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19/04/24
MARLENE KUNTZ
NEW AGE, VIA TINTORETTO 14 - RONCADE (TV)
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Counterstroke - Mindtrip Into Oblivion
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( 1689 letture )
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Finalmente! Ora ci siamo! Perdonate l’urlo liberatorio con cui inizio questa recensione, ma quando ci vuole, ci vuole. In questi mesi, infatti, ho avuto sottomano un certo numero di lavori, quasi tutti di giovani band italiane al primo album, o al primo demo; sebbene non mi sia capitato nessun lavoro brutto, in tutti si sentiva la mancanza di qualcosa che li rendesse davvero completi, e pronti per il mercato internazionale. Quasi tutti errori di gioventù, intendiamoci, nulla di irrimediabile: ma uno era troppo derivativo, uno ben suonato ma senza particolare originalità, uno fin troppo eccentrico, uno si perdeva in tecnicismi, uno che sembrava rimasto agli anni ’70. Insomma, mancava qualcosa. Poi mi arriva in mano Mindtrip Into Oblivion, e tutto quanto appena scritto viene immediatamente spazzato via. Il lavoro in questione è semplicemente già pronto per affrontare con successo qualunque tipo di platea, e non presenta praticamente alcun tipo di difetto. Chi sono gli autori di questo piccolo gioiellino?
I Counterstroke sono quattro musicisti di Lecco, sono attivi dal 2008; dopo due demo autoprodotti, nel 2010 e nel 2011, ecco pronto il loro esordio sulla lunga distanza pubblicato sotto la lungimirante etichetta Bitterpill Music. Lungimirante, perché si trova in mano una potenziale bomba commerciale. I nostri, che hanno la passione per le definizioni ad effetto e i nomi d’arte (a tal proposito, un piccolo consiglio: se proprio vogliamo usare i nomi d’arte, si possono utilizzare anche di meno “sboroni”, non siamo più negli anni ’80), hanno coniato un nuovo nome per definire il loro genere musicale: lo “Stonegressive Metal”. Più prosaicamente, trattasi di un alternative metal di ottima fattura, che testimonia la notevole cultura musicale e apertura mentale del quartetto, che trova il modo nei vari pezzi che compongono l’album di mostrare coi fatti la propria riconoscenza alle numerose band che citano fra le proprie influenze. Poi, da una band che cita fra i propri riferimenti A Perfect Circle, Faith No More, Pantera e Nevermore, e si ricorda di perle come Prong e Kyuss, cosa volete aspettarvi se non ottima musica? L’album non delude dalla prima all’ultima nota: se proprio vogliamo trovargli un difetto, può essere la durata complessiva: abbiamo infatti sei pezzi (il settimo e ultimo è una sorta di coda ipnotica e ambient che poco c’entra col resto del disco) per un totale di poco superiore alla mezzora. Come album, forse pochino, ma ciò che c’è, è validissimo. Gli altri sei pezzi presentano caratteristiche comuni che si ripetono, pur essendo fra loro abbastanza diversi: potenti riff chitarristici, come il miglior metal moderno insegna, sezione ritmica incalzante e mai monotona, “stop n’go” azzeccati e mai banali, ritornelli potenti e melodici, con quel tocco di originalità che dà il tocco in più. Inoltre, è giusto segnalare suoni e produzione davvero validi. A tutto questo, si aggiungono i due veri plus dei nostri, anche rispetto a band ben più quotate e di successo: la voce e l’uso delle tastiere. Il cantante non cerca acuti improponibili, non fa vocalizzi ad effetto, non cerca di stupire con effetti speciali; eppure fa esattamente quello che un cantante deve fare: canta bene, ha un ottimo timbro, tira fuori linee vocali azzeccatissime, sia quando va sui toni melodici sia quando utilizza maggiore aggressività, ed è una vera marcia in più per i Counterstroke. In più, il nostro non si limita a cantare: si occupa anche delle tastiere, che senza cercare suoni ad effetto o assoli pirotecnici (non fa il Rudess, per intenderci), trova arrangiamenti di accompagnamento che non sono semplici riempitivi ma al contrario sono assolutamente funzionali ai pezzi, poiché completano al meglio l’impatto delle chitarre, evitando che alcune parti diventino troppo claustrofobiche.
Insomma, si è capito che questo disco mi ha entusiasmato? Non sto a citare un pezzo piuttosto che un altro, perché ci troviamo in uno di quei rari casi in cui non c’è una nota da buttare via. Il mio augurio ai ragazzi è semplicemente di andare avanti così, perché la strada è quella giusta; speriamo davvero che la casa discografica abbia la forza e le capacità di sostenerli e promuoverli, non solo in Italia ma sul palcoscenico internazionale, perché i numeri e le potenzialità ci sono tutte.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Synesthesia 2. The Constant 3. Chimera 4. The Hive 5. At The Borderline 6. Through The Looking Glass 7. Heart of the Whale
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Line Up
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Hellnaliusta (Voce, Tastiere) Nick Magister (Chitarra) Emanuele 'Polpaccio' Vismara (Basso) Marco Of'Age (Batteria)
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