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29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
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Novembers Doom - Bled White
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( 3348 letture )
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Facciamola finita : I Novembers Doom non sono un gruppo doom! Non lo saranno mai e nemmeno vorrei che lo fossero....
...era il 2007 e così, in sede di recensione di The Novella Reservoir, scriveva sulle nostre pagine Giasse, nume tutelare e memoria storica di tutto ciò che si muove nelle lande più oscure dell’universo metal. Detto che, personalmente, ho condiviso da subito anche la valutazione di merito sull’album in oggetto, ora, a sette anni e tre full length di distanza, possiamo definitivamente fugare ogni dubbio anche sulla parte “profetica” di una simile affermazione. Paul Kuhr e soci sono l’incarnazione vivente della fallibilità dell’antica saggezza latina, smentendo il detto proverbiale “nomen omen”. Già, perchè di “doom” nella discografia dei Nostri c’è stato sempre poco e sempre meno, a vantaggio di un approccio death/thrash che in questo Bled White trova la sua definitiva consacrazione. Qualche dubbio, per la verità, era sorto ascoltando l’anteprima rilasciata dalla The End Records in vista della pubblicazione dell’album, ma le movenze vagamente Paradise Lost contenute in Just Breathe risultano poi largamente minoritarie nel complesso di Bled White, quasi che si trattasse di una sorta di cammeo ospitato in un corpo di tutt’altra foggia. Già i due brani che aprono la tracklist, infatti, cioè la titletrack e Heartfelt, indirizzano verso sonorità muscolari e di impatto in cui le asce dalla coppia Marchese/Roberts sono più brandite per aprire varchi che impegnate a disegnare atmosfere, così come, del resto, nella più melodica Unrest, in cui campeggia un riff pulitissimo a interrompere il flusso ossessivo tratteggiato da Garry Naples alle pelli (a proposito, più che accettabile il debutto dell’ultimo arrivato tra i Chicago boys). Tocca a una poco brillante (e altrettanto poco ispirata) The Memory Room interrompere le cavalcate della prima metà dell’album, prima che l’arrivo della tellurica The Brave Pawn scaraventi l’ascoltatore in pieno territorio thrash, approdo che a questo punto possiamo definire “naturale” e affrontato coi sacri crismi del genere, a cominciare dalla durata contenuta del pezzo. Le successive Clear e The Grand Circle si aggirano invece tra suggestioni di marca Katatonia e Type O’Negative, ma senza davvero penetrare i santuari in cui Steele e Renkse hanno saputo distillare le loro magiche pozioni. La palma di pezzo migliore dell’album spetta allora probabilmente alla conclusiva The Silent Dark, in cui spirano venti da tutti i metal quadranti ad arricchire una tavolozza giunta un po’ scolorita alle soglie dell’ora di ascolto.
Vent’anni di carriera, nove full length, cambi di formazione che non hanno mai stravolto la cifra artistica complessiva della band, i Novembers Doom confermano in questo Bled White tutto quello che già si sapeva su di loro, sia nei punti di forza (su tutti, i riff sempre di buona qualità e ben piazzati nel corpo dei brani), sia in quelli in cui risulta decisivo il gusto di chi ascolta (la voce di Kuhr e il suo growl che tutto sommato non brilla per personalità, alternato a un clean cantilenante che non passerà alla storia per effetti “in multicolor”), sia negli elementi di oggettiva debolezza (una certa ridondanza e ripetitività dell’ispirazione che rischia di trascinare un ascoltatore quasi stremato alla fine dell’album). La sensazione, ancora una volta, è che la band attivi troppo presto il pilota automatico, rinunciando a uscire dai comodi sentieri in cui si aggira da tempo. Eppure chissà, magari con un po’ di coraggio in più e colpi ben assestati potrebbero anche provare a smentirne un altro, di proverbio, il leggendario e del pari castrante “chi lascia la strada vecchia per la nuova...”.
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7
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Si la penso come invictuSteele.buona band e buon album! |
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6
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Certo che questa band non gode di grande reputazione su queste pagine, ogni album praticamente viene bocciato e questi qui, per me molto bello, raggiunge di poco la sufficienza. Secondo me i Novembers Doom sono una band onesta, magari non proprio originalissima e alla quale manca la scintilla per creare album madornali, ma la classe questi americani ce l'hanno e ogni loro album trovo cha sia abbastanza buono. Questo è forse il mio preferito ma la loro discografia ha una media costante. Voto 78 |
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5
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Peccato davvero che non siano: svedesi, norvegesi o finlandesi. Avrebbero riscosso un caloroso consenso di pubblico. GRANDE BAND. |
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4
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Sempre trovati terribilmente finti e americani, oltre che noiosi mestieranti; mi fanno venire in mente i conterranei Daylight Dies, che comunque ricordo un pelino più interessanti. Ero riuscito a tollerare entro certi limiti The Pale Haunt Departure, a quanto pare uno dei più considerati, poi li ho ripresi con Aphotic e Into Night's Requiem Infernal (ah, ecco, non ci siamo neanche tra titoli e testi...) e entrambi mi avevano lasciato impietrito per la pochezza. Per carità, tecnicamente nulla da eccepire, ma aldilà di quello ne faccio volentieri a meno, soprattutto sapendo che nel genere esistono ben altri nomi. |
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3
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Non c'è niente da fare. I November's Doom devono piacerti per apprezzarli davvero. Se non hai amato quello che hanno fatto in passato, è da escludere che i lavori successivi possano colpirti positivamente. |
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2
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Boh, a me è piaciuto anche questo (oltre a Aphotic) |
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1
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La citazione quasi mi commuove. A parte gli scherzi condivido tutto. Sempre stati di una pochezza irritante non si smentiscono con questa ultima fatica. Io solo non mi capacito della prolungata collaborazione con la The End... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Bled White 2. Heartfelt 3. Just Breathe 4. Scorpius 5. Unrest 6. The Memory Room 7. The Brave Pawn 8. Clear 9. The Grand Circle 10. Animus 11. The Silent Dark
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Line Up
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Paul Kuhr (Voce) Vito Marchese (Chitarre) Larry Roberts (Chitarre) Mike Feldman (Basso) Garry Naples (Batteria)
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RECENSIONI |
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