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Amorphis - Tuonela
( 6213 letture )
Nam Sibyllam quidem Cumis ego ipse oculis meis vidi in ampulla pendere, et cum illi pueri dicerent: "Σίβυλλα τί θέλεις;" respondebat illa: "ἀποθανεῖν θέλω".

Del resto, io stesso ho visto con i miei occhi la Sibilla di Cuma che pendeva da un'ampolla, e i ragazzi le chiedevano: "Sibilla, che cosa vuoi?", e lei rispondeva: "Voglio morire".
(Petronio Arbitro, "Sat. XLVIII")


Dal greco ἄμορϕος «informe», composto di ἀ- privativo e μορϕή «forma», è un continuum cangiante di colori, sensazioni, emozioni e paradossi.
Elegy mi ha lasciato in un giorno fosco e cinereo, tra le malinconiche trame di My Kantele, tra foglie calpestate e appassite, in una notte di livido ottobre. Quand'ecco, una fata giovale e disinvolta afferra la mia mano con un forte desiderio, rinnovato ad ogni stretta. Arrossisce dolcemente e osserva il mio volto con ardenti e languidi occhi, respirando così forte che potevo vedere il suo vestito alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro. Si avvicinò a me con occhi selvaggi e le sue labbra dal sapore di pesca sfiorarono le mie, lasciandomi tutto tremante. C'era ancora vita nei suoi capelli dorati, ma non ce n'era più all'interno dei suoi occhi; solo la morte, nei suoi occhi. La morte volgeva dai suoi occhi al suo sorriso, fissando eternamente la sua bellezza tra il livido fogliame degli alberi.

Tuonela è quella fata, la dolce dama nei cui occhi l'amore s'intreccia alla morte, che lentamente appassisce tra le nostre braccia. Sfiorisce man mano che l'ascolto procede, in un peana di terrificante lirismo decadente e simbolista, brillando come gli sgargianti colori di Moreau. Da Elegy è cominciata la parabola discendente degli Amorphis, ho detto. Quella decadenza, però, è ancora sottile poesia, un acrostico indolente in uno stile d'oro in questo Tuonela. La bellezza della morte, la pace, il lento appassire del fiore, sono questi i temi che animano il disco. Tuonela è la traduzione della parola greca ᾍδης nella versione finlandese della Bibbia. È il reame dei morti, dove si reca l'eroe sciamano Väinämöinen per cercare le parole possenti che mancavano al suo canto per fissare i madieri, raffermare la prua e terminare la poppa della barca che lo avrebbe portato a Pohja per chiedere in sposa la bella figlia di Louhi. Tuttavia, l'album, ad eccezione del titolo e della title-track, non contiene alcun riferimento al corpus della mitologia finnica. I testi di Koskinen infondono nuova vitalità e ispirazione alle melodie del gruppo, abbandonandosi a una piega intimistica che raramente ha fatto affiorare nelle sue precedenti composizioni e che, da questo momento, verrà approfondita e ispezionata con maggior interesse. Il cantato pulito, inoltre, prende il sopravvento sul growl, Koivusaari abbandona completamente i suoi compiti di cantante per dedicarsi interamente al lato musicale e compositivo. Dal punto di vista musicale, poi, salta agli occhi la totale assenza di quelle armonie di pianoforte che hanno reso famosi gli Amorphis. Kim Rantala ha, infatti, abbandonato il gruppo e il risultato è un album più teso e cupo rispetto ai precedenti, con l'ampiezza e la limpida chiarezza degli arpeggi delle tastiere che vengono sostituiti dalle chitarre di Koivusaari e Holopainen. Santeri Kallio, successivamente, aggiungerà qualche tocco, guardandosi bene dall'alterare il risultato conclusivo dell'album. Molto è cambiato, insomma, da Elegy, troppa è la distanza da Tales from the Thousand Lakes, eppure questo Tuonela è un affresco che non può assolutamente mancare nella raccolta di qualsiasi buon ascoltatore.

