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Grave Digger - Return of the Reaper
( 4579 letture )
“Il nuovo album ricorderà nello stile Heavy Metal Breakdown, Witch Hunter e The Reaper!” [cit. Chris Boltendahl]

E non aveva tutti i torti il leader della band tedesca, perché Return of the Reaper ricorda parecchio nello stile quei tre gloriosi lavori antecedenti alla prima metà degli anni Novanta. Ma un elemento fondamentale va tenuto in conto nel considerare questo diciassettesimo studio album: gli anni che separano The Reaper (il più recente tra i tre dischi citati) dall’ultima fatica sono ben ventuno e molte, per non dire troppe, sono le cose che sono cambiate in questo lungo lasso di tempo. In primis la formazione, spesso rivoluzionata e ad oggi stabilizzata da appena quattro anni, ovvero dall’ingresso di Axel Ritt alla chitarra. In secondo luogo, e al centro di tutto, vi è la difficoltà di ripetere -e modernizzare, per quanto possibile- ciò che di buono o addirittura grandioso era contenuto in quegli album, che comprendeva non solo la musica di per sé, ma soprattutto un’atmosfera irripetibile e praticamente impossibile da replicare in un contesto storico così diverso dalla decade ottantiana in cui l’heavy metal aveva certamente un altro impatto e un’altra veste rispetto ad oggi. Con tutte queste doverose premesse, è quindi lecito aspettarsi da una band importante come i Grave Digger un lavoro onesto, senz’altro piacevole ed interessante, ma che poco avrà a che fare coi vari Heavy Metal Breakdown, Witch Hunter e The Reaper e tantomeno con altri album heavy metal di quell’epoca. Ma non facciamoci prendere dallo sconforto, perché Return of the Reaper è un album che vale la pena scoprire cogliendone tutti gli aspetti positivi possibili, che di certo non mancano.

Presentato da una copertina come sempre di alto livello, firmata da Gyula Havancsák, un nome che i più attenti avranno ormai notato comparire in tutte le uscite più recenti della band tedesca, e per l’esattezza in tutti i dischi da The Last Supper (2005) in poi, l’album si apre con una intro abbastanza anonima che prelude tuttavia ad un pezzo tra i più potenti e convincenti, ovvero Hell Funeral, di cui è stato realizzato anche un video ufficiale. L’andamento generale dell’album non è dei più omogenei, in quanto ad alcuni pezzi dal tiro notevole se ne contrappongono altrettanti dallo scarso livello qualitativo, alla stregua di veri e propri riempitivi. Sono pochi i brani che meritano di essere ricordati a lungo e tra questi rientra senza ombra di dubbio Season of the Witch, mid-tempo efficace dotata di un mood coinvolgente dall’inizio alla fine. La voce “abrasiva” ed a tratti cavernosa di Boltendahl trova qui il suo habitat migliore, mentre i ritornelli ed alcune strofe in particolare rendono il brano uno dei più epici del disco. A seguire nella scala di gradimento troviamo -a parte la già citata Hell Funeral- le varie Resurrection Day e Road Rage Killer, due canzoni che hanno dalla loro elementi essenziali come una velocità d’esecuzione vertiginosa ed una potenza di fondo quasi devastante. Ci aspettiamo di sentire la loro resa live, consapevoli che l’headbanging sfrenato sia qualcosa di già ampiamente assicurato. La seconda, in special modo, gode di un reparto lirico molto solido con refrain azzeccati che sapranno rimanere in testa a lungo, proprio come Grave Desecrator, che però non è tra le canzoni più riuscite se escludiamo i ritornelli assai catchy ma divertenti. Convincenti sono anche la breve Satan’s Host (molto “motorheadiana”) e la tiratissima Death Smiles at All of Us, mentre i restanti pezzi che non abbiamo citato scorrono via senza quasi che ci si accorga di loro e fanno calare non poco l’interesse dell’ascoltatore anche più affezionato. La ballad finale, doverosa, non riesce nel suo intento di farci tirare il fiato dopo un ascolto dettato principalmente da tempi veloci e melodie aggressive, risultando invece abbastanza noiosa e fine a se stessa.

