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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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Curimus - Artificial Revolution
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( 1020 letture )
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Provenienti da Loimaa, villaggio situato nel sud ovest della Finlandia, i Curimus debuttarono nel 2012 con la loro prima uscita su lunga distanza. Intitolata Realization, l’opera era caratterizzata da un thrash venato di sfumature groove, piuttosto piatto e privo di spunti di reale interesse, anche per via di un sound chiuso e privo di assoli e momenti melodici. A distanza di due anni, nonostante la fredda accoglienza ricevuta dal primo lavoro, hanno l’opportunità di riprovarci con la seconda fatica discografica, Artificial Revolution.
La prima novità risiede nei suoni: i Curimus nell’Anno Domini 2014 hanno un sound pieno, grasso e ricco di sfumature, con la sezione ritmica in grande evidenza ed una produzione che si rivelerà tra i punti di maggior forza del disco in esame. Pronti via, i nostri ci accolgono con una intro arpeggiata che fa da preludio ad una violenta aggressione. Chitarre solide e grasse sono accompagnate da un gran lavoro di basso, sul cui tappeto poggia l’intera proposta musicale dei finlandesi e su cui si può esibire in tutta la sua versatilità Marko Silvennoinen, cantante capace di passare dal growl alle clean vocals con discreti risultati, rovinati solo da linee piuttosto piatte. A dispetto dell’opener, brano potente e dall’impianto a cavallo tra thrash e death, non mancano i brani maggiormente elaborati e dal ritmo più cadenzato: è il caso della successiva Free-Standing Nation, che si muove su binari che riesumano le coordinate groove del precedente lavoro, ma anche di Preachings e di Depraved. In questo scenario si inserisce anche la vena melodica, altra novità del platter, che lo pone su un gradino superiore rispetto al precedente. Basti pensare a No Feast For The Vultures, oppure alla successiva Faith & Obsession, dove fa capolino il succitato cantato pulito che allarga lo spettro della proposta musicale dei Curimus. Nella parte centrale del disco sono invece concentrati gli assalti più puramente thrash, sebbene vada detto che i riferimenti non sono quelli del thrash americano ottantiano, bensì del post-thrash figlio del sound dei Machine Head, dei quali è possibile riconoscere alcune influenze. Tra le composizioni più trascinanti ed energiche del lotto si segnalano Love Song e Blade In / Blood Out, brani dalla struttura abbastanza semplice e forse proprio per questo di sicura resa live.
La crescita, dal punto di vista stilistico e della maturazione, appare evidente rispetto al debutto, ma ancora non è sufficiente a rendere i Curimus un nome da piazzare nella propria agenda di band da seguire e tenere d’occhio. Derivativi nella proposta musicale, figlia tra gli altri dei Lamb Of God, ai quali si rifà in particolare il cantante, migliorano in termini di composizioni portando maggiore varietà e inserendo influenze nuove in grado di dare aria e apertura ai brani, oltre a renderli maggiormente riconoscibili. In attesa di un vero salto di qualità –se mai dovesse esserci– per ora si possono considerare promossi.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Reincarnation 2. Free-Standing Nation 3. No Feast For The Vultures 4. Faith & Obsession 5. Love Song 6. In The Darkness 7. Blade In / Blood Out 8. Unchained 9. Preachings 10. Depraved 11. Born Yesterday
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Line Up
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Marko Silvennoinen (Voce) Juha-Matti Helmi (Chitarra) Juho Manninen (Basso) Jari Nieminen (Batteria)
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RECENSIONI |
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