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Kruk - Before
( 2061 letture )
Una gradita sorpresa da un luogo alquanto inaspettato. Vengono infatti dalla Polonia, luogo non certo solito a fornire grandi gruppi rock, i Kruk, sorprendente band autrice di uno dei dischi migliori del periodo. I nostri, che col presente Before (o Be4ore come scrivono loro) sono giunti alla quarta prova discografica, nascono come cover band interamente dedita agli anni ‘70: Deep Purple, Uriah Heep, Thin Lizzy, Gary Moore, giusto per citare alcuni numi tutelari che certamente sono stati ascoltati e suonati a più riprese dal quintetto polacco.
Il loro stile proviene direttamente dai seventies, fin dalle prime note chiaramente derivanti da quella matrice e caratterizzate da una produzione ben distante da quelle cui normalmente siamo abituati, eppure assolutamente efficace.

Chitarre potenti, ma non ultra sature, batteria secca e incisiva, basso pulsante in grado di produrre parti autonome e ben in rilievo, non semplici raddoppi delle chitarre. Poi, i veri punti di svolta del disco: il primo sono le tastiere. Già dalla copertina, si capisce che non sono solo un riempitivo: al posto dell’usuale “keyboards”, sono indicate esplicitamente come “Hammond, Piano & Synthesizer”, infatti, il timbro rotondo e pulsante dell’Hammond, le parti morbide e insinuanti di piano elettrico e i soli di sintetizzatore sono in vari brani la vera marcia in più; il tastierista ha studiato molto bene Jon Lord, Phil Lanzon, Rick Wakeman e ottima compagnia, e ci ha messo del suo con gran gusto. Il secondo sono gli assoli chitarristici: lunghi, melodici, cantabilissimi e con un gusto raro (purtroppo) a trovarsi nei dischi di oggi; chi ha in mente le sbrodolate chitarristiche tipiche di molti album recenti, soprattutto in abito prog-metal, sa di cosa sto parlando.
Infine, last but not least, la voce: il nostro cantante ha imparato molto bene come coniugare, su pezzi dalla struttura e dalle ritmiche tipicamente ’70, linee vocali uscite dritte dai migliori dischi di class metal anni’80. Si intravedono chiaramente tracce di Dokken, Europe, Bon Jovi, potenti ma melodicissime. Il risultato è ottimo: le parti vocali sono acute ma piene, melodiche ma mai stucchevoli, varie e quasi sempre ben riuscite. Se anche dal vivo la resa è questa, o è similare, avercene di cantanti così, oggi.

Tutte queste caratteristiche si esplicitano in otto pezzi; da copertina sarebbero undici, ma la traccia nove è una strumentale acustica e le ultime due non sono altro che rifacimenti col testo in polacco, rispettivamente, della traccia sette e cinque. Si tratta di pezzi lunghi e articolati, che superano tutti di slancio i cinque minuti, e talmente variegati da essere quasi delle mini-suite; gli oltre nove minuti della opener ne sono un valido esempio. Al loro interno, i Kruk dimostrano di saper maneggiare tutte le varianti tipiche dell’hard rock, dal mid-tempo di My Sinners, Last Second, e l’ottima Once, alla blueseggiante Wings of Dreams, passando per le potenti Grey Leaf e Open Road, sino alla ballad Farewell. Il bello è che non c’è un solo brano davvero definibile come debole, o mal riuscito. Davvero un’ottima realizzazione per questo gruppo, c’è solo da sperare che sappiano ripetersi con altrettanta brillantezza compositiva ed esecutiva. Se poi dovessero passare dall’Italia, magari di supporto a band come Deep Purple, Uriah Heep o Europe, sarebbe davvero un concerto da non perdere.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
85 su 2 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2014
Metal Mind Records
Hard Rock
Tracklist
1. My Sinners
2. Last Second
3. Once
4. Wings of Dreams
5. Grey Leaf
6. Morning Star
7. Farewell
8. Open Road
9. Timeline (instrumental)
10. Moja Dusza (bonus track)
11. Szary Liść (bonus track)
Line Up
Roman Kańtoch (Voce)
Piotr Brzychcy (Chitarra)
Michał Kuryś (Hammond, Piano, Sintetizzatori)
Krzysiek Nowak (Basso)
Darek Nawara (Batteria)
 
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