Return of the Reaper non è un album che rientrerà facilmente tra i migliori del combo tedesco, tantomeno riuscirà ad essere apprezzato da tutti coloro che hanno amato dischi come Heavy Metal Breakdown, Witch Hunter e The Reaper, in quanto -l’abbiamo già detto- di tempo ne è passato e i Grave Digger non sono più la formazione di una volta. I maggiori cambiamenti tra il nuovo album e i primi della loro carriera sono riscontrabili da un punto di vista generale in composizioni ormai non più molto originali o memorabili, mentre nello specifico va sottolineato come la voce di Chris Boltendahl sia segnata dagli anni e non presenti più quella freschezza che la contraddistingueva: mentre prima era squillante, graffiante ed aggressiva, ora risulta molto più roca e priva di acuti significativi. Riferendoci alle canzoni, non possiamo certo aspettarci capolavori di tecnica da una band di questo tipo, lo sappiamo bene, ma i grandi lavori hanno spesso la capacità di restare impressi fin dal primo istante di ascolto e Return of the Reaper, purtroppo, questo non riesce proprio a farlo, nemmeno dopo dodici tracce. Cosa ci resta allora? Un buon disco, senz’altro, di quelli che riescono a soddisfare nell’immediato la nostra fame di heavy metal a tinte power, ma niente di più. Un’occasione persa, o più semplicemente un album senza infamia né lodi da parte di una band importante ma mai troppo amata.



VOTO RECENSORE
72
VOTO LETTORI
74.74 su 27 voti [ VOTA]
Serme
Venerdì 19 Giugno 2020, 17.42.08
24
Disco molto buono, senza dubbio uno di quelli con maggiori idee dal 2005 in poi.
sci-fi japan
Giovedì 30 Gennaio 2020, 12.10.49
23
Madò cosa mi tocca leggere... Eccerto perchè adesso una band come i Digger che, con tutto il rispetto, suonano da sempre un heavy/power super canonico e ripetitivo direttamente e palesemente ispirato a Sad Wings Of Destiny, British Steel e Painkiller (pur non avendo niente di quella genialità) dovrebbero spiegare ai Priest cos'è il metal. Se non fosse per i Judas probabilmente le bands tedesche suonerebbero tutte come gli Scorpions. L'album è buono ma non lo sovrastimerei ad oltranza, non hanno cambiato le sorti del metal con questo cd. E' come dire che l'Atalanta siccome gioca bene è meglio del Real Madrid. Ai Priest basta un pezzo medio ben riuscito, chessò da Reedemer, per mangiarsi in un boccone questo disco. La differenza tra le grandi band e chi si limita a dare al pubblico quello che quest'ultimo vuole da loro è tutta li. Album ben fatto ma estremamente derivativo e dozzinale.
Aceshigh
Domenica 11 Marzo 2018, 12.06.58
22
Un tantino più roccioso e cattivo rispetto ai precedenti, ma a mio avviso non c'entra nulla con i primi due album della band (e neanche così tanto con lo stesso The Reaper). Album discreto, lontano dalle loro migliori release. E dire che con Hell Funeral mi ero veramente illuso: grande opener... però poi c'è un calo. Voto 75
AL
Venerdì 16 Ottobre 2015, 15.58.01
21
Album discreto, sicuramente superiore ai due precedenti ma purtroppo lontano da certi loro capolavori. comunque si lascia ascoltare e ci sono alcune buone canzoni come Road rage killer, War god, Tatoo rider. Il lentone finale invece è qualcosa di imbarazzante. Ci vuole talento a scrivere le ballad e ahimè i GD non ce l’hanno, è meglio che evitino certi pezzi. Purtroppo i loro album post Tunes of war (escluso The Grave Digger e qualcosa da Excalibur) sono tutti nella media, prevedibili e non mi invogliano molto a riascoltarli. Loro sono Band quadrata, solida e che dal vivo fa ancora una bella figura anche se la voce di Chris mi sembra invece sempre peggio. La copertina non è niente male anche se io quando vedo un calesse penso sempre e solo a un album: Abigail! ahahahah!! Voto 74
