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Dire Straits - Alchemy: Dire Straits Live
( 7321 letture )
I Dire Straits sono uno di quei rarissimi gruppi della storia del rock in grado di metter d’accordo praticamente tutti, dagli appassionati del metal più intransigente ai fan del rock più soft: il merito va ascritto ovviamente alla magistrale abilità con la chitarra di Mark Knopfler, ma anche alla validità dei brani proposti e, soprattutto, al loro oscillare fra stili variegati e mai uguali a se stessi, ondeggianti fra blues, country, folk, new wave. Inoltre, cosa che non guasta mai, pur avendo venduto copie su copie, i musicisti della band si sono raramente atteggiati a rockstar, mantenendo anzi uno stile sobrio e compassato che non ha fatto altro che fargli mietere ulteriori consensi, sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista “umano”, se così si può definire.

Il live che ci riproponiamo di analizzare brevemente nelle righe seguenti è un ulteriore esempio della classe e, al tempo stesso, della semplicità di Mark Knopfler e soci: registrato al leggendario Hammersmith Odeon di Londra la sera del 23 luglio 1983, ad eccezione di una piccola parte risalente alla sera precedente, Alchemy: Dire Straits Live cattura l’esibizione della band per come realmente essa suonò trent’anni fa: non vi sono sovraincisioni, non vi sono ri-registrazioni, né modifiche di alcun tipo. Persino quelle piccole sbavature e quei rumori tipici di un live, quali lo scorrimento delle dita sul manico di uno strumento o sporadici ronzii degli amplificatori, sono presenti in tutta la loro genuinità, conferendo al lavoro il sapore di un bootleg, benché in realtà si tratti di una pubblicazione ufficiale e di qualità eccelsa. Sembra dunque di trovarsi proprio nella City quando Romeo and Juliet ci rapisce con la sua meravigliosa melodia, che tanti ha fatto e farà ancora innamorare; quasi possiamo vedere Mark che, con il suo aplomb e la sua tranquillità, conduce lo show della propria band, accendendosi come un vulcano in piena attività solo tramite le sue appendici naturali, quelle dita incredibilmente rapide che giostrano sulla sua Fender. La parola chiave di questo live, scelta non a caso come titolo dell’album, è proprio alchimia: ci troviamo di fronte ad una band dal talento eccezionale, guidata da un grandissimo frontman, che sciorina via via una serie di classici senza segni di smarrimento o stanchezza, creando una fusione sonora fra le intricate trame della chitarra di Mark, gli altri strumenti ed il pubblico adorante. Da bocca aperta, come del resto era lecito aspettarsi, le versioni di Sultans of Swing e Tunnel of Love presenti sul live: la prima, lunga circa sei minuti sul cd originale, viene qui dilatata fino ad una durata quasi doppia, mediante una serie francamente impressionante di assolo e ad una partitura di batteria resa assai più complessa dal batterista Terry Williams; la seconda, a sua volta più lunga, esce egualmente rafforzata dal confronto con l’originale. Tuttavia sarebbe ingiusto non citare altre due perle del live, quali l’iniziale Once Upon a Time in the West e la bellissima Telegraph Road, anch’esse brillanti di nuova, vivida luce.

Non resta molto altro da dire su questo prodotto: forse Alchemy: Dire Straits Live non soddisferà i puristi della perfezione del sound live e vedrà nell’assenza di ritocchi un qualche tipo di difetto; in compenso, anche chi dovesse pensarla in tal modo non potrà non rimanere affascinato dall’enorme bagaglio emozionale contenuto in questo live, che raffigura i Dire Straits nel fulgore della loro carriera e ci fa assaporare una discreta quantità di fiele al pensiero di non aver potuto presenziare ad un evento del genere. Del resto, come disse Jimmy Page, la tecnica non conta, se si parla di emozioni. Chi siamo, noi, per contraddire Sua Maestà? In fondo, probabilmente, anche Mark Knopfler, che continua tuttora (per fortuna) a girare il mondo, non potrà che concordare.