THE WAY:

So lonely to wander,
So sad to be alone,
In the mist of the unknown,
Trying to fool myself with dreams that never come true,
So hard to stand my ground,
Never again will I fail.

Will you tell me not to wait?
Tell me to live for today?
As the flowers wither,
I will forget my pain.

Sì triste da errare,
così triste da esser solo
tra le nebbie dell'ignoto,
cercando d'ingannare me stesso con sogni infranti;
è così difficile tenere una posizione,
non sbaglierò più.

Mi dirai di non aspettare?
Mi dirai di vivere per oggi?
Mentre sfioriscono i fiori,
dimentico il mio dolore.


"Una dama incontrai lungo la strada; era bella, la figlia di una fata. I suoi capelli erano lunghi, il suo passo leggero e i suoi occhi selvaggi. Intrecciai per lei una ghirlanda di fiori, braccialetti e una profumata cintura; lei mi guardò come se mi amasse e fece un dolce lamento".

La musica è leggera, tessuta con cura da una chitarra pulita, ritardata dall'effetto del delay in stupende pennellate autunnali, intrecciate meravigliosamente nella ritmica della chitarra distorta. Il canto di Koskinen è dolce, appena sussurrato. La canzone cresce d'intensità, sublimando se stessa in emozioni e sonorità di stupenda malinconia.
"Mi portò in una grotta lontana e lì pianse dicendo, sicura, 'Ti amo'. Asciugai le lacrime con quattro baci ai suoi occhi selvaggi. Dolcemente lasciò che io riposassi sul guanciale del suo pallido seno, ch'io sentissi il suo respiro. Quando mi svegliai dal mio sogno eterno, vidi il pallore sul suo volto, le sue livide labbra e i dolci suoi occhi spenti, l'iride imbiancata. Da allora, eternamente attendo qua, pur se sono appassiti i giunchi e gli uccelli del lago non cantano più".

Morning Star è un caso particolare nella discografia degli Amorphis. Si apre, infatti, un riff tipico di quell'heavy metal di stampo statunitense degli anni '80, pur rallentato e contenuto. È molto difficile immaginare il gruppo correre su e giù per il palco con queste sonorità, ma l'effetto è comunque ben riuscito. Molto intrigante, soprattutto, è il dipanarsi della canzone che, secondo dopo secondo, continuamente muta se stessa, tessendo nuove melodie e ordendo le trame per nuove emozioni. Tuttavia, dopo un po', la canzone tende a perdere di mordente, strappando un po' d'impazienza all'ascoltatore. Nightfall è introdotto da arpeggio distorto, crudo e quasi incomprensibile. Vi è un leggero intervallo, una chitarra vi tesse una breve frase e scompare e, poco più tardi, il suo posto viene preso da un flauto. La melodia esplode: severa, possente e addolcita dal mischiarsi del sintetizzatore e di una flebile voce femminile. La canzone è cruda in ogni suo aspetto, in ogni sua piega e in ogni suo frangente, eppure preferisce mantenersi melodica senza sprofondare nella velocità e nella tagliente severità del death metal primevo. È la crudeltà della disperazione e non della violenza ad assalire l'ascoltatore, intrecciata nelle stupende parole di Koskinen. Tuonela è prodromo di canzoni quali Her Alone, You I Need e From the Heaven of My Heart, molto semplice nel suo svolgersi, con la ripetizione costante di un tema melodico e una forte spinta emotiva. Tuttavia, è proprio nella title-track che notiamo maggiormente la differenza e lo sperimentalismo del gruppo. Come già anticipato, l'abbandono delle armonie delle tastiere che hanno reso memorabili pezzi come Black Winter Day e quelli citati poc'anzi, tende a creare una tensione emotiva più intimistica e meno diretta. L'emotività del pezzo va indagata, cercata e approfondita tra le pieghe dell'ordito musicale, tra le parole del testo, uno dei migliori mai usati dal gruppo.