phil78
Lunedì 4 Agosto 2014, 21.24.31
20
Passano gli anni ma il becchino non tradisce mai! voto 75
spiderman
Martedì 29 Luglio 2014, 17.38.35
19
Sono al primo ascolto,e devo dire davvero niente male,Boltendahl e soci ci sanno fare eccome,sembrano aver ritovato il vecchio spirito,certo pur con i dovuti ma comprensibili limiti giustamente espressi in recensione,pero' e' bel passo in avanti rispetto agli ultimi lavori,se non altro per quanto riguarda il recupero di sonarita' cupe e oscure ma decisamente aggessive,e comunque si sente la passione compositiva,il piglio deciso e la verve energica,che conferisce carattere e dona personalita' ed espressivita' ad ogni singolo brano.@Samba,ahahah troppo forte,i coretti copliscono ancora,"cori da boyscout",purtroppo li ha messi,e vabbe' dai!,sono ordini di scuderia per allargare il bacino di utenza,e non incidono molto nel complesso di questo album,ben scritto,prodotto,cantato e suonato,io personalmente finora non mi lamento,c'e' tutto quello che serve alle mie orecchie riffs assassini,doppia cassa e batteria indiavolata,voce ruvida,mood oscuro e ritornelli penetranti.Le mie preferite per ora sono la devastante schioppettata Hell Funeral,la rocciosa e selvaggia WarGod,Dia De Los Muertos,dove Chris canta ahah in uno "spanglish" convincente,con i soui riff micidiali spaccaossa,e Grave Desecrator che sembra influenzata dal tema"knight Cross",e' una traccia con riff pesanti,cambi,e ritornelle stupendi che ti conqustano al primo ascolto,e la ben ispirata e motorheadiana-saxoniana Satan's Host.Per ora mi ha lasciato una piu' che buona impressione,ben congegnato,bello davvero.
ObscureSolstice
Martedì 29 Luglio 2014, 0.43.47
18
Sambalzalzal mi hai capito al volo, era appunto quello che volevo dire. Ma si, non ho mai pensato che ci sono band intoccabili, nemmeno per le mie band preferite che sono sempre molto critico se dopo 30-40 anni di carriera fanno un disco discreto o scialbo senza mordente che qualcuno gli ricordi cos'è il metal allora. Non che glielo devono insegnare, ma ricordare, che è ben diverso. L'attitudine metal si può perdere come niente dopo anni e anni di militanza, come quella rock o di qualsiasi altro genere. Certo che poi c'è anche il fattore di dare addosso ad alcune band più di altre, per esempio quando si parla dei Judas Priest bisogna difenderli sempre perchè sono loro e la storia del metal, ma chissene..aspetta un momento, prima mi ascolto il disco e poi ne parliamo. Altrimenti mi vado ad ascoltare l'ultimo degli Helstar, oppure aspetto l'ultimo dei Jaguar
Sambalzalzal
Lunedì 28 Luglio 2014, 12.05.41
17
Andreastark@ figurati avevo capito il discorso che facevi, non c'è problema assolutamente magari ho risposto in fretta e non mi sono spiegato bene ma credo di capire anche ObscureSolstice@ che penso come me abbia il dente un po' avvelenato quando si tratta di bands "intoccabili" oggi. Se leggi i miei commenti al disco dei Priest ti puoi fare un'idea di come la penso. Troppo spesso negli ultimi anni ho abbonato certi prodotti a certe bands per rispetto del loro nome/storia, però ora sono arrivato ad un punto in cui non me la sento di farlo più per una serie di motivi. la mia critica ai JP in questo frangente è che secondo me hanno ancora tutte le carte in regola per fare buoni dischi però quello che ho percepito nell'ultimo lavoro è che probabilmente a loro non è interessato più di tanto farlo. nel caso dei GD invece la band aveva promesso un ritorno a certe sonorità e ha mantenuto la parola data (una rarità di questi tempi dove a sentire le bands il nuovo disco è sempre il migliore mai prodotto). Certo come dicevo anche qua non è da gridare al miracolo e a conti fatti se sono tornati a certe atmosfere da un lato dall'altro invece hanno voluto continuare a strizzare un occhio ai fans dell'ultima ora che vogliono la loro bella dose di melodia facile ma non credo di potermi lamentare più di tanto
