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Strafk - Phaseshifting
( 1568 letture )
C’è qualcosa, sulla carta, di potenzialmente più distante dalle spire lente del black di un paesaggio assolato e multicolore della Florida ? Se la domanda può sembrare filosoficamente retorica, la realtà si incarica subito di smentire esiti in apparenza scontati, soprattutto se ci mette lo zampino il proverbiale “nomen omen” di una cittadina chiamata Winter Garden. Qui infatti ha la sua sede operativa la Wraith Productions, una piccola label che si è specializzata nella ricerca di sonorità decisamente più consone ad altri paralleli e che è riuscita negli anni a creare una piccola scuderia di band dalle provenienze più disparate, ma animate tutte dalla medesima ricerca di nuove frontiere per il black tradizionale.
Dal Portogallo degli A Tree of Signs alla Slovacchia degli Abbey ov Thelema passando per l’Ucraina degli Underdark, i talent scout della Wraith approdano ora in terra russa, da dove, per loro stessa definizione, propongono un “misterioso” duo che debutta con un EP di quattro tracce per poco più di venti minuti complessivi. La coppia, composta da Leegheid e Stof, dimostra subito di intendere il black in modo decisamente poco convenzionale e si avventura in ibridazioni e contaminazioni che nel corso dei quattro episodi (perfettamente sintetizzati dal titolo Phaseshifting) modificano e travalicano i confini del genere.
Già l’opener (Void)stare, che pure sembra articolarsi su movenze abbastanza canoniche, rivela subito tratti particolari nel ricorso a un cantato più liquido che ruvido, con un effetto di accompagnamento della melodia piuttosto che di contraltare al suo dipanarsi (i devoti della scuola Agalloch/Gris possono cominciare a misurare le distanze...e mettersi l’anima in pace). Ma la girandola di sorprese prende corpo con il secondo episodio, Inner Distortion, in cui la voce sparisce dalla scena lasciando il posto a divagazioni in territorio space-rock tracciate da brevi lampi di synth che si innestano sul lavoro ossessivo della chitarra, sorretta da una ritmica orientaleggiante (a costo di esagerare nella ricerca di “padri nobili”, e a rischio di rasentare l’eresia, si può forse sentire un’eco sia pur pallida della Bombay Vindaloo dreamtheateriana).
Ancora linee space-rock caratterizzano la terza traccia, Death and Decay of Your Identity, mescolate stavolta con riflessi industrial che conducono a una buona resa a metà strada tra ipnosi e straniamento. Brano dai tratti spettrali, riecheggia più che velatamente le ispirazioni drone dei Nadja, collocandosi al vertice dell’album per qualità e ispirazione. Lo scettro dello sperimentalismo tocca però alla quarta e ultima “fase”, The New Embodiment, cinque minuti contrassegnati da un approccio minimalista incentrato su melodie che non sfigurerebbero in qualche monastero tibetano. Qui gli Strafk danno libero sfogo a una componente ambient che dilata spazio e tempo, con solo rare incursioni di chitarra a increspare le acque tranquille della meditazione.

Black, space rock, industrial, drone e ambient, difficile immaginare un calderone più fumante da cui estrarre pozioni magiche, ma di sicuro il giudizio sugli apprendisti stregoni non può essere definitivo, considerato il minutaggio limitato di questo EP. C’è troppa carne al fuoco, in questo Phaseshifting, le troppe idee appena accennate e la troppa voglia di disporre davanti all’ascoltatore l’intera tavolozza dell’ispirazione rendono per ora impossibile cogliere un vero tratto distintivo nella musica degli Strafk. Per capire se si tratti di una premessa foriera di esiti interessanti o di una meteora piovuta e subito inghiottita dalla taiga, servono altre e ben più consistenti prove.



VOTO RECENSORE
s.v.
VOTO LETTORI
49 su 3 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2014
Wraith Productions
Black
Tracklist
1. Phase I - (Void)stare
2. Phase II - Inner Distortion
3. Phase III - Death and Decay of Your Identity
4. Phase IV - The New Embodiment
Line Up
Leegheid (Voce, Basso, Tastiere, Batteria)
Stof (Chitarre)
 
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