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Garybaldi - Nuda
( 3982 letture )
Come già ripetutamente sottolineato in numerosissime altre occasioni, il progressive rock italiano ha generato un enorme numero di lavori estremamente importanti sotto i più svariati profili. Alcune volte il loro ruolo ha avuto un peso internazionale, in altre occasioni lo ha giocato solo sul fronte interno, risultando innovativi rispetto ad una scena nazionale asfittica ed ancorata a forme espressive prive delle qualità necessarie per incidere sulla modernità. Nel caso dei Garybaldi ci troviamo di fronte ad un gruppo di confine, chiarissimamente in debito e fortemente derivativo rispetto alla figura di Jimi Hendrix, ma anche capace di ammantare la sua proposta di un gusto italiano che, unitamente al chitarrismo eclettico di Bambi Fossati, ha prodotto almeno un album molto importante per la storia del rock italiano sia a livello musicale che grafico. Nati come Gleemen e come tali autori di un lavoro del 1970 con pochi accenti personali e principalmente d'omaggio alla figura del maestro della chitarra (qui sarebbe comunque necessario dire dell'altro in proposito, ma lo faremo eventualmente in una recensione a quel disco dedicata), nel 1971 cambiano nome in Garybaldi, irrompendo sul mercato con l'ottimo 45 giri Marta Helmuth/Corri, Corri, Corri col quale rimescolano le carte del settore rock duro in Italia, posto che questo esistesse. Superando nettamente il beat degli esordi e mettendo musicalmente a ferro ed a fuoco i posti in cui si esibiscono dal vivo, i quattro si ritrovano rapidamente in sala d'incisione per mettere a punto l'album Nuda, peraltro convintamente supportati da un major come la CGD -fatto oggi inimmaginabile- che gli mette a disposizione anche un illustratore d'eccezione per mettere a punto l'aspetto grafico del disco come Guido Crepax. Gli sforzi del notissimo disegnatore produrranno uno dei più bei lavori sotto questo aspetto dell'intera discografia italiana di ogni tempo. Apribile in tre parti, questo rappresentava una ragazza dal tratto tipicamente crepaxiano, distesa nuda su un terreno relativamente brullo -il riferimento è al brano d'apertura dell'album- con vari animali ed uomini minuscoli che si arrampicano sul suo corpo, in una specie di erotica e languida rappresentazione al femminile del racconto di Jonathan Swift.

Diviso non solo fisicamente come il vinile obbligava a fare, ma anche concettualmente e musicalmente in due distinte metà, con la prima occupata dai quattro pezzi sulla facciata A più chiaramente riferibili al rock hendrixiano debitamente "rimescolato" da Bambi Fossati e quella B da una lunga suite divisa in tre movimenti, dagli accenti decisamente più progressivi così come l'anno di pubblicazione rendeva praticamente obbligatorio, Nuda rappresenta una pietra miliare almeno in ambito nazionale. I primi tre pezzi, ossia Maya Desnuda, il breve ed elettrico Decomposizione, Preludio e Pace e 26 Febbraio 1700, ma più marcatamente il primo, pagano pegno al grandissimo Jimi sotto tutti i profili, risultando una specie di "traduzione" della sua lezione ad uso e consumo di un pubbico che (siamo nel 1972 e l'Italia si distingueva già per un costante ritardo di almeno due o tre anni su qualsiasi novità importante venisse dall'estero, mentre era già estremamente ricettiva ad ogni idiozia venisse da oltreconfine) non aveva ancora metabolizzato per nulla le nuove incendiarie sonorità provenienti dall'Inghilterra. Anche dal punto di vista delle liriche ed ancora specialmente per ciò che riguarda il brano d'apertura, queste non fanno altro che replicare in italiano quelle situazioni impregnate di sesso animalesco e bruciante che contraddistinguevano spessissimo i testi di Hendrix. Il quarto pezzo, L'Ultima Graziosa, è già più arioso, pur restando un solido rock-blues ancora di matrice hendrixiana con un testo decisamente tipico di quegli anni. Il meglio però, è concentrato sul lato B, con la lunghissima Moretto da Brescia. Quasi si fatica ad associare il gruppo ascoltato sulla facciata A con quello che sfoggia un eclettismo superiore su quella B. Cambi di tempo, di registri timbrici, di sapori musicali che si fondono con la capacità di raccontare la storia narrata dal testo e contenenti persino passaggi doom, proto-epic e parti solistiche di chitarra e di tastiera di grandissimo effetto su un impianto già dichiaratamente progressive, insomma: una delle più belle e complete suite partorite da quel periodo. Intermezzi diversi posti tra passaggi onirici che poi sfociano in altri più rock costituiscono il valore aggiunto di questa composizione. Il tutto vale doppio, per così dire, se pensiamo che in realtà il vero anno del progressive per l'Italia sarebbe stato il seguente, ossia il 1973. Il limite principale del disco è paradossalmente da ricercare nel suo stesso pregio, ossia nell'omaggio ad Hendrix che lo pervade, limitando notevolmente la sua importanza sulla scena internazionale, ma evidenziandola su quella nazionale, dove ebbe un effetto più rivoluzionario di quello che oggettivamente doveva a causa dell'arretratezza italiana nel settore, con la trasgressione anche testuale da inquadrare anche questa in un'ottica interna.