andreastark
Lunedì 28 Luglio 2014, 11.46.26
16
@Samba @obscuresolstice difatti se leggete bene il mio commento io non sindacavo sul fatto che Grave Digger sia migliore del nuovo JP....quelli sono gusti e sono per definizione insindacabili....contestavo l'affermazione secondo la quale i JP dovrebbero imparare cos'è il metal dai Grave Digger la quale mi sembra un'affermazione un tantinello azzardata libri di storia alla mano.....quindi @obscuresolstice io non ho mai detto che i Grave Digger non abbiano in questo frangente fatto un disco migliore dei Judas(e direi che sono anch'io di quell'idea) perciò ti esorto a leggere bene il mio commento prima di dirmi che ho una superiorità da strapazzo....anche perchè ho solo detto dei fatti senza mettere in dubbio i gusti altrui. Senza rancore e come sempre con la massima stima.
Sambalzalzal
Domenica 27 Luglio 2014, 21.25.27
15
Come sempre si tratta di gusti ragazzi ma onestamente in questo caso mi sento di appoggiare obscureSolstice@ penso che i Grave Digger abbiano superato i maestri con questo disco. Return of the reaper non sarà ricordato come il caposaldo della carriera della band però all'ultimo dei JP gli da una pista notevole.
ObscureSolstice
Sabato 26 Luglio 2014, 17.27.36
14
@andreastark: io non l'ho ancora ascoltato ma non vuol dire che se una band come i Judas Priest è nata prima di un altra e ha fatto la storia può fare sempre album migliori di altri o essere per sempre migliore a prescindere, finiamola con questa superiorità da strapazzo. Come dire "Io sono nato prima e posso tutto, io ho più storia di te e tutto ciò che faccio è meglio". A volte il discepolo supera il maestro...ed è successo molte volte. Se sei nato prima non conta niente, bisogna ascoltare il disco prima..puoi essere pure i Beatles, non me ne frega una sega
Daniele 68
Sabato 26 Luglio 2014, 14.11.01
13
@ zalgadis. Buonanotte!!!!
andreastark
Sabato 26 Luglio 2014, 12.02.06
12
@zelgadis che il disco dei Judas possa piacere o no ci sta e ognuno si formula il proprio parere....ma dire che qualcuno debba insegnare cos'è il metal a chi lo ha inventato è un tantino ignorantella come affermazione scusabile solo se si è dei neofiti del metal....ora se sei il suddetto neofita ti prego rimedia a certe idee saccheggiando il reparto metal di qualche negozio(ammesso che ne esistano ancora) se invece sei un ascoltatore di metal da molto tempo beh...allora forse ti sei perso qualche passaggio storico....ma puoi sempre rimediare....
Zelgadis
Venerdì 25 Luglio 2014, 22.41.21
11
Fate ascoltare questo disco ai Judas Priest...Questo è metal...
Sambalzalzal
Venerdì 25 Luglio 2014, 15.37.41
10
Obzen90@ Adrenalin dei Rebellion! Comunque è vero, a quanto pare i Grave Digger hanno messo su i suoni che l'ultimo dei Judas Priest non ha, più lo ascolto e più me ne convinco.
Obzen90
Venerdì 25 Luglio 2014, 15.05.54
9
War God è maledettamente uguale a Painkiller come inizia...ha anche lo stesso effetto della chitarra!
Master
Venerdì 25 Luglio 2014, 13.48.10
8
Tattooed rider mi ha ricordato parecchio Turbo lover!
