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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Incantation - Dirges of Elysium
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( 4431 letture )
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Gli Incantation, dopo tanti anni, rimangono ancora una volta un vero proprio punto di riferimento, rappresentando la risposta oltranzista della nuda brutalità alle passeggere tendenze e all’effimero tecnicismo. Le loro composizioni poggiano interamente sugli spartani mezzi espressivi del death metal intransigente, che vede attualmente tra le sue schiere una valida serie di ottime nuove leve che abbracciano la causa portata avanti da McEntee e compagni. Si possono prendere come esempio i greci Dead Congregation, i nipponici Coffins, i connazionali Funebrarum e decine di altri, ma è d’obbligo prestare un’attenzione quasi reverenziale a quello che i pionieri hanno prodotto in questo 2014.
Lo scorso Vanquish In Vengeance rappresentò il lavoro meglio prodotto degli Incantation, riuscendo a svecchiare il loro suono da quella patina melmosa che li aveva sempre caratterizzati e mantenendo comunque intatto il senso denso e soffocante del loro doom/death dritto dalle paludi dell’Averno. Il nuovo Dirges of Elysium prosegue sulle orme dell’acclamato predecessore, presentando un suono nitido, potente, ma molto incisivo, grazie al misurato lavoro di post-produzione che ci permette di ascoltare un prodotto più naturale, benché decisamente chiaro. L’iconografia del quartetto della Pennsylvania questa volta sceglie per l’artwork un soggetto di ispirazione mitologica, piuttosto che quello tipicamente blasfemo e cristologico; si tratta di una scelta tematica che verrà ripresa e adeguatamente sviluppata anche in una buona parte dell’aspetto lirico.
Dal punto di vista compositivo, i nostri non mancano di ricalcare le esperienze passate e sarà perciò abbastanza comprensibile se la opener Debauchery, posta dopo la breve e trascurabile apertura strumentale, vi ricorderà altri momenti della discografia degli Incantation: trattasi infatti di un pezzo decisamente veloce, con un riffing compatto e incisivo che permette di aprire con tutta potenza l’album. Bastion of a Plagued Soul potrebbe essere definita un manifesto complessivo del disco e del suo fronte più pestilenzialmente morboso, tra ritmi forsennati e parti vocali serratissime, nonché quello stacco di chitarra, nella parte centrale, che mi ha letteralmente fatto impazzire: una delle prove tangibili di un’attitudine indiscussa e una maestria affinata nel tempo. Certo, non che in generale non si senta alcuna traccia di affaticamento compositivo, anche minima, laddove alcune sezioni pecchino di disomogeneità strutturale, perlomeno rispetto alle passate e ineccepibili architetture di blasfemia in musica. La stessa Carrion Prophecy ad esempio, scelta come singolo di anticipazione dell’album, non mostra lo stesso mordente delle tracce vicine, soprattutto nelle sezioni più veloci. Tutt’altro si potrebbe invece dire sulla successiva From A Glaciate Womb, che voterei immediatamente come il pezzo migliore dell’album: un brano incredibilmente coeso che a dispetto della sua non trascurabile durata scatena impetuosamente il lato più oscuro del doom/death dei nostri, dimostrando che con il passare degli anni il callo di McEntee sulle tempistiche più lente, fangose e putride non si è affatto consumato.
Insomma, appare subito manifesto che gli Incantation di Dirges of Elysium hanno ancora idee da vendere sui pezzi che maggiormente ricercano l’ibridazione tra il death metal e le sonorità più fangose e meno intuitive del doom metal (ad esempio Charnel Grounds), ambito di ricerca sonora in cui i nostri da sempre primeggiano; d’altra parte nei pezzi serrati e squadrati si mostrano un po’ più sulle difensive, o quantomeno più prevedibili, laddove il repertorio espressivo dei nostri sembra essersi dovuto fin troppo riciclare dalle esperienze precedenti, producendo riff assolutamente in linea con qualsiasi assennata e legittima aspettativa verso un prodotto made-Incantation, ma tutto sommato meno ispirati e appassionanti rispetto al passato.