Nuda mostra una band perfettamente padrona dei propri mezzi ed estremamente coesa, anche se non certo originale in senso assoluto, tanto che alcuni hanno parlato di "prestiti" inseriti nei loro pezzi da parte di Deep Purple, Gentle Giant ed altri. A prescindere da ciò, i quattro strumentisti si mostrano pienamente in armonia, con il batterista Maurizio Cassinelli che evidenzia uno stile non privo dell'uso di filler, sempre posti al servizio del pezzo e mai invasivi, così come del resto il bassista Angelo Traverso. Il tastierista Lio Marchi (che poi, sembra, finirà per suonare sulle navi da crociera) usa il suo strumento in maniera molto moderna per l'epoca e tesse trame che passano senza sforzo dal psych all'hard rock, con tutto ciò che c'è in mezzo. La figura centrale dei Garybaldi però, era e resta nell'immaginario collettivo il cantante/chitarrista Bambi Fossati, in possesso di una tecnica ed un gusto notevoli, stregato da Hendrix al punto di importarne massicce dosi nella sua musica, ma anche capace di elaborare il tutto e restituire un prodotto masticato, inghiottito, metabolizzato e reso proprio. Un talento il suo, che in seguito lo porterà a suonare anche con alcune stelle internazionali come Santana, gli Uriah Heep ed altri. Bambi, per chi non lo sapesse, ci ha purtroppo lasciato pochissimo tempo fa all'età di 65 anni, in seguito ad una malattia che non gli ha lasciato scampo. I Garybaldi produrranno nel 1973 Astrolabio, un lavoro meno riuscito di questo anche a causa di alcuni mutamenti in formazione e della conseguente poca omogeneità tra loro delle due composizioni che costituivano la sua scaletta, per poi sciogliersi. Certamente fondamentali rispetto al "fronte interno" della musica, i Garybaldi vanno sicuramente conosciuti ed ascoltati, perché anche se siamo ancora una volta di fronte ad un fenomeno di assorbimento di qualcosa nato altrove, come accade quasi sempre parlando di Italia, Bambi Fossati ed i suoi ragazzi lo hanno fatto ancora una volta nostro. Infine, perché un chitarrista come lui non va dimenticato. Mai.



VOTO RECENSORE
81
VOTO LETTORI
80.12 su 8 voti [ VOTA]
Marchi
Sabato 9 Marzo 2019, 15.03.26
61
Sono il nipote di Lui Marchi. Confermo, ha fatto davvero il pianista sulle navi in giro per il mondo, e ora si gode la pensione suonando di tanto in tanto la tastiera in varie orchestre di liscio alle feste nell'entroterra genovese. Un saluto agli amanti della buona musica.
Lele 12 *DiAnno
Giovedì 22 Ottobre 2015, 6.57.30
60
Ehi bambina, sono stufo di te, non mi fai neanche bere un caffè Cerca pure, intanto io sto correndo come Superman. Ehi bambina, cosa credi che sia? Un'ultra-fai-l'amore superstar? Ehi bambina, prova a andare da James Brown e la sua sexmachine. Sai bambina, cosa credo di far(r)e di sparire in mezzo al mare Ehi bambina, forse tu ... non lo sai, sono guai! Vieni sù ...insieme a me ...va bene così!
Nonno Ippei
Lunedì 14 Luglio 2014, 0.37.31
59
Scusa ma non è vero che l'arte nn risponda a valori assoluti o canoni matematici... Esempio facile facile: la scultura greca era assoggettata ad canoni estremamenti vincolanti e rigidi riguardo l'estetica. La musica stessa risponde a canoni molto "matematici" e vincolanti delinguaggio musicale, fatto guarda caso, di tempi espressi in rapporto matematico e vincolati a certi generi. Difficilmente ascolterai un valzer in 12/8 o punk rock in tempi dispari
Raven
Sabato 12 Luglio 2014, 10.48.10
58
Scusate, ma qui continua ad esserci un equivoco di base. Il fatto di tenere conto della storicizzazione di un periodo e di un disco non vuol dire assolutamente non tenere nel debito conto la musica, nè il divertimento dell'ascolto o men che mai rimanere affascinati dal contorno e perdere di vista il resto. So benissimo che il prog è zeppo di dischi che non hanno retto alla prova del tempo e più ancora di dischi semplicemente brutti già all'epoca della loro uscita, ma non è certo questo il caso ed è proprio la storicizzazione a dare i parametri del contesto. Non voglio poi nemmeno tornare sulla polemica circa l'imposizione di un punto di vista che non è nemmeno tale se parliamo di storicizzazione, l'importante è tenere conto di tutte le fonti e fare un adeguato lavoro di ricerca a monte. Poi ognuno è libero di tenere o non tenere conto del tutto in sede di lettura, meno in quella di analisi di lavori che hanno, come in questo caso, oltre 40 anni alle spalle. Se poi volessimo parlare anche del disco non sarebbe male.
Osvaldo
Sabato 12 Luglio 2014, 0.47.19
57
La storicizzazione ti ha dato un bel mestiere... comunque scherzi a parte anche a me sto disco non dice nulla... Sono convinto che un buon recensore debba andare a scavare anche nel contesto storico e socioculturale del periodo, ma non bisogna perdere d'occhio la musica... Dal momento che si rimane affascinati dal contesto storico e non dal valore effettivo di un disco secondo me si comincia a perdere di obiettività. E allora non tutto il prog è oro che luccica soprattutto in italia.
spiderman
Venerdì 11 Luglio 2014, 17.12.47
56
Ho ascoltato,questo album,di un gruppo che non conoscevo,e ho scoperto con stupore che Bambi Fossati,e' il fratello del ben piu' famoso Ivano Fossati,e' un bel album di prog,certo di impronta endrixiana,ma ci sono anche influenze beatlesiane,e influssi di altri stili,questo lavoro e' ottimamente arrangiato,con ritmiche veramente ben costruite e ben armoniosamente collegate tra basso ,tastiere ,batteria e chitarra,gia' proprio la chitarra di Bambi che il loro punto di forza,ma puo' essere anche un arma a doppio taglio,infatti(unica pecca),a mio avviso sbaglia nel voler imitare pedissequamente a un mostro sacro come Hendrix,in certi punti esagera veramente a voler sembrare per forza lui con risultati discutibili.L'unico pezzo che non mi e' piaciuto molto(un po deboluccio) e' L'Ultima Graziosa.Non conosco Astrolabio,per fsrevaltri confronti,ma da quel poco che so devo dire che sono stati coraggiosinqpa quel tempo,a staccarsi dal solito prog,e proporre sonorita' piu toste tipo hsrd bues rock,e per di piu' con il segno endrixiano.il voto oscilla per me tra il 78 e 80.
spiderman
Mercoledì 9 Luglio 2014, 17.45.52
55
@Raven,mi scuso per aver contribuito ad alimentare questo gigantesco OT,senza attenerci ai tuoi richiami in effetti ce so andato un po de tigna,quasi sicuramente avro' detto delle castronerie,ma forse anche delle verita',a volte agisco di impulso,mi riprometto di ascoltare questo album al piu' presto,e di limitarmi a commentarlo.
Raven
Martedì 8 Luglio 2014, 15.57.11
54
OT = Off Topic, cioè non attinente all'argomento che è il disco, non il recensore.
