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19/04/24
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Gory Blister - The Fifth Fury
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( 2058 letture )
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Violenza, male e un forte sapore di marcio: questa è l'essenza dei Gory Blister, gruppo technical death metal formatosi all'inizio degli anni novanta. I nostrani sono uno di quei gruppi che forse troveremo fra qualche anno nella nostra rubrica Almost Famous: nonostante abbiano sempre fabbricato un metal molto tecnico, dalle notevoli influenze provenienti dai Death del tanto compianto Chuck Schuldiner e dai Carcass, non hanno mai realmente ottenuto il successo meritato. Gli amanti del genere sicuramente sanno di chi stiamo parlando, ma probabilmente questo è un gruppo che non ha ricevuto la dovuta attenzione al di fuori di una cerchia di appassionati. Se già con EarthSick vi era un accenno di mutazione, un raggiungimento di una maggiore maturità stilistica e compositiva, altri passi avanti sono stati compiuti con The Fifth Fury. L'impressione che si ha ascoltando questo disco è un po' la stessa che si ha quando, dopo le cavalcate ultraviolente di Reign in Blood degli Slayer, si passa a Seasons in the Abyss. Il disco è qualcosa di molto più elaborato ed emotivamente pesante: come i thrasher americani hanno aumentato la dose di malignità nel loro sound e i midtempo arcigni, stessa cosa è accaduta ai Gory Blister.
Sia chiaro, il sound di The Fifth Fury è granitico e l'album è un'autentica mazzata, ma sta a voi scegliere dove prenderla, se in fronte o in pieno collo. In ogni caso, la proposta dell'ultima release dei deathster è l'esatto prosieguo della direzione intrapresa con l'album precedente. Senza perdere la tanto decantata furia citata nel titolo dell'album, i Gory Blister arricchiscono la componente melodica ed accentuano i cambi di tempo, lasciandoci diverse volte (piacevolmente) con la bocca aperta. Sono infatti le continue finezze, gli inaspettati pattern di batteria e alcune svolte melodiche che donano al platter una personalità notevole rispetto al fiume di nuove uscite che da tempo caratterizza questo genere.
Lentamente, in fade-in, entrano le chitarre e i sintetizzatori, aprendo il platter con Psycho Crave. Il brano fin da subito mette in risalto la vena melodica del death proposto dal gruppo: si alterna un riffing serrato e pesante a dei lick di chitarra notevoli che rendono la canzone orecchiabile e facilmente ricordabile. La partenza dell'album quindi ci offre quella che probabilmente è una delle migliori canzoni del disco, che culmina in un assolo di chitarra di pregiata fattura, seguito nuovamente dai sintetizzatori che giocano un ruolo primario nell'atmosfera creata. L'impressione che si ha è quella di essere direttamente catapultati nel regno del male. Passano pochi momenti di silenzio, prima che il nervosismo di Thresholds ci assalga facendoci battere forsennatamente il cuore. Le ritmiche serrate lasciano spazio di tanto in tanto a dei frangenti più heavy e dal sapore dei Children of Bodom della seconda metà degli anni duemila. La successiva Toxamine scivola via con minore rilievo, "guadagnandosi" il titolo di traccia senza infamia e senza lode del platter. Devouring Me offre un'ottima intro, un po' troppo breve e non più riproposta durante la canzone, non sfruttando quindi una carta potenzialmente molto valida. L'anticipata The Fifth Fury è esattamente ciò che ci aspettiamo, invece: una cavalcata estremamente varia e violenta, che non lascia mai un solo attimo di riposo. Il growl offre continui cambi di registro, sfiorando molteplici volte lo scream. In numerosi momenti della canzone vengono inoltre implementati dei midtempo che mettono in risalto la sezione ritmica invidiabile e l'atmosfera veramente malsana. Dalla title track in poi si sente di più ciò che i Gory Blister stanno cercando di incorporare nel proprio sound, cioè delle diversificazioni e dei suoni inaspettati, come quelli che si sentono negli stacchi all'inizio di Prometheus Scars. La furia dei deathster nostrani diventa ancora più fredda, secca e distante, quasi aliena. Il tecnicismo estremo apre le strade a (Meet Me) In the Mass Grave, dove dei ritmi quasi mathcore si alternano poi con i classici sprint del death metal. Purtroppo questi ultimi non sono così convincenti, mentre le ritmiche sono decisamente più interessanti e meno stereotipate. Ad alzare brutalmente il livello qualitativo della canzone ci si mette un assolo con un trillo spaventoso, ennesimo sfoggio d'abilità indiscussa. Per un'ultima volta, una valida formula viene riproposta anche in The Grey Machinery. La canzone scorre piacevolmente proponendo delle melodie a tratti ipnotiche, alla quale però non è facile stare dietro. Il growl sfuma in delle tonalità sempre più basse fino alla fine della traccia, appesantendo un lungo finale di quasi un minuto.