Upon a crust of snow,
I'll lay my broken frame.
What steel and iron won't take,
I'll give in winter's name.

Su d'uno strato di neve,
stenderò la mia infranta persona.
Ciò che acciaio e ferro non posson prendere,
lo darò via nel nome dell'inverno.


Di ottima qualità è l'apporto ritmico offerto da Olli-Pekka Laine e da Pekka Kasari, efficaci in ogni punto e capaci di arricchire continuamente la canzone. Solo sul finale, il pianoforte di Kallio fa una breve apparizione, arpeggiando dolcemente sul distante e conclusivo lamento di un sassofono che, lentamente, svanisce prima che si schiuda il sitar di Greed. In questo pezzo, gli Amorphis tornano a fare del buon vecchio death metal, molto vicino a quello di Tales from the Thousand Lakes, mischiandolo con influenze tipicamente progressive. Il cantato di Koskinen non è più sussurrato e dolce, ma s'incupisce in un growl gutturale ed evocativo che si alterna con parti pulite. Ma il vero capolavoro è la successiva Divinity. La canzone ha un gusto anni '70 e, anche questa, insieme a Morning Star e la successiva Shining rappresenta un unicum e l'anima più sperimentale del gruppo. La ritmica di Koivusaari, Laine e Kasari si fa ora stoppata, ora tende a risolversi in semplici sequenze di accordi. La chitarra di Holopainen tesse distante e lascia gran parte della scena al cantato della voce. Rispetto alle tracce precedenti, il tessuto armonico si fa più aperto, meno cupo e lugubre, coinvolgendo l'ascoltatore e trascinandolo con sé. Shining continua su questa pista, risultando piacevole anche se non allo stesso livello degli episodi precedenti. Mentre Withered si accontenta di riprendere temi e motivi già osservati in Nightfall, Rusty Moon rappresenta uno dei punti più alti del disco. Il flauto di Sakari Kullo si prende la scena, libero di tessere le sue armonie sugli arpeggi delle chitarre distorte, accentuando i richiami folk a cui il gruppo ci aveva già in precedenza abituato.

It's the blaze that beckons men
Into the woods, of beaten paths,
Is the sight of fire that
No maiden's eyes should have.
Iron does as iron's told
And drinks of life's red gold,
But shame won't leave with dying breath
The life that wasn't its own death.

Il bagliore che attira gli uomini
nei boschi, di sentieri fuori mano,
è la vista del fuoco che
nessun occhio di vergine dovrebbe contemplare.
Il ferro fa ciò per cui il ferro nasce
e beve il rosso oro della vita,
ma la vergogna non lascia con il morente respiro
una vita che non è la sua morte.


Con Summer's End si chiude Tuonela. È una canzone dal riffing essenziale e avvolgente, un tranquillo commiato da un desco vario e prelibato.