Le Marquis de Fremont
Martedì 8 Luglio 2014, 15.12.39
53
Cosa vuol dire OT, Monsieur Raven? Comunque continui a recensire dischi come questo che hanno un loro valore. Per me, a mio gusto, consiglierei anche Astrolabio, in ogni caso... Il prog Italiano degli anni '70 è uno scrigno di gioielli...
Raven
Martedì 8 Luglio 2014, 13.42.29
52
E nonostante i richiami ripetuti riguardo all'essere OT
Le Marquis de Fremont
Martedì 8 Luglio 2014, 13.16.18
51
Si è parlato di un sacco di cose, tranne che del disco...
Lizard
Martedì 8 Luglio 2014, 10.03.22
50
Mah guarda... per me potevamo chiuderla prima di iniziarla.
Raven
Martedì 8 Luglio 2014, 9.57.16
49
Possiamo, ma non prima di aver rilevato che evidentemente hai capito poco della mia persona. Ciao.
waste of air
Martedì 8 Luglio 2014, 9.55.03
48
Saverio, appunto perché vi conosco bene e appunto perché non è la prima volta, appunto. A me va bene che mi si faccia passare per scemo, non è un problema; giriamo attorno fin che vuoi ma il commento 3 e il commento 8 li si vede un po' troppo spesso e dalla stessa persona. Fine. Se vuoi capire capisci, se no andiamo avanti altri 50 commenti, partiamo dagli etruschi e il significato di imporre rimane uguale. L'onesta intellettuale poi è anche ammettere l'errore, sai? Altro che valori assoluti. Possiamo chiuderla adesso o cosa?
Raven
Martedì 8 Luglio 2014, 9.34.08
47
No di certo, perche' tu come lettore puoi basarti legittimamente su quello, mentre chi scrive deve tenere conto di un contesto generale.
The Void
Martedì 8 Luglio 2014, 9.30.15
46
Maaa quindi se io avessi ascoltato questo disco, anche più volte, e vi dicessi che davvero non mi piace proprio, nulla togliere alla storia, mi linciate?
Lizard
Martedì 8 Luglio 2014, 8.55.22
45
Gianluca abbi pazienza, ma a parte il tono che sinceramente trovo del tutto fuori luogo sin dall'inizio, mi sembra che il tuo unico intento sia quello di avere ragione. Stai rigirando a tuo pro ogni frase che viene scritta senza neanche provare a interpretarla nel suo contesto e pretendi di negare quello che viene detto solo perché sei partito dal presupposto che si voglia imporre qualcosa a qualcuno. Ma di che stiamo parlando? E' forse la stessa cosa scrivere la recensione di un disco che esce oggi e di uno uscito quarant'anni fa? No, direi. E' diversa la società che ha dato vita a quel disco, le ragioni, il sentire, perfino i mezzi che lo hanno creato. Si può non tenere conto di questo in una recensione? Se si vuole fare un lavoro minimamente accurato no. Si può partire da quello che la storiografia ci racconta di quel disco e di quell'artista/gruppo? Sicuramente sì. Che sia per confermare o per confutare, sicuramente sì ed è sicuramente meglio che partire dal gusto individuale e singolo che vale solo per se stessi. Un ascoltatore questi problemi può anche non porseli, come ho già scritto, e valutare solo se quello che sente gli piace o meno. Ma anche lui, se è interessato a qualcosa di più che la semplice reazione epidermica, dovrà approfondire e per farlo dovrà comunque partire da una visione più ampia e generale che la propria. Allora la faccio a te la domanda, a che serve recensire un disco? Solo a dire "Mi piace, non mi piace"? E' una recensione quella? Dai... Va bene che devi fare polemica per forza per dimostrare quanto siamo brutti e cattivi e quanto pretendiamo di avere sempre ragione e imporre una visione unilaterale a tutto, ma a parte il dubbio senso di questa crociata, stai facendo un monte da un topolino. L'arte di qui, l'arte di là... Che vuol dire? Se oggi si riconoscono i maestri di un genere, i pionieri, i gruppi fondamentali etc non si sta mica dicendo che sono i migliori, i più bravi, gli autori dei dischi più belli. Si dice che sono i fondamentali, quelli a cui gli altri si sono rifatti riprendendone soluzioni e idee. Poi magari sono anche meglio di loro, ciò non toglie che ai primi vada riconosciuta una importanza e a questo serve la storicizzazione che va al di là dei gusti, del successo etc. mica stiamo dicendo che devono per forza piacerti i Black Sabbath o i Led Zeppelin più dei Meshuggah o dei Mastodon o che i loro dischi siano per forza superiori e che la musica è morta quarant'anni fa. Stiamo dicendo tutt'altro e se invece di incastrarti al solito in polemiche che devi per forza tirare avanti da solo, riconoscessi un minimo di onestà intellettuale in chi hai di fronte -che peraltro, dovresti anche conoscere bene- tante delle obiezioni che hai tirato in ballo nell'ultimo commento te le saresti risparmiate da solo...
waste of air
Martedì 8 Luglio 2014, 0.04.01
44
A- L'assolutismo è matematico. In arte niente è assoluto ma solo un gusto: non è scientificamente provato che a è brutto, b è bello e c è mediocre. Viene stabilito da qualcuno, altri poi possono condividerne o no il pensiero. B- Tra 4-5 anni saremo tutti coglioni, perché non ci si sta rendendo conto che la società è cambiata in maniera drastica e probabilmente irreversibile. Oggi non riuscirà mai un disco di una band emergente ad avere il successo delle band andate, e comunque non è una giustificazione valida per ragionare in una certa maniera. Altrimenti tutto prenderebbe 55 perché tutto è già stato scritto e quando cadranno le grandi band non ci sarà più niente e altri deliranti concetti. C- Dire che una recensione è toppata se dopo 4-5 anni il disco non ha resistito al tempo è una cazzata madornale, e hai code chilometriche di capolavori che si rivoltano nella tomba a dirtelo, non devo di certo dirtelo io; c'è giusto una sezione rispolverati che rende giustizia a queste situazioni. Se poi la recensione stronca a torto, o parla di solita roba a torto, la causa del toppaggio potrebbe essere il recensore stesso. Ma dato che qui di fallibile c'è solo l'utente (in questo caso io), è ora di porre fine a questa conversazione. Ps: ora ti fa comodo e parli di assolutismo, andiamo a contare le volte in cui al primo troll che incalza scrivi "LA RECENSIONE E' UN'OPINIONE?" Perché non gli dici che è assoluta e i parametri e il tempo e la storicità ecc ecc ecc...? Concludo poi con l'adorata Wikipedia: L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Nella sua accezione odierna, l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni e "messaggi" soggettivi. Tuttavia non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice inequivocabile di interpretazione. Leggere e sottolineare l'ultima frase, poi rileggere ancora ad libitum.