Il disco in teoria finisce così, giusto dopo una trentina di minuti, tuttavia accade qualcosa di inaspettato: le prime note di un pianoforte aprono la strada a una maligna e pesante orchestra. Non tardano ad aggiungersi molteplici strumenti, nuovi cambi di tempo e una sensazione di inquietudine. Dopo una settantina di secondi, le atmosfere si fanno dolci per qualche momento, grazie all'entrata di un flauto e una curata chitarra acustica. La sensazione di sollievo è illusoria e nuovamente tutto diventa più pesante ed incerto. Le molteplici sensazioni che ci offre il brano che stiamo ascoltando sono la vera punta di diamante del disco. Heretic Infected Orchestra è quella traccia che non ti aspetti in un platter come The Fifth Fury: si tratta di poco più di tre minuti e mezzo che risultano però infiniti, estremamente profondi e molto espressivi. Che la canzone sia la degna chiusura del disco, o l'apertura di ciò che verrà nel futuro poco importa: in ogni caso è una sorpresa ben riuscita e di gran classe.
La produzione del disco si attesta a buoni livelli, proponendo in particolar modo un sound eccellente per quanto concerne le chitarre: non tanto nelle ritmiche, quanto nella sezione solista, tecnica e melodica al tempo stesso. Una vera garanzia costante in tutto il platter. La velocità e la relativa forza con cui si sferrano i colpi non è tutto, anche nel death metal. Questo è il messaggio che ci lasciano i Gory Blister, sfoggiando un'evoluzione stilistica ancora da portare a compimento, ma sicuramente valida. I primi passi sono stati fatti e ne son seguiti ancora altri, determinati e convinti. The Fifth Fury è sicuramente un buon album, alla quale però manca il salto di qualità finale, che arriverà probabilmente insieme alla conclusione del cambiamento che il gruppo sta portando avanti già da un po' di tempo. Il platter è sicuramente un buon ascolto per i fan del genere, nell'attesa che l'orchestra continui a suonare la propria malata e insana sinfonia.
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4
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grandissimi i Gory Blister, altro grande ritorno come gli Electrocution. L'album devo ancora ascoltarlo, ma se rimane al livello del precedente ben venga |
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3
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Album magniloquente, se non è un capolavoro poco ci manca |
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2
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I Gory Blister hanno fatto grandi album, ma non questa volta. Sarò controtendenza, ma non mi è piaciuto molto questo album. |
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1
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Miii, e chi se li ricordava piu?? sono proprio curioso. Cercherò qualche video su YT |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Paolo “St. John” John (Voce) Raff Sangiorgio (Chitarra) Emi Dattolo (Basso) Joe La Viola (Batteria)
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Line Up
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1. Psycho Crave 2. Thresholds 3. Toxamine 4. Devouring Me 5. The Fifth Fury 6. Prometheus Scars 7. (Meet Me) In the Mass Grave 8. The Grey Machinery 9. Heretic Infected Orchestra
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