VOTO RECENSORE
87
VOTO LETTORI
96.43 su 23 voti [ VOTA]
Luka2112
Giovedì 11 Giugno 2020, 23.15.49
17
Probabilmente uno dei live album più belli e veri di sempre! Le versioni qui proposte guadagnano addirittura sugli originali, negli anni 80 non erano in molti a modificare i brani in questo modo arricchendoli di feeling e improvvisazioni. Tutta la band brilla di luce propria, e la tracks list parla da sola. Imperdibile, bei tempi, irripetibili.
Donato
Domenica 19 Giugno 2016, 21.03.24
16
Band unica, album dir poco stellare.........Telegraph Road indiscutibilmente da antologia della storia del rock!!! I Dire Straits con le loro superbe esecuzioni live, dimostano di essere senza remore di smentite fra le + grandi band di tutti i tempi
Peppe
Sabato 30 Aprile 2016, 15.31.42
15
dimenticavo, ci metto pure il live in the city of light dei simple minds.
Peppe
Sabato 30 Aprile 2016, 15.24.09
14
..raggiunsero il massimo della....
Peppe
Sabato 30 Aprile 2016, 15.21.46
13
insieme ad arena dei duran duran, live in cui le versioni dei brani raggiunsero della forma, della bellezza e della genialità. Perfezione.
Enzo
Lunedì 29 Febbraio 2016, 6.59.28
12
Secondo me è il Live più bello della storia.
Rob Fleming
Mercoledì 20 Gennaio 2016, 9.38.01
11
Come insegnare un paio di cose ai velocisti della chitarra in termini di gusto, pulizia esecutiva e feeling. Bellissimo 85
Matteo
Venerdì 16 Ottobre 2015, 16.01.30
10
Voto 99 solo perchè non posso mettere 100...fantastico pezzo di storia della musica!
Carmine
Lunedì 8 Settembre 2014, 15.04.12
9
Un bel live, lo ascolto sempre volentieri. Voto 87!
MorphineChild
Giovedì 4 Settembre 2014, 18.34.06
8
live davvero straordinario, suonato ed interpretato divinamente. manca forse qualche pezzo dai primi due dischi a renderlo perfetto (Single Handed Sailor, Lady Writer, Down To The Waterline) ma anche così è fuori di testa
Weston-super-Mare
Mercoledì 3 Settembre 2014, 15.01.34
7
Il loro album più bello. Sultans of Swing, Tunnel of Love e Telegraph Road in versioni extralusso
Saudade
Mercoledì 3 Settembre 2014, 14.43.21
6
La capacità di trasmettere le stesse emozioni, se non di più, anche dopo un trentennio... Un album che accompagna 'on the road'...
Le Marquis de Fremont
Mercoledì 3 Settembre 2014, 13.35.25
5
Ho visto il concerto del 22, il giorno prima, un venerdì, mi ricordo. Stessa scaletta anche se mi sembra c'erano anche Water of Love o Down to the Waterline. Di questo album, sottolineerei l'assolo di chitarra su Sultan of Swing, penso uno dei migliori della storia del rock che quella sera, mi ricordo, rispetto al disco, Knopfler ha ripetuto due volte. Cosa che non fanno molto le band metal, allora era quello di dilatare i pezzi dal vivo, con inserti inediti, che arricchivano enormemente i brani. Ascoltate Stairway to Heaven su The Song Remains the Same dei Led Zeppelin o If There is Something dei Roxy Music su Viva! Album strepitoso e band eccellente. Quando si dice il songwriting. Au revoir.
Matocc
Martedì 2 Settembre 2014, 18.43.48
4
ho la versione in DVD... live assurdo! da avere!
Hellion
Martedì 2 Settembre 2014, 17.33.13
3
Questa è storia, da batterista dico che Terry Williams, su questo live fa paura!
dario
Lunedì 1 Settembre 2014, 20.23.51
2
Assolutamente da avere. Un live pazzesco, ogni traccia è una bellezza unica. Un Lp storico, da brividi. Voto 100.
Red Rainbow
Lunedì 1 Settembre 2014, 8.25.05
1
Tra i dieci dischi degli anni '80 da mettere nelle sonde che inviamo nello spazio, come distillato dell'umana eccellenza.... Telegraph Road da sola vale il prezzo dell'album e, del resto, quando il ruolo di "brano senza pretese" del lotto è affidato a una Going Home comunque strepitosa, si capisce che è il momento di togliersi il cappello e inchinarsi in devota venerazione...
INFORMAZIONI
1984
Vertigo / Warner Records
Rock
Tracklist
1. Once Upon a Time in the West
2. Expresso Love
3. Romeo and Juliet
4. Love Over Gold
5. Private Investigations
6. Sultans of Swing
7. Two Young Lovers
8. Tunnel of Love
9. Telegraph Road
10. Solid Rock
11. Going Home - Theme from 'Local Hero'
Line Up
Mark Knopfler (Voce, Chitarra)
Hal Lindes (Chitarra)
Alan Clark (Tastiere)
John Illsley (Basso)
Terry Williams (Batteria)

Musicisti ospiti
Tommy Mandel (Tastiere)
Joop de Korte (Percussioni)
Mel Collins (Sassofono)
 
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