Raven
Lunedì 7 Luglio 2014, 23.36.21
43
! - io non voglio imporre niente a nessuno, ripeto che il gusto è sacro e le persone possono pensare ciò che vogliono, ma questo non ha relazione con i valori assoluti. " 2 - No, la storicizzazione non è questione di gusti, ma di studi condotti da esperti in relazione ai parametri già espressi in altri commenti. Il fatto che certe cose vengano incensate in certe epoche e denigrate in altre (ad esempio Caravaggio) indica solo che certi processi sono legati ai non perfetti metodi di analisi adottati, proprio perchè legati al gusto del tempo e non a valori assoluti. Certo, poi le variabili sono tante e magari può anche accadere di vedere giudizi ondivaghi in bae al mutamento dei parametri sociali, ma dato che una società ed una certa generazione difficilmente li cambia in corso d'opera, ci troviamo davanti ai classici che sono storicizzati da tempo (cioè ad esempio questo disco, per cui non capisco proprio la discussione) e agli altri che lo saranno dal tempo. Circa questi il recensore si assume la responsabilità della valutazione se ha intenzione di scrivere qualcosa che incida e non contenga solo le solite cose che dopo in mese non servono più a nessuno. come diceva Lizard, rileggiamo gli scritti dopo 4 o 5 anni e vediamo quante toppate prende un recensore che cerca di capire quanto un disco resisterà al tempo e non solo quanto venderà nel primo mese, poi vediamo. In ogni caso tutta questa discussione parte da una falsa premessa, quella che si vuole imporre al lettore di vedere tutto sempre a tutto tondo, mentre questo può tranquillamente evitare tutte queste valutazioni e fermarsi al MI PIACE/NON MI PIACE e punto, ma a voi serve leggere qualcuno che dice solo questo? Anche i suggerire (sugerire, non imporre) di consultare dei librii era una risposta al commento 7, anche questo non certo astioso,ma vedo che il tono dello scritto viene interpretato come si vuole e me ne dispiaccio, ma aoltro non posso fare.
waste of air
Lunedì 7 Luglio 2014, 23.24.47
42
@Raven: è più utile questo ai lettori che il dire loro di andare a comprare dei libri di prog e seguirli alla lettera (commento 8), giusto per fare tutto con lo stampino. Ri-buonanotte.
spiderman
Lunedì 7 Luglio 2014, 23.17.49
41
La storicizzazione e' soggettiva,perche' e' basata sui gusti personali e puo' portare al paradosso,che alcuni gruppi minori,influenzano altri poi considerati dalla massa gruppi maggiori,che invece sono pilotati dalle label,senza che nessuno se ne ricordi, cosi' come puo' accadere il contrario,ricordo Le parole di jimmy Endrix,che da qualche parte in qualche posto sperduto,c'e' qualcuno che suona la chitarra divinamente molto meglio di me,e disse che li aveva anche visti realmente alcuni suonarla meglio di lui,e magari ne fu influenzato,cosi' come molte composizioni del blues primordiale,sono composte,da anonimi,eppurebquelle sonorita' sono nel rock e nel metal. Inoltre,anche Justin Bieber e Miley Cyrus sono" storicizzati!?",ma da chi!? Non da me di certo,come credo neanche dalla massa di tutti i metallari. Fatemi capire,chi storicizza?e' questa la domanda chiave.
waste of air
Lunedì 7 Luglio 2014, 23.17.47
40
@Er Trucido: e va be, anche io preferisco il secondo e trovo le chitarre del primo zanzare tigre, ma non ne negherò mai l'importanza (l'ho anche comprato, tra l'altro). Poi non nego niente di ciò che state dicendo, mi irrita l'imporlo; e non è neanche questione di relativismo, è la gente a fare la storia, sempre e comunque, non qualche tipo di insetto o suricato. Storiografia letteralmente significa studio della storia, chi la studia? E cosa più importante, chi l'ha scritta e perché? Poi il resto sta al singolo, ma almeno alla gente va lasciata la facoltà di decidere; in queste cose l'assolutismo va lasciato in un cassetto. La musica è altro e pretende altro. Buonanotte.
Raven
Lunedì 7 Luglio 2014, 23.07.41
39
Noto adesso un'altra obiezione: Gianlu, se Dedesonic non mi crede e dice che non è vero quanto affermo, mi sembra logico affidarmi allo scritto di terzi qualificati, visto che la mia parola non vale molto, a quanto pare. In generale però, ed oltre al fatto che siamo sempre costantemente OT, francamente non comprendo questo voler attaccare da parte di alcuni un atteggiamento che è normale quando si cerca di fare critica ad alto livello. Ripeto cmq che qui si dovrebbe parlare dei Garybaldi, quindi se volessimo riportare la discussione nel suo alveo naturale forse risulteremmo più utili ai lettori.
Er Trucido
Lunedì 7 Luglio 2014, 23.02.23
38
@waste: io stavo parlando soprattutto di dischi del passato, dove è necessario inquadrare il momento storico di scena, mercato eccetera. In quelli contemporanei è chiaramente più difficile, ma quante volte abbiamo criticato l'ennesimo disco metalcore stereotipato uguale a tanti altri? Quante volte abbiamo criticato le produzioni tutti uguali? Già questo è storicizzare, perché anche analizzare il momento in cui si vive o l'inflazionamento contribuisce a dare una descrizione a tutto tondo di quello che abbiamo tra le mani. Sul discorso dogmi, permettimi hai fatto tutto da solo, mai detto. Ho detto che ci sono fatti e situazioni che contribuiscono alla creazione di lavori epocali, che hanno dato svolte. Dischi come Left Hand Path o De misteriis sono degli esempi e sai benissimo che tra i due preferisco di gran lunga il primo, pur riconoscendo l'importanza del secondo.
