il panorama musicale: meglio un originale sbiadito o una copia brillante?
Dopo l'ascolto di questo nuovo Astralism, la risposta sembrerebbe pendere verso la seconda opzione. In particolare, tutti i nostalgici nel buon vecchio heavy metal targato anni ottanta hanno una nuova occasione di rifarsi le orecchie e tornare a gioire per il ritorno di questi novelli paladini del classico heavy rock che, incuranti dei giudizi e delle mode, proseguono diritti per la propria strada.
Il gruppo svedese giunge con questo disco alla terza release su lunga distanza della propria carriera, e lo fa non variando di una virgola la proposta che consiste in un arcigno heavy metal che affonda le radici nel sound di gruppi storici che ne hanno definito i dettami stilistici. Sto parlando dei Black Sabbath del post Ozzy, dei Rainbow di Ritchie Blackmore e di quel Ronnie James Dio ascoltato nei primi album solisti. Quest'ultimo in modo più evidente sembra essere la maggiore ispirazione del combo scandinavo. La cosa diventa chiara ascoltando la voce del cantante Nils Patrik Johansson, che somiglia in modo impressionante a quella del folletto italo-americano, donando a composizioni già ottime quel tocco in più che ne eleva la qualità.
Dopo questa considerazione, è dunque facile immaginare cosa ci si trova di fronte: un pugno di canzoni rocciose e graffianti, custodi di una tradizione metallica mai sopita e che trova nel sangue fresco di questi interpreti un mezzo per continuare a splendere. Basta ascoltare la terremotante EVP per rendersene conto: riff infuocati che si susseguono in un ritmo frenetico, una melodia semplice e ficcante e un ritornello travolgente. Una grande apertura per un grande album!
L'ascolto prosegue agile e mai noioso per tutta la durata del disco. I sei scandinavi, infatti, si dimostrano grandi interpreti e ottimi compositori, riuscendo a tenere sempre viva l'attenzione degli ascoltatori, sia quando si cimentano su pezzi veloci come la già citata opener o le telluriche Fire In Our House e la straordinaria Vendetta, sia quando viaggiano su tempi medi e cadenzati di canzoni come Black Rain (baciata da un pregevole arpeggio acustico posto in apertura), The Green Mile o From Satan With Love.
Rispetto ai precedenti due album, le ritmiche si sono fatte più granitiche e possenti, e le canzoni di stampo epico ne hanno risentito in modo positivo. Songs come Israel o la fantastica Tears From A Titan (che annovera una devastante accelerazione nel finale) sono dei veri e propri macigni sonori pregni di un'atmosfera intensa e drammatica.
In questo giocano una parte importante le tastiere di Jocke Roberg, che con quel peculiare suono di hammond donano a tutte le canzoni un gradito effetto vintage.
La produzione di Peter Tägtgren ai suoi Abyss Studios è garanzia di qualità per quanto riguarda l'aspetto del suono, che si presenta nitido e potente, e mette giustamente in risalto le chitarre che tuttavia non penalizzano gli altri strumenti o la voce.
Per tutti questi aspetti quindi, è lecito mettere da parte i dubbi che possono sorgere dalla domanda posta in apertura, e la sensazione di "già sentito" può essere tranquillamente rimpiazzata dalla soddisfazione di aver ascoltato un opera di tale qualità. Promossi.
|
|
|
|
|
VOTO LETTORI
|
80.31 su 113 voti [
VOTA]
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1
|
Questa copia è sicuramente meglio dell'originale (parlo di R.J.DIo) degli ultimi album. Ben vengano copie di questa qualità. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. EVP 2. Black Rain 3. London Caves 4. From Satan With Love 5. Fire In Our House 6. Israel 7. Raiders Of The Ark 8. Tears From A Titan 9. Oliver Twist 10. Vendetta 11. The Green Mile 12. In Rock We Trust 13. Apocalypse Revealed
|
|
Line Up
|
Nils Patrik Johansson: voce Joachim Nordlund: chitarra Martin Haglund: chitarra Jocke Roberg: tastiera Mika Itäranta: basso Johan Lindstedt: batteria
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|