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Roxy Music - For Your Pleasure
( 3164 letture )
For Your Pleasure è il secondo disco della formazione Britannica dei Roxy Music. La band capitanata dall’istrionico leader Bryan Ferry si era guadagnata un successo tanto inaspettato quanto meritato col debut album. Bisogna ammettere che la sperimentazione e l’innovazione musicale proveniente dal Regno Unito aveva pochi eguali in quegli anni, al pari forse solo degli Stati Uniti e di alcune eccezione (tra cui il sempre sottovalutato bel paese nostrano…). Con una formazione che vantava al proprio interno talenti geniali come il già citato Ferry alla voce e tastiere, Phil Manzanera alla chitarra e Brian Eno ai sintetizzatori, è abbastanza facile a posteriori dire che la band non poteva che produrre un disco notevolmente sopra la media, in grado di lasciare il segno e far parlare di sé. La band, pur avendo già un notevole seguito e successo, non si può certo catalogare come commerciale nel senso di ritornelli facili e radiofonici, così come la definizione di glam va più propriamente ricondotta al glam di David Bowie, Sweet, T. Rex e compagnia inglese che non a quello hard rock di W.a.s.p. e Motley Crue che esploderà da li a dieci anni e che con i Roxy Music non c’entra nulla.

Una sorta di irriverenza e sfrontatezza è palpabile ancora prima di far partire la musica, il titolo ha già dei richiami erotici, la copertina ritrae una giovane e provocante Amanda Lear che tiene al guinzaglio una pantera nera, e sullo sfondo una Los Angeles che illumina la notte. Le foto della band con pose da star ed un Brian Eno che può solo far invidia al più esagerato Renato Zero di tutti i tempi.
Con un'immagine così forte la musica non può rispecchiare tutto questo. La qualità sonora è eccelsa e suona tutt’oggi moderna e avanti anni rispetto al periodo di pubblicazione.
L’apertura del disco è affidata a Do the Strand, il brano più dall’anima rock dell’album, con geniali quanto spiazzanti inserti di sax su una base di piano, tutto guidato dalla voce di Ferry. Il ritmo è trascinante e il ritornello basato semplicemente sulle parole del titolo è immediato, i break continui quanto improvvisi ne fanno un brano schizoide e posso solo immaginare l’effetto in fase live, infatti diverrà cavallo di battaglia nella scaletta dei concerti del gruppo. Più soft e d’atmosfera Beauty Queen, che se ad un primo ascolto può sembrare una semplice ballad dominata dalla voce profonda del leader mette invece in evidenza il lavoro magistrale di Eno, capace di creare suoni che oggi possono sembrare scontati ma che all’epoca erano da creare con echi, riverberi e nastri sovra incisi oltre che, fondamentale, tanto genio ed inventiva. Strictly Confidential è più intimista, con un cantato sussurrato e recitato, quasi teatrale, il testo è quasi una confessione ed uno sfogo personale di Ferry, con un crescendo musicale ed ancor più di pathos che culmina in un cambio di atmosfera finale ed un bridge cantato in falsetto. Editions Of You ha non pochi accostamenti stilistici ai Doors, sia per il cantato che per l’uso delle tastiere e del piano, ma gli ottimi inserti di sax di Andy Mackay ed i synth psichedelici dal suono acido e malato di Eno ne esaltano l’unicità e l’originalità. Il ritmo è forsennato per un brano rock degli anni 70 e la batteria ripete incessantemente un battere martellante. In Every Dream Home a Heartache riesce ad essere ancora più angosciante di Strictly Confidential, con Ferry che sembra più intento a leggere una litania che un testo musicale, senza essere troppo velato denunciando un mondo di apparenza e lusso per appagare una amante che è più una bambola sexy che una vera donna. Il tappeto musicale è leggero, intento solo a creare altra malinconia, e viene spezzato solo a metà brano dall’irruenza della batteria e da un sentito solo della chitarra di Manzanera, per