Raven
Lunedì 7 Luglio 2014, 23.01.41
37
No Waste, quella è la tua interpretazione della mia risposta. Io volevo dire (e ho detto) che il gusto va bene sempre e si può anche avere un'impressione pessima di dischi storicizzati, ma questo non influisce sul fatto che lo sia e che sia riconosciuto come tale. tutto qui ricordiamoci sempre: lo scritto è spesso interpretato in base al proprio carattere, ma non sempre quel che si legge viene interpretato correttamente rispetto alle intenzioni dello scrivente.
waste of air
Lunedì 7 Luglio 2014, 22.57.05
36
L'obiezione e alla base, puramente etica: un ragazzo ha detto non mi piace, la risposta è stata quasi un non è possibile perché la storia dice altro. Fine della discussione, ma piuttosto che ammettere un errore si copia-incolla un paragrafo intero di Wikipedia, numeri inclusi. Spero stiamo scherzando.
Lizard
Lunedì 7 Luglio 2014, 22.45.24
35
Perdonami spiderman ma quello che hai appena scritto è un argomento a favore della storicizzazione, senza la quale l'importanza di un Robert Johnson che incide le sue cinquanta canzoni e poi muore giovanissimo senza che quasi nessuno lo conoscesse, salvo poi essere rivalutato ventio ppiù anni dopo grazie al successo di Eric Clapton che lo cita come propria influenza e da lì in poi grazie alla storiografia musicale che ne fa uno degli artisti più influenti e importanti del blues primordiale, non esisterebbe. Non riesco proprio a capire le basi della vostra obiezione. Non si può relativizzare tutto per forza, degli assoluti ci sono sempre. C'è una ragione se certe opere a distanza di anni o magari secoli sono considerate ancora fondamentali e citate come basilari o altre no. Quanto al fatto del valore di scrivere delle recensioni oggi, ebbene la storicizzazione inizia oggi e magari tra dieci anni qualcun altro verrà a leggere cosa si scriveva oggi di quel determinato disco o artista e lo userà per trarre delle conclusioni, magari confermandole o magari confutandole. Così come oggi è bellissimo leggere le recensioni degli anni settanta di critici che distruggono i Led Zeppelin o gli Uriah Heep...
Raven
Lunedì 7 Luglio 2014, 22.43.19
34
Intervengo l'ultima volta circa questa questione perchè adesso la discussione non riguarda più i Garybaldi, la la filosofia delle mie recensioni, quindi OT. Potete eventualmente aprire un topic nel forum in merrito, se ne avete voglia. Waste: I dischi contemporanei li recensisco perchè mi ritengo in grado di dare valutazioni che resteranno nel tempo, fermo restando che gli errori si possono commettere. Le recensioni in rete del resto, al contrario di quanto avviene per il cartaceo, usa e getta per il supporto stesso, vengono dimenticate, le nostre restano e vengono ricommentate giornalmente a distanza di anni. Ebbene, io voglio che i miei scritti resistano al tempo, spingendo le mie considerazioni al livello cui ho accennato studiando profondamente tutti gli aspetti del disco, il contsto in cui si colloca, cosa sposta nel genere di rifrimento, etc. Tutto, anche per i dischi più insignificanti. Rischio molto, lo so, ma non credo sia utile a nessuno qualcuno che scrive qualcosa che tra sei mesi sarà superato dai fatti. Nemmeno su Hirst siamo troppo d'accordo, ma non voglio aprire un altro fronte. Spiderman: Il fatto che alcuni ignorino la storicizzazione di certi dischi o fenomdni, non cancella il fatto che ci sia, testimonia solo una mancanza di conoscenza di alcuni. NOn è obbligatoria, ci mancherebbe, ma ignorare l'esistenza di una cosa non modifica la sua sostanza. Deedeesonoc: primo sito trovato in rete sull'argomento: "ogni scrittura critica, ogni biografia, dai tempi del suo arrivo a Roma nel 1595 circa [8] fino alle note secentesche dello Scannelli (e diciamo un nome fra tanti), il quale aveva sempre insistito – un po’ ipocritamente – tanto sullo straordinario uso che il pittore faceva della materia cromatica, quanto sull’inefficacia del suo disegno e della sua capacità di “invenzione” (valeva dire composizione); tanto sulla necessità normativa della «imitazione de’ corpi naturali» , [9] in cui Caravaggio era un «mostro», quanto sul fatto che egli fosse però «ignudo di bella idea, gratia, decoro, Architettura, Prospettiva, ed altri simili fondamenti» [10] in una reiterata prospettiva classicistica terminante puntualmente in un giudizio fortemente tranchant, che lo dichiarava irrimediabilmente «inferiore, ed imperfetto» [11] rispetto a qualunque buon esecutore di quei medesimi principi. La critica d’arte italiana ottocentesca non aveva dedicato a Caravaggio più che una citazione fugace nella Storia pittorica pubblicata da Luigi Lanzi nel 1809, dove al pittore era riconosciuto il merito di aver spezzato la maniera dei languidi imitatori classicisti con una pennellata più vigorosa, si, ma ahimè negativamente influente sui contemporanei e conterranei, che avevano cominciato a divenire «rozzi e tenebrosi» [12]. Cominciò nuovamente ad esprimersi intorno al 1881 con la voce di A. Bertolotti , [13] il quale pubblicò alcune importanti testimonianze documentarie, ricavandone però un ritratto fosco e ribaldo, che peserà moltissimo sulla penetrazione effettiva della portata artistica del Merisi, mentre ancora incerta era la cognizione sulle attribuzioni delle opere che a mano a mano emergevano dalle collezioni e dal mercato. Utili precisazioni giunsero finalmente con gli scritti di Adolfo Venturi, in particolare a partire dal libretto dedicato alla Galleria Borghese [14]. Egli, che nel 1888 era stato nominato Direttore delle Antichità e Belle Arti presso il Ministero della Pubblica Istruzione, fondò un nuovo approccio storicistico e interpretativo all’arte italiana, che permise di rileggere il patrimonio delle collezioni nazionali ricostruendo il contesto entro cui erano nate; con lui Caravaggio cominciò a divenire il genio di quel plasticismo luminoso attraverso cui gli oggetti facevano piazza pulita del disegno decorativo dei maestri precedenti." Dalle ultime righe si ricava anche l'importanza della critica qualificata nel processo di storicizzazione , senza minimamennte voler fare paragoni, si capisce.
