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09/05/21
TANKARD + GAME OVER + REVERBER
TRAFFIC CLUB - ROMA
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( 956 letture )
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Dagli albori ad oggi abbiamo potuto assistere ad una costante evoluzione nel mondo metal, sempre più alla ricerca di trame elaborate, nuovi contenuti e nuove forme, nuovi limiti tecnici e formali da superare. Inoltre al giorno d'oggi si aggiunge la necessità di personalizzare il proprio stile, rimarcare la propria impronta, per non essere mere copie di artisti ben più noti e dotati. Ecco, molto di tutto ciò manca a questo Sons of Sleeze, seconda fatica discografica di tre ragazzi dell'Illinois, i Bones.
I nostri si allontanano da qualsiasi concetto di virtuosismo, evoluzione, nessuna complicazione, propendendo per un suono marcio, sporco -anche a livello di produzione-, diretto e rabbioso, in barba a qualsiasi concessione melodica. L'album è infarcito di ritmiche martellanti ed assidue, chitarre taglienti ed oscure, ed un cantato tenebroso e feroce; il tutto si dipana sullo sfondo asfittico, melmoso e lurido di una produzione grezza e compressa. Aggiungiamo a tutto ciò una valanga di metallo neppure tanto originale ed elaborato, e potremo farci da subito un'idea di ciò che ci aspetta. Detta così, sembra la classica esposizione di un disco che, tra una discreta intuizione ed un buon ritmo, raggiunge senza infamia e senza lode l'agognata sufficienza ed in parte è esattamente così. Quello che veramente sorprende e salva in toto Sons of Sleeze è la sua vera e corposa attitudine, quella dannata e generosa passione che traspare in ogni singola nota emessa dagli americani. Se è vero che difficilmente qualcuno si ricorderà il titolo di una qualsiasi delle tracce presenti, nella sua interezza il disco fa non solo da perfetto sottofondo per chi è avvezzo a certe sonorità, ma potrebbe addirittura veicolare una portentosa scarica di adrenalina, qualora ve ne fosse la necessità. La miscela di death e crust qui presente si lega perfettamente alle fibre muscolari dei metallari, portandoli a dimenarsi o quantomeno a divertirli per tutta la durata dell'album. È difficile quindi trovare degli episodi salienti all'interno dell'ultima fatica dei Bones, ma fra tanto sozzume possiamo individuare alcuni momenti più caratterizzanti, come la devastante seppur semplice batteria di Maggots, l'incedere della opener Poisoned Breed ed il suo stacco di metà canzone, il micidiale rallentamento di 1000 Lies e le bordate di 647 Bastards e della cover di Fear of Napalm.
Insomma, Sons of Sleeze è fatto di sano e buon death metal, come probabilmente possiamo trovare in giro per locali, suonato da band sconosciute, in qualche copia bistrattata ed anonima di un negozio di cd qualsiasi o nella grande ragnatela di internet. Ma è anche vero che qui fuoriesce tutta l'emozione, l'esaltazione e l'energia del trio, cosa non sempre facile né scontata. Un album sicuramente non per tutti, proprio per i suoi limiti tecnici e stilistici; si astengano i palati fini, è consigliato solo a chi cerca pedissequamente la sua dose quotidiana di acciaio fuso.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Poisoned Breed 2. 13 3. Frozen Vein 4. Sons of Sleeze 5. 1000 Lies 6. Suicide 7. Bad Signs 8. Maggots 9. Cold Knife 10. Mindfucked 11. 647 Bastards 12. Fear of Napalm (cover Terrorizer)
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Line Up
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Chris Carcass (Voce, Chitarra) Jon Necromancer (Basso, Voce) Joe Warlord (Batteria, Voce)
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