poi fermarsi e lasciare spazio ancora alla psichedelia ed alla schizoide sperimentazione di Eno ed ancora di Manzanera. Con The Bogus Man è facile chiudere gli occhi ed immaginare di essere su una grossa auto americana ed aggirarsi di notte lungo le strade di Los Angeles, tra le strade della città ritratta in copertina, tra luci di locali fumosi ed attrazioni che possono portare solo a perdizione. Giri di basso e batteria che si ripetono in modo ossessivo ed ipnotico, su cui si appoggia il sax di Andy Mackay ed un cantato lamentoso e malato, e in modo prima timido ma sempre più invadente la chitarra di Manzanera, con accenni funky ed arpeggi, tutto questo condito da leggere incursioni di Eno, senza sosta lungo tutti i novi minuti del brano; con Grey Lagoons si torna nel campo dei brani “normali”, con riff e soli di chitarra dal sapore blues, non fosse per le solite sperimentazioni sonore ed i break e campi di tempo che ormai arrivati al settimo brano sono la normalità ma spiazzano sempre, mentre le melodie e la voce di Ferry è più suadente e ruffiana che mai. La chiusura è affidata alla title track, summa di quanto sentito finora, più adatta alla colonna sonora di un film dal lieto fine, l’atmosfera è infatti più rilassata, con cori suadenti ed effetti prolungati per creare un clima new age, ambient e che non fa altro che confermare il tipo di idea musicale che aveva già nella sua mente folle e geniale Eno, troviamo infatti oltre quattro minuti dedici a note di piano e cori ripetuti in modo ossessivo e paranoico che chiudono un disco sicuramente seminale non solo per il rock e per il pop glam inglese.
La differenza di vedute musicali porterà Brian Eno, sempre più alla ricerca della sperimentazione sonora che alla musica commerciale, a lasciare il gruppo; inizierà in tal modouna lunga e fruttuosa carriera solista, di produttore e arrangiatore costellata di successi con collaborazioni importanti come U2, David Bowie e Sinead O’Connor giusto per citarne qualcuna. Il suo genio non passa certo inosservato anche oltre al campo strettamente musicale e viene richiesto tra le altre dalla Microsoft per la creazione del jingle di avvio di Windows 95, esperienza che lo porterà a dire che dopo aver composto musiche di tre secondi brani di tre minuti sembravano un oceano di tempo.
Ferry invece, ormai leader indiscusso guiderà la band verso territori più commerciali ed avvierà una fruttuosa carriera solista, abbandonando via via la sperimentazione sonora in favore di un sound più fruibile.

Tornando a For Your Pleasure va detto che la miscela di rock e sperimentazione risulteranno fonte di ispirazione per nuove strade musicali per una miriade di altre band, che attingeranno sia dal sound più sperimentale che da quello commerciale, bisogna anche ammettere che alcuni brani risentono dell’eccessiva voglia di eccedere ed andare fuori dal comune, risultando poco o per nulla immediati, su tutti Strictly Confidential, In Every Dream Home a Heartache, ciononostante il disco sarà di gran successo sia in America che in Europa e ricordato giustamente per la sua sfrontatezza, genialità e sperimentazione.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
87.6 su 30 voti [ VOTA]
Replica Van Pelt
Domenica 19 Aprile 2020, 20.18.58
13
@Imbonitore,perdonami ma scrivo quello che penso (con tutti i suoi limiti),ma soprattutto scrivo come penso,non ho bisogno di maschere,nel bene o nel male,ma una maschera ha un suo perchè,la macchietta (per questo non amo il cinema italiano) non lo ha,o solo nella sua tristezza e miseria di ciò che rappresenta,ma ciascuno è libero di scrivere come vuole,c'è chi denigra o più o meno consapevolmente offende,è cultura (mancanza) anche questa,è quindi libero di storpiare il suo pensiero con tasti da tastiera (anche se di poco,ma le dita servono),non c'è niente di offensivo,anzi,ma resta una forzatura.vabbhè buon proseguimento.
