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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Goatwhore - Constricting Rage of the Merciless
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( 2454 letture )
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Sono passati ormai sedici anni dal giorno in cui i Goatwhore hanno cominciato ad affermarsi nel panorama metal underground di New Orleans, sfruttando il periodo buio del thrash metal per imbastardire il genere con elementi più estremi. Nata per volere del chitarrista degli Acid Bath, Sammy Duet, la band ha infatti sempre incentrato il proprio sound su un grezzo thrash venato di elementi blackened, arricchendolo di tematiche oscure, dedite all’occultismo che hanno trovato una forte ispirazione nelle sconfinate leggende urbane caratteristiche della città della Louisiana. Pur non avendo mai raggiunto una fama tale da renderli un gruppo imprescindibile, i Goatwhore hanno saputo ritagliarsi progressivamente la loro cerchia di fans grazie ad un’innegabile coerenza qualitativa, ampliando a poco a poco la propria influenza sul panorama underground ed estendendosi nel resto del mondo grazie alle forti ali protettive della Metal Blade Records, la quale li ha messi sotto contratto nel 2006 e non li ha più abbandonati. Ben quattro album, dei sei che compongono la discografia della band, sono infatti usciti sotto l’egida dell’etichetta californiana, mantenendo tali le caratteristiche definenti su cui la band si è sempre basata: velocità, irruenza maniacale ed articolatissimi titoli dei brani. Se per la maggior parte delle band, il sesto album è un traguardo importante che si dovrebbe stagliare dopo almeno un paio di dischi qualitativamente superiori -di quelli che, come si dice in gergo, hanno fatto compiere il salto di qualità definitivo ad una band emergente- ad un gruppo come i Goatwhore non si può chiedere nulla di diverso da un altro disco di buona qualità che possa soddisfare i grezzi palati degli appassionati del metal estremo.
L’impatto con il disco è devastante, grazie all’intro “in medias res” di Poisonous Existence in Reawakening, che ci travolge come un treno in corsa e ci trascina subito a velocità elevatissime. Sin dall’inizio si può notare la particolare cura della produzione, con la chitarra che sfoggia un distorto aggressivo e ben definito, ad intessere riff mutevoli sopra il canovaccio ritmico. Le vocals rauche, si stagliano al limite tra harsh e growl e paiono quasi gareggiare con lo strumento a corde, in termini d’efferatezza. Pochi secondi di tranquillità, giusto il tempo di scivolare da una traccia all’altra, ed ecco che si ritorna a folle velocità: la doppietta Unraveling Paradise / Baring Teeth for Revolt è di quelle che non lasciano scampo e faranno la felicità di molti thrasher; il riff portante di quest’ultima sfoggia una sottile componente melodica che aiuta ad imprimere il brano nella mente dell’ascoltatore, facendosi ricordare piacevolmente anche quando il disco non è più in riproduzione. Procedendo nell’ascolto appare ben evidente che i Goatwhore non dicano nulla di nuovo, ma non per loro difetto; semplicemente la loro linea di coerenza musicale li ha portati a seguire pedantemente il loro imprinting sfoggiato nei dischi precedenti. Il brutale thrash imbastardito da elementi più estremi è manna dal cielo per coloro che si sono appassionati alla band durante la loro carriera. Brani come FBS ed Externalize This Hidden Savagery, oltre a rappresentare al meglio il marchio di fabbrica degli artisti americani, ci aiutano a comprendere il motivo per cui la Metal Blade Records si tiene ben stretti questi ragazzoni: infatti, una tale attitudine coerente è merce rara di questi tempi e, malgrado non sia sufficiente da sola per far assurgere i Goatwhore a valutazioni ottime, basta e avanza per renderli un’affidabilissima macchina da guerra.
Alla fine, Constricting Rage of the Merciless possiede tutto ciò che si può volere dal sesto disco di una band con i trascorsi dei Goatwhore. Potente, furibondo e pregno di elementi estremi (black, ma anche parecchio death e qualcosina di sludge), il disco suona bene ed è in grado di far trascorrere una mezz’ora crudelmente energica all’ascoltatore; pezzi come l’opener e la caratteristica Schadenfreude riassumono tutto ciò che un amante del thrash metal più impetuoso vuole sentire, senza mai trovarsi sulla soglia della noia. Questo anche grazie ad una produzione azzeccata, tagliente ed aggressiva che caratterizza perfettamente l’impeto delle sei corde di Sammy Duet e la rabbia sputata dalla trachea metallica di Louis B. Falgoust II. Il risultato finale offre uno spaccato di tutte le influenze estreme degli ultimi decenni quali Slayer, Bathory (i primi), Immortal e Celtic Frost; questa caratteristica rende Constricting Rage of the Merciless un lavoro che non apporta un’oncia di innovazione, ma permette di convincere ancora una volta la nutrita fanbase che segue la band da molti anni. Se siete alla ricerca di un semplice disco spaccaossa di thrash estremo, allora i Goatwhore riusciranno di nuovo a convincervi. Per la sesta volta.
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3
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Non male, ma niente di eccezionale. Condivido il voto. |
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2
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Condivido quanto detto da Ad Astra, sono una di quelle band che a conti fatti non hanno nulla di nuovo, ma cazzo se lo sanno fare il loro mestiere. Sopratutto riescono a non annoiare mai, un pregio non da poco |
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1
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Li metto insieme ai belphegor, i, quella scia di band verso le,quali provo un stima e un affetto irrefrenabile,senza capirne il motivo a conti fatti. So cosa aspettarmi..ho letto Davide ma nessuna Preview disco compro diretto. Appena lo trovo . Nota di merito per la fantastica cover con i richiami alla meretrice di babilonia e il suo animale a sette teste. Niente di epocale ma una garanzia costante, Black Death come si deve. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Poisonous Existence in Reawakening 2. Unraveling Paradise 3. Baring Teeth for Revolt 4. Reanimated Sacrifice 5. Heaven’s Crumbling Walls of Pity 6. Cold Earth Consumed in Dying Flesh 7. FBS 8. Nocturnal Conjuration of the Accursed 9. Schadenfreude 10. Externalize This Hidden Savagery
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Line Up
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Louis B. Falgoust II (Voce) Sammy Duet (Chitarra, Voce) Zack Simmons (Basso) James Harvey (Batteria)
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