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Fair Warning - The Box - Go! (Reissue)
( 2824 letture )
Recensione 1 di 5

PREMESSA
Lo spunto per questa recensione e per le altre che seguiranno è dato dalla pubblicazione da parte della SPV/Steamhammer di un cofanetto antologico dedicato ai Fair Warning che raccoglie quattro album della band e un live, dal titolo appunto The Box. Vista l’importanza del nome in questione e per evitare una recensione monstre che raccogliesse tutti e cinque i dischi usciti comunque a distanza di anni gli uni dagli altri, dati anche lo split e la conseguente reunion che li separa, abbiamo optato per recensire tutti i dischi singolarmente, riportando i titoli originali a fianco della denominazione The Box per ricondurre il tutto ad una unica matrice e alla singola operazione discografica. Il voto in calce alle recensioni è quindi da attribuirsi unicamente ai singoli dischi e non all’intero cofanetto.

GO!
Chi ritiene che gli anni Novanta siano stati un deserto totale da un punto di vista di hard rock e hard rock melodico, probabilmente preferisce dare un’interpretazione ideologica del decennio, dando prevalenza all’esplosione mediatica del fenomeno alternative, che sui mass media prese il posto dell’hard/glam che aveva dominato gli anni ottanta. In realtà, così facendo si rischia di dimenticare band che in quegli anni fecero uscire dischi bellissimi e fondamentali o che nacquero proprio in quella decade e che seppero portare avanti la tradizione oppure, in qualche caso, contribuirono in maniera decisiva a dargli una nuova veste più adatta al periodo in corso. Come dimenticare quindi veri e propri campioni come Gotthard, Harem Scarem, Ten, TNT, piuttosto che Fair Warning?
Formato alla fine degli anni ottanta da musicisti provenienti da Zeno e V2, il gruppo di Hannover può senza dubbio ritenersi tra i nomi di punta dell’AOR mondiale e anche se i loro album sono nati tutti nella decade “sbagliata”, la band ha comunque goduto di un ottimo riscontro di vendite, fino allo sfondamento delle classifiche giapponesi, vera Mecca per l’hard rock melodico. Il disco di debutto arrivò dieci anni esatti dopo l’omonimo album dei Van Halen a cui è molto probabilmente ispirato il monicker della band e sarà poi bissato dal secondo Rainmaker, disco già maturo e degno di figurare tra i migliori del genere. Dopo qualche anno la band si prese la soddisfazione di pubblicare un terzo disco splendido, il qui presente Go!.

La formula è quella ormai consolidata della band: hard rock melodico, praticamente ascrivibile all’AOR, che mescola riff hard e blues a venature classic heavy nelle parti armonizzate di chitarra, assoli stratosferici, tastieroni in evidenza, cori angelici e refrain zuccherosi sparati a mille. Il tutto condito da una voce praticamente perfetta per il genere come quella di Tommy Heart, altissima ma comunque dalla timbrica roca quel tanto che basta a renderla stuzzicante e sensuale. Un po’ Europe, un po’ Bad English, in realtà maledettamente statunitensi, i tedeschi riescono a riesumare in tutto e per tutto le sonorità tipiche degli anni ruggenti rendendosi credibili ed evitando con attenzione e talento il rischio di risultare involontariamente ridicoli, alle prese con un genere ipermelodico e che aveva dato il suo meglio già qualche anno prima. Le indubbie capacità tecniche, che emergono in particolare nelle parti solistiche, come negli arrangiamenti perfetti e rileccati, aiutano certamente ad elevare composizioni curatissime e capaci di differenziarsi le une dalle altre con classe e la giusta dose di ruffianeria. Canzoni come la opener Angels of Heaven e la seguente Save Me, non a caso scelte come singoli, costituiscono una vera manna per gli amanti del genere ed anche se oggi possono apparire fin troppo leziose, è indubbio che all’epoca aprirono più di una breccia nel cuore di appassionati che avevano ormai dato per sepolte certe sonorità e certe emozioni e risultano tuttora credibili e perfettamente concepite. L’alternanza di momenti più energici ed altri decisamente più soft garantisce una certa verve nell’ascolto di un album che comunque raggiunge quasi l’ora di durata e così una stupenda ballata come All in Your Own è seguita da un brano più ritmato come I’ll Be There, che richiama spudoratamente il Bon Jovi post New Jersey. Bellissimi i cori di Man on the Moon che potrebbero addirittura ricordare i Queen o i Def Leppard per uno dei brani più “piacioni” del lotto e anche uno dei più riusciti grazie anche al consueto e splendido lavoro delle chitarre. Come detto, è comunque tutta la scaletta a riservare grosse soddisfazioni, con la seconda parte che forse soffre un minutaggio che comincia a farsi sentire. Fortunatamente, la stupenda Eyes of a Stranger, con la sua particolare atmosfera e la unicità rispetto a tutto il resto del disco, riesce a risollevare ampiamente tutta la parte finale, riportando il livello d’attenzione ai massimi livelli, seguita dall’ottima ed energica Sailing Home e, in chiusura, dall’intensa ballad The Love Song, degno suggello di un grande disco.