Non è una regola però, dato che Impalement of Divinity riesce a colpire con un alchimia spiazzante di brutalità made-Incantation e death old school, che dà un tono quasi thrash-oriented alla canzone. Come da Decimating Christendom ad oggi, i pezzi del gruppo, in particolare quelli che risentono più sensibilmente dell’influenza autopsiana, cercano maggiore immediatezza e rifiutano articolazioni troppo ambiziose, tanto che difficilmente l’ascolto di Dirges of Elysium riuscirà a stancarvi rapidamente, ma resta tuttavia peculiare la scelta di chiudere il disco con un behemoth sonoro da 16 minuti come Elysium (Eternity Is Nigh). Peculiare, certo, ma non singolare, dato che altre volte i maestri del doom death statunitense hanno deciso di chiudere i propri lavori con dei veri e propri manifesti di sofferenza sonora, che puntassero sul più deviato sfoggio di tempistiche lente e soffocanti. Certo, non siamo davanti alla spettacolare chiusura di Diabolical Conquest, ed è certamente una sfida concedere a una sola traccia una durata pari a quasi un terzo dell’album, ma la commistione dei riff malati, i drum-tempo soffocanti e la voce più che mai profonda di McEntee sono ancora una volta uno scacco vincente a favore della band, nonché, come già evidenziato, l’aspetto più solido dell’album in questione.
Ho certamente cercato di fare una disamina intransigente verso l’album in questione, dato che le aspettative verso un monicker del genere sono innegabilmente alte – e non sono senz'altro state tradite. Se da una parte qualche segno di indebolimento dell’efficacia compositiva si fa avanti in alcuni momenti dell’album, resta praticamente intatta la capacità degli Incantation di dare i natali ancora una volta a un operato musicale così denso di malvagità e violenza, accanto a una completa padronanza del genere proposto. Un disco che non solo farà piacere ai fan del gruppo, ma che potrebbe, assieme al precedente Vanquish In Vengeance, attirare l’attenzione di una porzione più ampia del pubblico death metal.
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10
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Lo sento ora... Non come i primi tre ma sempre efficace. L\'ultimo quando lo recensite? |
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8
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Un altro che devo ancora sentire... dai fra un po' arrivano le ferie |
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7
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Inutile, le vecchie band non deludono quasi mai. |
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6
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sta in viaggio...appena riesco ad ascoltarlo commento...cmq sembrerebbe di avere davanti il classico disco zozzo a la Incantation...ottimo! |
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5
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Preso a scatola chiusa, intanto qui non si sbaglia. Ennesimo ottimo disco, diventa difficile anche fare classifiche di gradimento con una discografia del genere...Voto giusto, ma non poteva essere altrimenti. |
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4
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Bellissimo! Una tempesta perfetta di chitarre, basso potentissimo e frustate di batteria. Altra buona uscita death per gli Incantation e per il genere. Il mio voto personale è 85 ma è in linea con la rece! |
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3
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Un putrido abisso di malvagità e caos. |
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2
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ennesimo OTTIMO disco! INCANTATION sinonimo di = g.a.r.a.n.z.i.a. (...come anche gli Immolation) |
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1
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preferisco legggermente vanquish dei due.. ma è un'ennesima conferma della maestositâ degli incantation.. condivido ogni parola! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dirges of Elysium 2. Debauchery 3. Bastion of a Plagued Soul 4. Carrion Prophecy 5. From a Glaciate Womb 6. Portal Consecration 7. Charnel Grounds 8. Impalement of Divinity 9. Dominant Ethos 10. Elysium (Eternity is Nigh)
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Line Up
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John McEntee (Voce, chitarra) Alex Bouks (Chitarra solista) Chuck Sherwood (Basso) Kyle Severn (Batteria)
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