spiderman
Lunedì 7 Luglio 2014, 22.08.24
33
@Er Trucido,il tuo discorso e' un po pericoloso e spiego il perche',tutta la musica metal,anche il miglior gruppo che sforna il miglior disco,e' stato influenzato da sonorita' e gruppi,precedentii,cosi' facendo,si arriva passando per il rock a ritroso,nel tempo,fino agli inizi ,fino ad arrivare alle commoventi e disperate ballate blues oi gospel dei schiavi neri americani,e a quel temp i dischi neanche esistevano,sono altrettanto famosi,come gli album rock e metal odierni?Quanti metallari o rocchettari li conoscono o li citano?.Eppure a moltissimi metsllari neanche piace il blues o il rock.Torniamo sempre alla soggettivita' dei gusti e delle offerte musicali.Tempo fa qui su Metallized si rinfacciava alla redazione il perche' dare spazio ai Pink Floyd in un sito di metal.eppure sonorita' psichefeliche le ritroviamo,nel doom,nel death,nell'alternative e nel progressive metal e nel nu metal,perche' a molti metallari fanno schifo,eppure dovrebbero ono essere "storicizzati da lungo tempo
waste of air
Lunedì 7 Luglio 2014, 21.43.28
32
@Er Trucido: allora cosa recensiamo oggi i dischi a fare? Facciamolo tra 10 anni quando saranno storicizzati e avremo il verbo in mano. Detto questo la scena da cosa è fatta? Da persone. Un disco ha successo e impatta su tutto perché incontra il gusto di molti che si autoinfluenzano a vicenda, a volte spontaneamente a volte sotto logiche di marketing ben precise. Se no facciamo come la Chiesa: i capisaldi esistono. Fine. Poi inventiamo la fede e basiamo magicamente tutto su quello. Giustamente i Pestilence si erano sciolti; guarda caso è arrivata la rivalutazione, il mercato e il resto della storia la sappiamo. Comproviamo pure tutto ciò che vogliamo, ma se togliamo le vendite, quelle becere cose che rendono il più stronzo degli ignoranti uguale tanto quanto il più erudito dei metallari, il castello si rompe. Se la gente non ascolta, non si ha niente da storicizzare, solo artisti soli e incompresi, talvolta suicidi.
Er Trucido
Lunedì 7 Luglio 2014, 21.12.09
31
scusate ma l'influenza che un disco ha avuto sui gruppi contemporanei e successivi o l'impatto che ha avuto su di una scena non sono cose soggettive, sono comprovate. è questa la storicizzazione, che nonostante tutto dovrebbe far riconoscere l'importanza di un album, nonostante non piaccia. il discorso sul successo e sul pubblico poi lo vedo zoppicante, dato che dischi come spheres se lo sono cagati in pochi all' epoca tra pubblico e critici ed oggi viene riconosciuto (giustamente) come un capolavoro perché guardando l'anno di uscita si capisce che era troppo avanti per quel periodo.
spiderman
Lunedì 7 Luglio 2014, 20.11.32
30
@Galilee.appunto una coscienza storico-musicale esiste certamente.ma e'strettamente soggettiva e appuntp spessissimo influenzata da una molteplicita' di fattori esterni,tutti egualmente "Storicizzabili"!? Rspetto le opinioni tutti,ma quoto waste in pieno,e non cambio idea neanche a cannonate,sempre nel rispetto delle opinioni altrui,si intende.
deedeesonic
Lunedì 7 Luglio 2014, 20.05.30
29
Mi permetto di intervenire dicendo che il fatto che Caravaggio non se lo filava nessuno, è una balla colossale! Poi questa storia della storicizzazione è una cosa che non riesco a capire! Cosa vuol dire? Tutto è storicizzato anche l'artista più sconosciuto! Come spesso accade sono una "cricca" di critici "illuminati" che decretano il successo o l'oblio del malcapitato/fortunato di turno, ma l'artista si rivolge al pubblico ed è quest'ultimo ad avere il "potere", senza altre menate intorno. L'arte è libertà di espressione, quindi libera da qualsiasi vincolo, non deve rispondere a nessuno se non all'artista che la crea. Se poi un'artista rinnega la propria espressione per averne un ritorno maggiore, allora sarà il pubblico a criticarlo. Era il dilemma che si poneva Mozart, il quale si chiedeva perchè fosse "costretto" a scrivere certo tipo di musica per campare. Infine si rispose componendo i suoi Requiem che sono tra i meno apprezzati dalla "critica"..
Galilee
Lunedì 7 Luglio 2014, 20.04.18
28
Spiderman : ognuno la pensa come vuole, ma secondo me invece la storicizzatione di un opera è proprio ciò che ne determina il valore.
Galilee
Lunedì 7 Luglio 2014, 20.02.39
27
Una coscienza storico musicale esiste eccome. Basta informarsi bene riguardo agli eventi che circondano certe uscite discografiche. Cause effetto. Opinione pubblica , critica. Successo e impatto culturale sulla società. Non mi sembra una cosa così astrusa. Secondo il mio punto di vista confondete le opinioni personali con i fatti.
spiderman
Lunedì 7 Luglio 2014, 19.48.07
26
P.S. @Raven,Caravaggio se lo filavano eccome in vita.era protetto da cardinali e vescovi potenti,ed ev' pervquello che ha evitato la forca per omicidio entrando nel prestigioso ordine dei Cavalieri di Malta,e il papa,gli aveva all'ultimo concesso il salvacondotto,per affidargli opere importsnti,inoltre era gia' stimato ancora in vita dai pittori fiamminghi che ne riconobbero il talento per via delle suo opere chiaroscurate.Ora tolgo veramente il disturbo,ribadendo che la storicizzazione non mi convince e mai lo fara'.