Master
Venerdì 25 Luglio 2014, 12.03.31
7
Non sono un grande fan nè esperto dei Digger, tuttavia ho ascoltato un paio di volte l'album su youtube e mi sembra di notare che Hell Funeral, War God e Season of the Witch sono nettamente migliore di tutto il resto, che invero trovo troppo uniforme e ripetitivo nelle soluzioni! Comunque il suono dell'album mi piace parecchio, almeno per quello che riesco a cogliere da pc. Direi che questo Redime le loro Anime per avere esagerato un po' con vari riempitivi....
Radamanthis (from the sea)
Giovedì 24 Luglio 2014, 17.04.49
6
Disco molto ma molto bello,ha quei richiami ai dischi di qualche annetto fa...certo intendo a livello di atmosfere di suoni, ovviamente anche peri grave digger quei tempi non torneranno ma è affascinante il richiamo in più occasioni a certi suoni! Voto 84
Sambalzalzal
Giovedì 24 Luglio 2014, 10.00.02
5
Finalmente l'ho finito di ascoltare. In linea di massima sono d'accordo con la recensione aggiungendo che secondo me è il lavoro migliore dopo il disco omonimo come dice pure Tevildo75@ Non noto particolari fillers nell'album né cali di vitalità in nessuno dei pezzi. CB di fatto usa la voce come ai vecchi tempi (in Heart Of Darkness la voce era anche più roca e arrugginita) ma secondo me quello che fa perdere al disco parecchi punti in fatto di impatto sono i cori... ste cristo di donne le volete eliminà dai cori o no!?!?!? Un coro non deve per forza essere fatto da 20 persone con voci femminili in mezzo per essere incisivo, anzi. Il bello dei Diggers era proprio che i cori erano brutali e sgraziati (Demon's Day, Shadowmaker, Shadow of a moonles night... quelli erano cori da assalto all'arma bianca. Ste aperture melodiche la band l'hanno fiaccata e basta. Sono al primo ascolto e per ora le canzoni che mi piacciono di più sono Wargod (che è molto simile tra le altre cose ad Adrenalin dei Rebellion guarda caso membri ex grave digger, ascoltatela e ditemi......) Dia de los Muertos e Grave Desecrator. Non mi do pace, basta coi cori da boyscout! basta!!!
Tevildo75
Mercoledì 23 Luglio 2014, 15.45.58
4
Non commento l'album,perchè lo devo ancora ascoltare, ma da quando non c'è più Uwe Lulis i Grave Digger hanno azzeccato solo l'omonimo album. Dalla recensione, purtroppo si capisce che l'adazzo è il solito,ma lo ascolterò con curiosità e nostalgia di quando erano una band tritaossa, primo God's of metal docet
LAMBRUSCORE
Mercoledì 23 Luglio 2014, 11.39.54
3
Mi piacciono i vecchi lavori, diciamo fino a metà anni '90. Poi un mio amico mi aveva fatto sentire Espabrium....Scafalibù....- EXCALIBUR, IMBECILLE !!!!- e devo dire che quei cori lì non mi sono mai andati giù, dovrò sentire anche questo per vedere se riuscirò ad apprezzarli ancora...
Steelminded
Mercoledì 23 Luglio 2014, 9.47.56
2
Pessimo, davvero pessimo per me, sotto la sufficienza... leggerò la recensione presto. Evviva!
andreastark
Mercoledì 23 Luglio 2014, 9.31.32
1
Sono totalmente in disaccordo con la recensione....gran bel disco e senza filler non ho ancora idea del voto ma da fan di The Reaper, Heavy metal Breakdown, Tunes Of War etc etc ri badisco un pollice decisamente alzato...
INFORMAZIONI
2014
Napalm Records
Heavy/Power
Tracklist
1. Return of the Reaper
2. Hell Funeral
3. War God
4. Tattooed Rider
5. Resurrection Day
6. Season of the Witch
7. Road Rage Killer
8. Grave Desecrator
9. Satan’s Host
10. Dia de los Muertos
11. Death Smiles at All of Us
12. Nothing to Believe
Line Up
Chris Boltendahl (Voce)
Axel Ritt (Chitarra)
Hans Peter “H.P.” Katzenburg (Tastiere)
Jens Becker (Basso)
Stefan Arnold (Batteria)
 
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