Tuonela rappresenta un vero e proprio punto di svolta nella carriera degli Amorphis. Il disco è una completa novità, qualcosa a cui il gruppo non ci ha abituato. Tuttavia, questo non è un canto del cigno e, lentamente, la creatura sprofonderà nella propria anima sperimentale perdendovi la propria identità, cercando sempre di ricopiarsi e contemporaneamente reinventarsi.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
86.10 su 69 voti [ VOTA]
Antek82
Martedì 9 Giugno 2020, 11.54.37
11
@giulio70 di questo disco mi sconvolgono a tutt'oggi pezzi come Nightfall, Tuonela, Morning Star, o le ultime 3 tracce che....trovatemi un disco con le ultime 3 tracce così fantastiche.
Rob Fleming
Sabato 21 Dicembre 2019, 12.14.11
10
@Giulio70 non mi è chiaro se il tuo commento sul gruppo è fatto con "orecchie" attuali o in riferimento proprio a quest'album uscito e ascoltato 20 anni fa. Mi spiego: nascevano death, progressivamente introducevano elementi folk e clean vocals con quel capolavoro di Elegy. Quando se ne vennero fuori con questo disco, che per me è il loro vertice, ci spiazzarono tutti perché all'epoca era tutto fuorché commerciale. Poi che per te sia "carino" e basta non lo discuto perché ognuno ha le proprie preferenze. Diciamo che mi trovo più in sintonia con @Antek82
giulio70
Sabato 21 Dicembre 2019, 12.02.32
9
A mio parere gruppo dalle grandi potenzialità ma che sembra quasi frenarsi nel senso che potrebbero osare di più ma non vogliono perdere il lato diciamo "commerciale".Carino ma non è che ti sconvolga proprio.Voto 70
Antek82
Mercoledì 4 Dicembre 2019, 12.28.38
8
Disco che dopo vent'anni è ancora più bello. Dal primo all'utlimo secondo. Melodie sublimi, atmosfere magiche, canzoni bellissime e ben diverse fra di loro. Uno dei dischi più belli in assoluto. Da 100, senza dubbio.
Rob Fleming
Sabato 16 Gennaio 2016, 14.12.15
7
Capolavoro! Le prime tre sono chiari esempi della svolta: flauti, chitarre distorte e/o liquide, tastiere. Withered ha un andamento ed atmosfere in grado di far accapponare la pelle. E Rusty moon riesce addirittura a far meglio. 93
Bloody Karma
Venerdì 4 Luglio 2014, 15.29.58
6
quando uscì rimasi all'inizio abbastanza contrariato poichè mi aspettavo un elegy 2 o cmq qualcosa che abbracciasse sonorità più prog e psichedeliche (tipo quanto fatto nel mini My Kantele), però con il tempo mi sono dovuto ricredere ed è anche esso un grande disco, sebbene non tiene il passo con i suoi predecessori. Il dittico finale è qualcosa che toglie il fiato...
tevildo75
Martedì 1 Luglio 2014, 12.03.45
5
Molto bello come album.....ma con il senno del poi, all'epoca dopo Elegy ci aspettavamo altro, insomma non è stato facile accettarlo.
l'Accademico
Lunedì 30 Giugno 2014, 22.37.34
4
Tutti dischi della decade 90 sono belli. E oggi più che mai.
lux chaos
Sabato 28 Giugno 2014, 20.16.15
3
Stupendo, comprato in diretta nel '99, non di facile assimilazione ma quando ti entra dentro cogli il grande lavoro fatto. Consumato. Grande gruppo e bella rece!!
Ad astra
Sabato 28 Giugno 2014, 11.55.49
2
bella, davvero bella la rece francesco, l'ho letta con molto piacere, rappresenta al meglio le atmosfere e le tematiche dell'album che, volenti o nolenti ha fatto storia. l'inizio o la fine che ha dato vita ad una creatura nuova.
Doomale
Sabato 28 Giugno 2014, 11.41.25
1
L'ultimo grande Album dei primi Amorphis...Ovviamente sotto a Tales e Elegy ma comunque un bell'album...Non che dopo faranno brutti dischi anzi....ma la magia dei mille laghi nn ci sara piu.La conclusiva Summer end ti fa veramente sognare un panorama di fine estate di un tramonto sui laghi finlandesi. Brividi...voto confermatissimo
INFORMAZIONI
1999
Relapse Records
Melodic Death
Tracklist
1. The Way
2. Morning Star
3. Nightfall
4. Tuonela
5. Greed
6. Divinity
7. Shining
8. Withered
9. Rusty Moon
10. Summer's End
Line Up
Pasi Koskinen (Voce)
Tomi Koivusaari (Chitarra, Sitar)
Esa Holopainen (Chitarra)
Olli-Pekka Laine (Basso)
Pekka Kasari (Batteria)
 
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