spiderman
Lunedì 7 Luglio 2014, 19.27.56
25
@Raven con tutto il rispetto,se sei coerente e parli di storicizzazione,allora devi anche ammettere che anche i "successi" sono "storicizzati",eccome se lo sono
waste of air
Lunedì 7 Luglio 2014, 19.15.42
24
Facciamo ordine. La discussione nasce perché un utente ha detto che questo disco non gli piace e preferisce il secondo; la risposta è stata che la storia/storicizzazione o quello che è dice il contrario ma se sono gusti va bene. Logico che uno s'incazza, no? La storia c'è, è fondamentale e serve a educare, ma dovrebbe finire lì; quando inizia l'imposizione cadono molti presupposti. Non è poi il caso di tirare fuori i pittori: lì conta il mercato, altro che l'impatto sulla società, se no sarebbero tutti diventati famosi o almeno agiati prima di morire. Oggi uno degli artisti più quotati è Hirst: quello impatta solo su una società che rende lo schifo arte, e per fare ciò ci vuole gente dietro che sa vendere, e che sa farlo bene, Poi è ovvio che per ogni tipo di opera il contesto è importantissimo se non fondamentale; sono le imposizioni degli stilemi di qualità che non funzionano, perché imposti da un singolo o una massa, ma sempre comunque persone. Esiste la collocazione, come ho detto il contesto, la cornice; è quella che va insegnata, il bello poi sta a discrezione del singolo, e non sempre si colloca nel calderone allori/successo/critica ma può anche rimanere nel dimenticatoio; sono molti di più i capolavori da scoprire rispetto a quelli che hanno fatto storia e umanamente riconosciuti. Quelli sono fari guida, il resto è pura ricerca, e NON va imposta. La storia, che ci piaccia o no, è sempre fatta da una moda (che sia imposta o non), e la moda è composta da persone, talvolta guidate da un unico essere pensante che crea il trend e talvolta no. E' comunque soggettività, da qualunque parte la si guardi. @Lizard, scusa, ti avevo interpretato male.
Raven
Lunedì 7 Luglio 2014, 19.12.04
23
No Spiderman, il successo non c'entra nulla e mai l'ho sostenuto. La storicizzazione non parte dal successo, ma spesso lo genera. Restando in tema pittorico, Caravaggio non se lo filava nessuno dopo la sua morte e prima della sua storicizzazione alla luce della critica moderna, poi ha avuto il successo meritato (postumo). Ripeto, il gusto non c'entra nelle mie valutazioni, nè mi interessa dei media.
spiderman
Lunedì 7 Luglio 2014, 19.08.59
22
@Raven, ma cosi' torniamo al discorso di @waste.e' il successo che decreta,l'opera storicizzata"?ma ilsuccesso stesso dipende dai gusti vero?E i gusti sono mutevoli,e influenzati anche loro da una infinita' fi variabili,cio' che per es.poteva piacere a 30 anni puo' non esserlo a 50.Inoltre supponiamo il caso,che un disco sia ultrapompato a dismisura dai media,e dalle label miliardarie fino a ipnoizzare una grande massa fi persone nel mondo,anchr a didtanza di tempo,eppure non ha qualita' particolari,voi recensori che fate? Seguite i vari piffersi magici storicizzatori,e vi adeguste,pps? "storicizzate"?!,daldronde potrebbe esserci una band che invece ha qualita' magsri nell'underground,che ha qualita',e non verra' mai storicizzata.@Raven ti stimo molto ma su qurstodiscorso non sonon d'accordo.Comunque apprezero'sempre le tue recensioni,e' sempte uj piacere leggerle,cosi' come Metallized in generale
Lizard
Lunedì 7 Luglio 2014, 18.55.02
21
Sì ma se una storicizzazione esiste, perché non tenerne conto? È ovvio che col tempo tutto può cambiare, autori o artisti al tempo adorati scompaiono loi col passare degli anni e altri vengono invece riportati alla luce, rivutazioni o svalutazioni postume, tanto degli artisti quanto della critoca stessa agli artisti sono all'ordine del giorno. Con questo, perché non tenerne conto, anche solo in chiave negativa ("un tempo si riteneva questo, oggi invece....")? Questo ovviamente fermo restando il giudizio personale e il gusto individuale che restano intoccabili. Ma su dischi come questo, la prospettiva storica è importante quanto il gusto. Altrimenti si potrebbe correre il rischio di liquidarli come cloni di Hendrix o come un disco prog in ritardo, senza valutare invece il giusto contesto e il valore che il disco ha assunto al momento della sua uscita al di là dell'effettiva consistenza della musica. Non mi sembra per niente che porre l'accento su queste cose sia secondario o nasconda volontà di fare i professorini. Un critico musicale non può non tenere conto di queste cose e riportarle. L'ascoltatore ovviamente può anche farne a meno, ma non toglie che quelle stesse cose esistano. @waste: se uno ti fa una battuta la puoi anche prendere più leggera eh....
Raven
Lunedì 7 Luglio 2014, 18.44.49
20
Si continuano a confondere i legittimi gusti personali con i fatti assodati. Il fatto che a te Picasso non piaccia (ripeto: legittimo) non influisce certo sulla storia che ne ha decretato genialità e valore e sui motivi che hanno portato a tutto questo. Ciò non per gusto personale dei critici e degli storici dell'arte, ma per l'impatto sulla cultura di una società. Nel caso dei Garybaldi ho specificato chiaramente che il disco ha già superato la prova del tempo in relazione alla storia del prog nazionale, meno importante risulta a livello europeo. Frequentando i mesei fino al 700 non vivi il tuo tempo. Non è che si deva andare contro il proprio gusto, ma capire ciò che va oltre quello significa decodificare la realtà che ci circonda Se vuoi continuare il paragone pittorico è un po' come MIgneco, quotatissimo in Italia per il valore del suo racconto relativamente alla realtà del sud, meno fuori, visto che trattava sostanzialmente localismi. Più rischioso semmai, lo sbilanciarsi su uscite nuove, ma è un rischio che ogni recensore decide di correre nel momento in cui pubblica uno scritto. Tra qualche anno si vedrà se certi voti e certe valutazione erano corrette, la critica in diretta per dire "secondo me questo è un bel disco" attiene al blog, non ad una testata che vuole far critica e cultura. Waste, non c'è nulla da fare, prof inside
spiderman
Lunedì 7 Luglio 2014, 18.24.42
19
Premetto che non ho ascoltato l'album e che non voglio fare polemica, intervengo solo per dire che per me invece @waste ha ragione,stessa cosa per gli Arthemis tirando in ballo la storicizzazione,secondo me si perde la bussola valutativa,un album va giudicato subito per quello che e' senza aspettare supposte,psicoastruse e improbabili storicizzazioni,la pssicologia,per semplificare la " capoccia" delle persone,non e' una scienza esatta,e del cervello umano si conosce solo il 3%,chi decide la storicizzazione?Ad es. Ci sono persone che non amano l'arte moderna o quella astratta tipo puntini e linee sui quadri,ne Picasso,ne Dali',(tra cui io),e arrivano fino al 700,frequentand8 musei solo di quel tipo.Altro es. E' capitato al concerto dei metallica,ilmpubblico ha votato in massa per Fuel tratto da un album ultracriticato,e ho rivisto persone che odiavano il black album,e cantarne con passione i brani di esso.Tutto e ' mutevole nel pensiero umano,dunque cosa o chi storicizza cosa!?.in questo modo omsi castranomtalenti inmpartenza o limsi sopravvaluta in seguito.Un rischiomtroppomelevato a mio avviso.Dettomquesto mi tolgo dalle scatole e scusate di nuovo.
waste of air
Lunedì 7 Luglio 2014, 18.23.06
18
@Lizard: No, infatti non ho parlato del disco ma di certi atteggiamenti che fanno più male a voi che a me. E con Raven è sempre così; certo, riprendere me ti costa meno e implica meno diatribe (sai di cosa parlo). Ciao.
