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In Autumn - Reborn
( 1989 letture )
In a time when
The leaves were falling
Memories have been lost
The shadow swallowed your poor soul
I was driving and I traveled
Unknown paths
Shadows
Was everywhere
In the end, only light
Reborn


L'autunno è un periodo affascinante.
Simboleggia la decadenza e il venir lentamente meno della vita, tra foglie che appassiscono inesorabilmente e animali che vanno in letargo o terminano il loro ciclo vitale.
Le giornate sempre più brevi, l'oscurità che avanza, sembra quasi che ogni speranza abbandoni la natura per lasciarci lì da soli in un ambiente ostile.
Il ciclo della vita è però questo, non può esserci rinascita senza prima la morte e non può dunque esserci una primavera senza l'autunno.
La vita umana non fa nessuna eccezione: ci sono periodi oscuri dove tutto precipita più o meno velocemente, ma per fortuna sono seguiti anche da momenti di ripresa che spesso ci confortano dopo queste fasi tanto naturali quanto crudeli.

Reborn ci canta proprio di questo ciclo, di questa inevitabile alternanza di momenti luminosi e cupi che ci plasma e ci rende ciò che siamo.
Il primo vagito degli In Autumn, interessante band vicentina che si presenta sulle scene con un disco che mostra da subito una certa qualità e delle idee piuttosto chiare.
Il quintetto veneto infatti ci propone un riuscito mix di gothic/doom e post metal che mette in luce tutte le potenzialità del gruppo senza per questo risultare eccessivamente derivativo (nonostante la loro aperta affermazione di volersi ispirare a svariate band storiche).
Ma lasciamo da parte i paragoni e le descrizioni per sommi capi e vediamo più da vicino cosa andrete a trovare in questo Reborn.

Sarà un'apertura classica ma il lavoro che per primo si fa prepotentemente strada tra i nostri padiglioni auricolari è quello delle due asce di Cristian Barocco e Paolo Marasca, autori di una prova estremamente solida e praticamente fondamentale ai fini del sound della band.
Dalle casse emergono chiaramente ritmiche di matrice heavy/doom che, con una distorsione calda e graffiante, fungono da perfetto scheletro per le canzoni, che vengono così costruite su un riffing piuttosto originale e vario che combina anche gli immancabili arpeggi che contraddistinguono da sempre il genere a momenti in palm muting e addirittura in tremolo picking (Silent Watchers).
Non mancano poi momenti solisti piuttosto riusciti e sezioni in clean che vanno a completare il quadro, a volte in modo più decontestualizzato (come il passaggio danzereccio in tre quarti in Mind and Beast), e più spesso in maniera amalgamata e soave, con momenti che allargano le atmosfere grazie ad un sapiente uso dei delay.
La sezione ritmica ha il suo bel da fare per mantenere alta la tensione, e ci riesce sia con una prova convincente del batterista Marco "Cuzzo" Liotto, che non propone forse giri dal tasso tecnico particolarmente elevato, ma porta avanti il resto del gruppo come un affidabile motore, proponendo comunque le giuste variazioni nei filler e dimostrando così di non essere lì solo per accompagnare (la prova di ciò si può trovare nella cattivissima interpretazione di Silent Watchers).
Enorme il contributo del bassista Diego Polato, che con il suo suono profondo e rotondo, si fa sentire in qualunque momento, sia come giusto riempitivo nei momenti più lineari delle chitarre (da cui riesce comunque spesso a staccarsi), sia proponendo delle linee più complesse ogni volta che gliene si presenta la possibilità.
Cristian Barocco si è anche occupato dei synth, non certamente uno degli strumenti in primo piano nell'economia del sound degli In Autumn, ma che ha sicuramente contribuito ad ampliare le atmosfere nei momenti più “scarichi” come la strumentale Elevation.
Dietro il microfono Alessandro Barci si dimostra autore di una buona prova, con un cantato a tonalità medio basse caratterizzato da un timbro ruvido ma che viene ben valorizzato con un interpretazione decisamente sentita, aiutata in certi passaggi dall'overdubbing che gli permette di armonizzarsi con se stesso creando dei contro-canti piuttosto complessi, nell'insieme mi pare più performante a tonalità meno alte, ma la prestazione complessiva è convincente, anche in italiano, mentre si cimenta con la cover de Le Orme Uno Sguardo Verso Il Cielo.

Un importante punto di forza che si può solo constatare, ed è una cosa che mi fa sempre molto piacere quando si parla di band italiane che registrano nel nostro paese, riguarda la produzione: bilanciata, pulita, potente, equalizzata in maniera impeccabile (tutti gli strumenti si sentono a meraviglia) ed affatto anonima nella scelta e nella rese delle timbriche dei vari strumenti.
A voler cercare il pelo nell'uovo si nota una differenza -più marcata rispetto alla media- nella resa tra impianti e cuffie di diverse qualità, segno forse di un mastering perfettibile (ma comunque più che adeguato); ad ogni modo ascoltarlo su un buon impianto è davvero piacevole.

Che dire per concludere?
Un buon disco di una band che se continua su questa strada avrà certamente un bel futuro, forse un po' in salita vista la nicchia in cui si stanno inserendo ma si tratta comunque di un nome che gli appassionati dovrebbero tenere d'occhio.
Non si tratta certamente di un disco che si assimila in tempi brevi, la band poteva forse osare ulteriormente nell'implementazione della componente post, magari utilizzando gli effetti in maniera più marcata (senza necessariamente che la cosa andasse a discapito di una certa attitudine heavy), e sono certo che Alessandro Barci abbia ancora ampi margini di miglioramento nell'approccio alle linee vocali, buone ma forse migliorabili in certi passaggi, come se non “esplodessero” quanto ci aspetteremmo.
Si tratta comunque di inezie di fronte ad un'opera che merita senza dubbio di essere supportata.
Se siete amanti del genere date un ascolto agli In Autumn, non ve ne pentirete.



VOTO RECENSORE
79
VOTO LETTORI
68.5 su 2 voti [ VOTA]
Le Marquis de Fremont
Lunedì 23 Giugno 2014, 11.37.32
1
Li avevo sentiti, appena uscito il disco, lo scorso anno. Non mi aveva preso. Mi sembra che il songwriting non sia eccelso e lasci poche tracce. Opinione personale, naturalmente. Ciò non toglie che i testi e la copertina siano bellissimi. Au revoir.
INFORMAZIONI
2013
Buil2Kill Records
Gothic / Doom
Tracklist
1. Mind and Beast
2. Draw on the Mirror
3. Rust
4. Silent Watchers
5. Elevation
6. Reborn
7. Uno Sguardo Verso Il Cielo
8. The Thin Line
9. Circles in the Water
Line Up
Alessandro Barci (Voce)
Cristian Barocco (Chitarre e Synth)
Paolo Marasca (Chitarre)
Diego Polato (Basso)
Marco "Cuzzo" Liotto (Batteria)
 
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