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20/03/21
MAYHEM + MORTIIS + GUESTS TBA (POSTICIPATO!)
CAMPUS MUSIC INDUSTRY - PARMA
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Nihility è il secondo disco dei polacchi Decapitated, uscito nel 2002. A soli due anni di distanza dall'acclamato Winds of Creation la stessa line-up crea quello che oggi può essere definito il vero manifesto di uno stile tanto complesso quanto personale. In un periodo come quello di inizio millennio in cui pochi album death metal vengono ricordati, il gruppo di Kronso apre le porte a molti, diventando nell'underground un vero pilastro negli anni a venire. L'impatto fu notevole sulla scena dell'epoca e ancora oggi molti gruppi prendono spunto da dischi come questo, per intraprendere una carriera anonima, che non sfiorerà mai le vette proposte dal gruppo in questione. Poco più che ventenni i Decapitated sono tra le nuove leve che maggiormente attirano l'attenzione del pubblico diventando richiesti sia in Europa che oltreoceano, il che è un segno dell'evoluzione del tempo.
La particolarità che salta subito all'orecchio è il costante "stop and go" di ogni brano. Feroci avanzate combinate con degli stacchi al fulmicotone mettono in luce le coordinazioni dei singoli strumenti, impreziosite da un drumming assurdo e brutale. La voce cavernicola di Sauron combinata con la glaciale e intransigente chitarra di Vogg sono importantissimi, ma è l'elemento Vitek ad essere il vero protagonista. Otto canzoni e una bonus track nell'edizione speciale tedesca sono abbastanza per confezionare una pietra miliare dell'underground. La partenza è affidata a Perfect Dehumanisation (The Answer?), una traccia perfetta per iniziare ad attrarre l'attenzione che questo disco merita; è marziale e brutale al punto giusto. Sorprende sin da subito la differenza con l'album precedente, con un minor orientamento verso il thrash vecchia scuola e maggiori dosi di death made in USA. In alcuni momenti sembra di avere di fronte una versione dei Fear Factory più furente, brutale e c'è da rallegrarsene, a conti fatti. La tracklist è molto omogenea regalando perle di rara bellezza: il trittico che segue è da incorniciare. Eternity Too Short è la traccia in cui Vitek offre momenti di rara bellezza con il doppio pedale e gli stacchi sono la ciliegina sulla torta, che lo rendono indimenticabile. Mother War, con il suo stacco jazz centrale paurosamente ispirato e la seconda parte su tempi medi, offre una delle migliori concatenazioni di riff e melodia lungo l'intera tracklist. La titletrack ha un riff principale che risulta impossibile da dimenticare sin dal primo ascolto; fondamentali sono stati gli insegnamenti di scuola Vader, che prendono vita e si rivoluzionano su vorticose soluzioni. Procedendo oltre, Names ha un riff di scuola thrash che sorprende perché la tramuta nella traccia più melodica e groove dell'intero disco, lenta e agonizzante in certi passaggi; da brividi. Anche se le tracce citate come tutte le altre sono di spessore assoluto, una su tutte verrà ricordata negli annali delle loro apparizioni live: Spheres of Madness è glaciale, feroce e mitraglia che è una meraviglia; è un esempio moderno di chirurgica deviazione musicale. Babylons' Pride parte lenta e finisce in alcuni sprazzi di grind che testimoniano la dinamicità dei musicisti coinvolti. Sicuramente è la meno riuscita del lotto, ma non per questo non merita attenzione. Symmetry of Zero ha uno spirito a metà strada tra Nile e primi Suffocation; sono splendide le accelerazioni che Vitek armonizza con gli splash, coadiuvato da Vogg. Brusca com'è, chiude il tutto come è giusto che sia. L'edizione tedesca contiene poi anche Suffer The Children, una cover dei Napalm Death che non toglie e aggiunge nulla, ma fa sempre piacere ascoltare, il brano perfetto per l'edizione bonus, un modo per ricordarci quali sono le radici del sound della band.
Le doti espresse dai Decapitated su Nihilty sono palesi: se l'album precedente era ancora acerbo, questo è il primo tassello di una discografia che ha regalato emozioni e che culmina nell'intoccabile Organic Hallinosis. Si tratta di una chiara espressione di quella nuova corrente polacca che nel decennio intercorso ha conquistato un'ampia audience, imponendosi come una delle migliori scene musicali. Al di là di qualsiasi commento futile o che rischia di apparire inappropriato, Nihilty ha mostrato definitivamente al mondo le doti di un batterista unico, scomparso troppo presto: Vitek (R.I.P.).
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8
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tra questo e il precedente non faccio distinzioni...due capolavori assoluti... |
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7
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E infine eccolo qua...... Stratosferico! Spheres of Madness si ascolta anche a ripetizione  |
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6
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E' il disco che meno preferisco dei Decapitated (non contando Carnival is Forever) ma rimane comunque un ottimo disco. In numeri direi 80. |
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5
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Ottimo, anche io come gli altri preferisco il primo, inarrivabile, ''Winds of Creation'', ma quest'album è grandioso, tecnica e violenza sonora al punto giusto, forse poco sotto anche ad Organic Hallinosis, comunque voto 86 |
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4
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Non uccidetemi ma Nihility lo preferisco a Winds. Poi, cavolo, c'è spheres of madness  |
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3
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Concordo con LAMBRU e Sorath qui sotto, gran bel disco anche questo, ma "Winds Of Creation" è davvero un disco quasi irraggiungibile anche per me nel genere. Da lodare, come scritto giustamente nella recensione, il lavoro dietro alle pelli di Vitek, ineccepibile. |
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2
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Per me Winds... è non solo il miglior album del gruppo, ma un vero classico di tutto il Death mondiale, anche questo non scherza comunque. |
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1
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Preferisco il precedente ma anche questo album è una bomba di death metal. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Perfect Dehumanisation (The Answer?) 2. Eternity Too Short 3. Mother War 4. Nihility (Anti-Human Manifesto) 5. Names 6. Spheres of Madness 7. Babylon's Pride 8. Symmetry of Zero
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Line Up
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Wojciech "Sauron" Wasowicz (Voce) Waclaw "Vogg" Kieltyka (Chitarra) Marcin "Martin" Rygiel (Basso) Witold "Vitek" Kieltyka (Batteria)
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