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Crosswind - Vicious Dominion
( 2403 letture )
Lo stato di salute di un movimento musicale si misura anche (e soprattutto) dal livello raggiunto dalle decine di band underground che fanno da contorno ai pochi gruppi affermati sulla scena. Beh, se la qualità media degli acts sotterranei greci è quella di questi Crosswind, i nostri compari metallari ellenici hanno di che stare tranquilli.

I Crosswind nascono ormai una quindicina di anni fa ma, a causa di intricate vicissitudini, sono riusciti a pubblicare il proprio LP d’esordio soltanto quest’anno. La band propone un power metal epico di stampo teutonico molto veloce e robusto, sostenuto da efficaci inserti sinfonici e da una buona perizia esecutiva. Il sound può ricordare a tratti una versione più “arrabbiata” e diretta di quello degli Edguy degli anni a cavallo tra Novanta e Duemila. Il primo elemento di pregio che salta all’orecchio ascoltando Vicious Dominion è la qualità davvero elevata delle melodie. Semplicemente ottimo il lavoro dei chitarristi, che riescono a muoversi (anche all’interno dello stesso brano) tra rapide galoppate, pregevoli barocchismi e suggestioni ai confini col thrash. La capacità dei Crosswind di unire i voli d’aquila del power tedesco con le dinamiche carrarmatesche dell’heavy americano ha come risultato un sound personale, accattivante e che non viene mai a noia. Da non sottovalutare anche il mestiere con cui la band è riuscita a cesellare le parti di riempimento sinfonico intorno alle linee melodiche principali, un merito che va condiviso con la produzione dei suoni, di livello più che discreto.

L’apertura strumentale non ha nulla di particolarmente originale o personale, ma svolge bene il suo compito di “introdurre” il disco e di creare una sensazione di epica incombenza. Voci gregoriane alla Suite Sister Mary volteggiano ovunque nell’atmosfera, quand’ecco che entra in gioco tutto il sostanzioso armamentario a disposizione della band. La prima vera canzone Lords of Deceit è l’occasione per fare conoscenza con un altro dei protagonisti del disco: il singer Vasilis Topalides. La sua buona prestazione su questo brano anticipa una performance complessiva senza dubbio di qualità. Topalides mostra in particolare grande padronanza sui vibrati e efficacia nel passaggio tra timbriche pulite (le più utilizzate) e sonorità leggermente più sporche. Anche il lavoro sulle backing vocals va assolutamente promosso: le voci di sostegno non intervengono mai a sproposito ed entrano solo per implementare un’ulteriore livello di stratificazione epico/sonora. La rabbiosa The Order è un canzone magniloquente, debitrice degli Hammerfall più battaglieri, che mette in mostra una band completamente padrona dei propri mezzi (solo l’insistenza su effetti chitarristici a tratti vagamente fastidiosi e i falsetti controllati non sempre impeccabili di Topalides sporcano un brano altrimenti ai confini con l’eccellenza). Difficile notare un calo di tono anche nella successiva Angels at War, canzone a propria volta mossa da grande urgenza e che propone i Crosswind impegnati in una traiettoria orizzontale che prevede due cose soltanto: andare dritti al punto e spazzare via ogni fronzolo. Da segnalare il lavoro impeccabile del batterista Vasilis Mitsaris, perfetto anche nelle situazioni più concitate. Ennesimo brano, ennesima grande melodia: con Legion Lost siamo però in territori più britannici e ottantiani. Magistrale la prestazione colma di pathos di Topalides che, se anche dimostra di avere qualche problema sul canto più strettamente “interpretato”, quando ha libertà di aprire la canna senza remore spara delle note alte assolutamente spettacolari (di nuovo ben valorizzate dalla produzione). Valido anche l’assolo intrecciato di sapore maideniano dei due axemen. Vicious Dominion è una vera e propria tempesta, che conferma ancora una volta il valore della band e si distingue per l’ottimo ritornello (che rivela come i Crosswind non siano immuni alle suggestioni del power del Bel Paese e alle sonorità dei vari Rhapsody e Vision Divine). L’apertura 100% Helloween di Aeons sfocia nel brano forse più strettamente power di Vicious Dominion (di nuovo con un ritornello che ha più che qualcosa di italico). Grim Steeds è un discreto mid-tempo che manca però del fuoco divino di alcune delle tracce precedenti. La conclusione di Eye of the Storm è certamente adeguata al livello del resto del disco. La band si impegna al massimo e fornisce in buona sostanza una carrellata definitiva di tutto ciò che ha dato modo di ascoltare nei pezzi precedenti: dalla velocità assoluta alla potenza incontrollata, passando per la melanconia metafisica delle melodie. Tutti sugli scudi, nessuno escluso (anche il bassista Vasilis Kyrkos che, dato il genere, rischia di essere il più penalizzato).

Il disco finisce al momento giusto, evitando lunghezze eccessive e autoreferenzialità. Nove pezzi, nessuno più lungo di sei minuti, sono più che sufficienti per dimostrare il valore della band. Peccato che per il power non sia un periodo fertilissimo, ma questi Crosswind, con la loro sapiente miscela di influenze classiche e moderne e loro indubbia qualità tecnico-compositiva, hanno davvero molto da dare al genere.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
99 su 1 voti [ VOTA]
spiderman
Venerdì 18 Luglio 2014, 16.18.16
1
Sto ascoltando qualcosa di qusti greci su youtube e bandcamp e mi pare ci sappiano fare con il power/speed metal,per me una sorpresa non li conoscevo,ma ora li approfondiro'.
INFORMAZIONI
2014
No Remorse Records
Power
Tracklist
1. From Ashes Reborn
2. Lords of Deceit
3. The Order
4. Angels at War
5. Legion Lost
6. Vicious Dominion
7. Aeons
8. Grim Steeds
9. Eye of the Storm
Line Up
Vasilis Topalides (Voce)
Kyriakos Vasdokas (Chitarra)
Leon Tsorbatzoglou (Chitarra)
Vasilis Kyrkos (Basso)
Vasilis Mitsaris (Batteria)
 
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