Go! ottenne degli ottimi riscontri tanto a livello di critica che a livello di vendite, consacrando i Fair Warning tra le band di maggior successo di un genere che ingiustamente sembrava ormai destinato all’oblio. La classe è indubbia e l’album si rivela quasi perfetto, salvo forse un paio di episodi leggermente inferiori alla media. La credibilità con la quale i cinque ricreano le atmosfere e le composizioni dei migliori act del genere è totale e per una band tedesca è tutt’altro che scontato riuscire in una impresa del genere senza risultare pesante o retorica. La solarità che invece contraddistingue quasi tutta la tracklist ne fa un ascolto piacevole e spensierato, ma non per questo privo di una certa profondità, nonostante l’evidente manierismo con cui tutto è concepito ed eseguito. Non c’è un solo alito di originalità nella formula dei Fair Warning, niente che esca per un secondo da coordinate consolidate e che proponga un qualcosa di inaspettato. Solo tanto amore per il genere, capacità esecutive e di scrittura ampiamente sopra la media e degli interpreti di livello assoluto. Se cercate un capolavoro è da altra parti che dovete guardare. Se invece volete un grande, ottimo disco di hard rock melodico, allora Go! merita di essere riscoperto: vale tutta la vostra attenzione.



VOTO RECENSORE
82
VOTO LETTORI
91.05 su 17 voti [ VOTA]
LAGUARDIA VINCENZO
Giovedì 11 Aprile 2024, 14.36.13
8
FANTASTICOO GRANDE CAPOLAVORO 💯🎤❤️👑
Michael Rosenberg
Martedì 2 Maggio 2023, 12.11.26
7
Discone, anche la sezione ritmica notevole con Ritgen al basso tra l’altro principale songwriter della band.
Hiroshi
Martedì 2 Maggio 2023, 10.45.41
6
Se cercate un capolavoro...eccolo qua. Forse il punto più alto dell\'hard rock melodico europeo anni 90. Gli incroci chitarristici complementari fra Malecek e il compianto Hengelke sono pressoché perfetti e difficilmente eguagliabili (gusto a palate il primo, personalità nello stile high-pitched il secondo). Il tutto completato da Tommy Heart, con le sue linee vocali spettacolari e la sua estensione. Album a mio avviso irripetibile (neppure loro hanno bissato questi livelli, avvicinati però più tardi dai L.A.D., sempre con Malecek...).
Rob Fleming
Sabato 23 Gennaio 2016, 18.06.03
5
Spettacolo puro con Eyes of a streanger, Angels of Heaven, Save me e la favolosa I'll be there (Malmsteen che suona con Bon Jovi?) su tutte. 85
lux chaos
Martedì 19 Agosto 2014, 0.14.12
4
Disco strepitoso
Andrew Lloyd
Venerdì 15 Agosto 2014, 21.48.19
3
Lo presi appena uscí e non mi sembró vero. Non era facile nell'era pre internet trovare i loro dischi visto che erano una band semi-cult. Il mix vincente di questo disco é la soliditá teutonica dei pezzi scandita da melodie tipicamente americane che ricamano un flavour unico. La splendida voce di Tommy Heart completa l'opera. Col primo Casanova e Fireworks dei Bonfire, é il mio disco preferito di hard rock mittle europeo.
d.r.i.
Martedì 12 Agosto 2014, 10.01.23
2
Io, gran botta de culo, ho trovato il cofanetto usato ma in condizioni perfette ad un prezzo ridicolo. Che dire discone della madonna, infatti appena ho visto il cofanetto mi era scesa una lacrimuccia...
Galilee
Sabato 9 Agosto 2014, 15.21.44
1
Disco fenomenale. Riuscii a trovarlo un bel pò di anni dopo la sua pubblicazione, dopo ripetute ricerche, ma ne valse davvero la pena. Un disco rock per innamorati, e ai quei tempi lo ero.
INFORMAZIONI
2014
SPV/Steamhammer
AOR
Tracklist
1. Angels of Heaven
2. Save Me
3. All on Your Own
4. I’ll Be There
5. Man on the Moon
6. Without You
7. Follow My Heart
8. Rivers of Love
9. Somewhere
10. Eyes of a Stranger
11. Sailing Home
12. The Way You Want It
13. The Love Song
Line Up
Tommy Heart (Voce)
Helge Engelke (Chitarra)
Andy Malecek (Chitarra)
Ule W. Ritgen (Basso)
C. C. Behrens (Batteria)
 
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