Lizard
Lunedì 7 Luglio 2014, 17.58.56
17
Ma tu Waste il disco l'hai ascoltato invece di fare il simpa?
waste of air
Lunedì 7 Luglio 2014, 17.41.32
16
Così per una volta sai cosa vuol dire!
Raven
Lunedì 7 Luglio 2014, 17.39.03
15
Adesso non fare il prof.
waste of air
Lunedì 7 Luglio 2014, 17.34.53
14
Se è per questo, tutta l'arte è storia e porta storia; il quanto viene diffusa si chiama successo e non ha niente a che vedere con essa. Ogni disco/libro/film/quadro che viene dato alle stampe è consegnato alla storia e ha una storia, se non sua dell'individuo che ha concepito il tutto..Ciò che poi è concesso agli altri è il gusto, ed è ciò che fa salire o scendere le quotazioni nel tempo assieme alla divulgazione della conoscenza, che potrebbe anch'essa essere negata.
Raven
Lunedì 7 Luglio 2014, 17.26.36
13
Non discutevo di questo, ma della storicizzazione (lo è) e del fatto che porti in sè un po' di storia, come tutte le opere d'arte. Poi il gusto è altro
waste of air
Lunedì 7 Luglio 2014, 17.23.53
12
Ma ci credo, ci mancherebbe altro! Però se a uno non piace non piace, storia o meno; non deve passare come aggravante.
Raven
Lunedì 7 Luglio 2014, 17.17.33
11
Waste, non è questione di fare il prof. è che il disco è storicizzato davvero, almeno a livello nazionale. Inoltre, se un disco contiene della storia e/o la riflette, la sua musica la trasmette. Poi se uno vuole solo ascoltare canzoni senza altre sovrastrutture è ovviamente padronissimo, ma questo non significa che quella storia non sia presente.
waste of air
Lunedì 7 Luglio 2014, 17.11.04
10
@Raven: Suvvia, ha solo detto che non gli piace, la questione non necessita uno sbrodolo di conoscenze e un "Ce l'ho più duro io perché lo dice la storia", siamo seri. Esiste anche un tipo di gente istintiva che usa le date come carta igienica e ascolta solo quello che gli piace in maniera incontaminata e indiscriminata, rispettiamoli. Gli atteggiamenti da prof allontanano, altro che unire.
Galilee
Lunedì 7 Luglio 2014, 16.30.07
9
Ho tre libri sul prog Italiano e questo disco viene menzionato e valutato in maniera più che buona. Non sarà importante come un classico delle Orme o del Banco, ma avrà ben la sua importanza. Io non li avevo mai ascoltati, ma da un primo approccio mi sono parsi ottimi.
Raven
Lunedì 7 Luglio 2014, 16.14.46
8
Evidentemente non segui la scena prog italiana. Se ti fai un giro nel web e compri qualche libro ti accorgi facilmente del contrario. Per la cronaca: In cuffia ci finisce anche la storia.
Zess
Lunedì 7 Luglio 2014, 16.06.31
7
Quale storicizzazione? A parte la grandiosa copertina, non mi pare che questo disco sia noto per altro. E in cuffia ci finisce la musica, non la storia.
raven
Lunedì 7 Luglio 2014, 14.44.39
6
Grazie a lei e la lettura.
Galilee
Lunedì 7 Luglio 2014, 13.51.19
5
Mi manca di brutto. Da recuperare.
Le Marquis de Fremont
Lunedì 7 Luglio 2014, 13.39.52
4
Solito bellissimo articolo di Monsieur Raven che sa anche scegliere dischi di grande fascino e gruppi del vostro interessantissimo ed intensissimo periodo del prog Itaiano. Complimenti veramente. Questa è stata una delle ultime band che ho approfondito di quel periodo perché all'inizio non mi interessava. Non ero in Italia, all'epoca e quindi non conosco l'humus culturale. Avevo ascoltato Astrolabio, prima di questo e pensavo, come da noi Johnny Hallyday imitava Roger Dean e Presley, questi imitavano Hendrix per gli italiani. Buona musica, non c'è che dire, Madre di Cose Perdute era un bellissimo pezzo... Poi ho sentito questo e la parte "prog" di Moretto da Brescia, mi ha fatto riconsiderare tutto il resto. Certo Hendrix rimane, come giustamente sottolineato nella recensione, ma il songwriting è notevole e la musica quando è bella, non è un difetto se "somiglia a...". Peccato per Monsieur Fossati. La sua musica, comunque, resterà per sempre, almeno per me. Merci Monsieur Raven.
Raven
Domenica 6 Luglio 2014, 17.26.56
3
La storicizzazione delle due opere indica l'opposto, ma trattandosi del tuo gusto personale va bene.
Zess
Domenica 6 Luglio 2014, 15.35.03
2
Sempre preferito il secondo, questo non mi dice molto.
Unia
Sabato 5 Luglio 2014, 14.46.14
1
Grandissimi i Garybaldi e "Nuda" una delle gemme preziose del prog rock, dall'artwork ai singoli. Bello, bello.
INFORMAZIONI
1972
CGD
Prog Rock
Tracklist
1. Maya Desnuda
2. Decomposizione, Preludio e Pace
3. 26 Febbraio 1700
4. L'Ultima Graziosa
5. Moretto Da Brescia
- Goffredo (Introduzione)
- Il Giardino Del Re (Intermezzo)
- Dolce Come Sei Tu (Epilogo)
Line Up
Bambi Fossati (Chitarra, Voce)
Lio Marchi (Tastiere)
Angelo Traverso (Basso)
Maurizio Cassinelli (Batteria)
 
RECENSIONI
 
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