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Suicidal Angels - Divide and Conquer
( 2219 letture )
Ai Suicidal Angels non si può certo rimproverare la mancanza di determinazione e di perseveranza. Divide and Conquer è il quinto LP in sette anni pubblicato dalla formazione greca, attiva ormai dal 2001 e da sempre improntata alla proposta di thrash metal old school, in quello che rappresenta un omaggio, e rasenta il plagio, di un nutrito gruppo di storici act che il genere hanno contribuito a plasmarlo ed a renderlo popolare. Tuttavia, rispetto alla grande occasione -in parte sprecata- della loro carriera, quando si ritrovarono a pubblicare Sanctify the Darkness per la Nuclear Blast dopo aver vinto un concorso, la maturazione compositiva e tecnica risulta essere soddisfacente e netta, permettendo di poter affrontare la disamina della loro ultima fatica con la mente scevra dai pregiudizi che, inevitabilmente, possono nascere nella mente dell’ascoltatore e conoscitore di thrash. Se è vero, infatti, che i Suicidal Angels del 2014 abbiano raggiunto una dimensione artistica chiara e definita, con suoni adatti e approccio agli strumenti ideale, lo è altrettanto che gli stilemi ai quali i nostri si rifanno sono sempre quelli e, piuttosto spesso, sarà inevitabile il sorgere nella mente di analogie e associazioni con brani o sound di altri gloriosi gruppi.

Pronti via, la formazione greca ci propone Marching Over Blood: l’inizio del disco è affidato ad un brano tritaossa con una partenza potente ed incisiva. Gli echi degli Slayer, sia nel sound generale che nella verve solistica, sono frequenti, ma il pezzo funziona e trascina. La successiva Seed of Evil, tuttavia, rappresenta una prima sorpresa, in primis per via della sua durata, che sfiora i sette minuti. La fiacca intro è seguita da un incedere che, nel riffing, ricorda alla lontana Enter Sandman dei Metallica, doverosamente incattivita per adattarsi al sound della band greca. Il refrain, tuttavia, vira verso atmosfere care ai Kreator. Un lungo assolo a metà brano dona varietà, ma la seconda parte risente di una certa ripetitività. La titletrack è una pura scheggia thrash, con strofe brevissime e ritmiche sempre sostenute, ma con una buona varietà di soluzioni sia a livello di riffing che di sezione ritmica. Con Control the Twisted Mind si ha la seconda sorpresa, essendo un altro pezzo dalla durata non ortodossa, sfiorando anch’esso i sette minuti. Dopo un nervoso inizio di violino, seguito da un arpeggio denso ed oscuro che rimanda la mente ai Testament di The New Order, il brano si discosta abbastanza dalla media delle produzioni dei Suicidal Angels, in quanto permeato da un alone di malvagità che non si traduce in semplice violenza ed assalto sonoro, ma in qualcosa di più subdolo e sussurrato. Esaurite le “sperimentazioni”, però, i nostri ritornano a dedicarsi a quello che è il loro trademark musicale ed inanellano cinque brani colmi di sfuriate, senza compromessi e in-your-face. In fondo all’album, per concludere lasciando una sensazione diversa all’ascoltatore, viene piazzato il brano più lungo del lotto, White Wizard, di quasi nove minuti di durata. A colpire è la capacità dell’act di sprigionare energia anche in pezzi maggiormente elaborati e lunghi. Interessante anche la ricchezza di variazioni ritmiche, di riff, di arpeggi e di assoli che si susseguono per tutto il brano, rendendolo senza dubbio il più variegato tra quelli che formano Divide and Conquer.

Nel giudicare un’uscita come questa c’è la necessità di fare una considerazione: i Suicidal Angels non inventano nulla e nemmeno si sforzano di creare un proprio sound personale, limitandosi a pescare a piene mani in quanto già prodotto da tutte le band già citate in fase di disamina, e aggiungendoci qualche spruzzata di primi Sepultura. Ascoltare l’album sembra quasi una summa di quanto il thrash abbia offerto nella sua epoca d’oro, e questo potrebbe far gioire i nostalgici almeno quanto potrà far storcere il naso a chi vuole qualcosa di più di mero amarcord. La crescita della formazione greca è notevole, sia in termini di resa strumentale, dove emerge l’incisività delle parti di batteria che fino a qualche anno fa rappresentavano uno dei punti deboli del sound dei Suicidal Angels, ma anche la cattiveria delle parti vocali, altro tallone d’Achille che aveva destato non poche perplessità in passato. Sia ben chiaro, il cantato rimane piuttosto monocorde e statico, ma è innegabile che ora si amalgami molto meglio alla proposta complessiva, cosa che non si poteva affermare, ad esempio, nel caso di Sanctify the Darkness. La produzione è sufficientemente buona da dare potenza agli strumenti, ma allo stesso tempo ha quel pizzico di marciume che dona una patina di sporco che ben si adatta. Altro punto a favore è la capacità da parte della band di sfoderare brani potenti, incisivi, quasi sempre privi di un riff sconvolgente ma nonostante ciò sempre efficaci e di impatto, lasciando l’impressione che in sede live possano scatenare un putiferio degno di nota. Apprezzabili anche i tentativi di inserire variazioni sul tema e di cimentarsi con la composizione di brani più lunghi, inseguendo una tendenza che Exodus e Metallica hanno ormai fatto propria da tempo. Nel complesso, uscita di buon livello che, a fronte dei già sottolineati echi e rimandi che ne inficiano la valutazione, merita di essere promossa e di ricevere attenzione da parte degli amanti del thrash vecchia scuola.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
75.16 su 6 voti [ VOTA]
LeOrmeProg
Giovedì 4 Settembre 2014, 1.51.07
2
Piaciuto per niente. Il solito thrash trito e ritrito senza un briciolo di idee.
AL
Lunedì 1 Settembre 2014, 11.39.21
1
album piacevole. uno dei miei preferiti in questo 2014. recensione perfetta.
INFORMAZIONI
2014
NoiseArt Records
Thrash
Tracklist
1. Marching Over Blood
2. Seed of Evil
3. Divide and Conquer
4. Control the Twisted Mind
5. In The Grave
6. Terror Is My Scream
7. Pit of Snakes
8. Kneel to the Gun
9. Lost Dignity
10. White Wizard
Line Up
Nick Melissourgos (Voce, Chitarra)
Chris Tsitsis (Chitarra)
Aggelos Lelikakis (Basso)
Orpheas Tzortzopoulos (Batteria)
 
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