L'ImBONItore
Domenica 19 Aprile 2020, 17.50.14
12
Bè disciamo che Fegghy ha sempghe tghoppo esteghnato il suo vanto di esseghe un playboy. Grrrrrrrrrrrazie pegh le sue belle paghole eeeeeee caaaaaaavi saluti
Kiodo 74
Domenica 19 Aprile 2020, 15.13.49
11
Cavo ImBONItore sono sempre affascinato dai suoi commenti raffinati ed acuti che ho cominciato a comprendere..... Ho intuito che in fondo il signor Ferry sta anche a lei sulle balle. Ossequi!
L'ImBONItore
Domenica 19 Aprile 2020, 14.55.21
10
Bè caaaavo amico Kiodo74, disciamo che Bghian Fegghy è sempghe ghimasto incatenato al suo stile pghevedibile e monotono, ossia il cantante ghaffinato e seduttivo sia nei Roxy sia da solista. Invesce Eno ha avuto una cagghiegha stellaghe ghghazie alle sue fantasie speghimentali e audasci che hanno antiscipato i tempi. E nei Roxy Music questo stghano dualismo come già scghitto si sentiva e combinava un contghasto peghfetto oseghei dighe ! La fascinoleghia e le facezie di Fegghy e da un lato le ghiceghcatezze di Eno ! Eeeeeeeee cavi saluti
Kiodo 74
Domenica 19 Aprile 2020, 14.42.27
9
Apprezzo i primi due album dei Roxy però Bryan Ferry non l'ho mai sopportato..... È una questione di "a pelle". Ossequi!
L'ImBONItore
Domenica 19 Aprile 2020, 13.52.05
8
Eeeeeee secondo capitolo della saga eghotica sensuale-musicale dei Roxy Music Eeeeeeee anche qui come nel prescedente eeeeeeeee disco, si denota, eeeeee si peghscepisce eeeeeee il dualismo sonogho, tgha le ghiceghcatezze elettghoniche di Eno eeeeeeee con eeee i testi eeeeee la tendenza alle fghivolezze chic eeeeeee ghaffinate di Bghian Fegghy ! Libidinose eeeeeeee sexy come sempghe le canzoni qui descghitte eeeeeeeeeeee sensuali e un po decadenti, un sceghto ghomantiscismo elegante e bighichino alla pop aght Wagholiana, anche se eeeeeee qui non si tghatta di New Yoghk ma la scittà della peghdizione ossia Los Angeles. Eeeeeeeee anche la copeghtina eeeeee denota una sceghta immacolazione eeeeeee finanche immolazione al poteghe della seduzione, fascino eeeee femminile, tale fascino capasce di dominaghe una bestia feghosce come una pantegha ! Un disco eeeeee ideale come sottofondo pegh una scena ghomantica con la pghopghia moglie pghima deeeella imminente trombata, oppughe come sottofondo per una seghata ad un paghty in un museo o un evento aghtistico ! Voto 94
Rob Fleming
Sabato 6 Febbraio 2016, 18.27.04
7
Glam, ma mai sguaiati o volgari
Galilee
Sabato 27 Settembre 2014, 10.11.52
6
Dal mio punto di vista i Roxy Music non ne hanno sbagliato uno. Ma la differenza di stile tra i primi due dischi con Brian e i successivi, si sente. Questo comunque è una figata.
Le Marquis de Fremont
Venerdì 26 Settembre 2014, 10.52.22
5
Volevo sottolineare che non ho detto che i Roxy Music del dopo Eno, hanno fatto dischi "brutti". Assolutamente. Sono solo con un sound più commerciale. A me, dopo i primi due, piace molto Avalon e come ho già scritto su un altro commento, considero If There is Something nella versione dal vivo su Viva! un capolavoro assoluto. Diciamo che dopo questo album, Brian Ferry era impegnato in molte cose: dischi solisti, la relazione con la modella Jerry Hall, collaborazioni. Per dare un'idea del "clima", su Siren sono state più le persone coinvolte nella realizzazione della copertina, che non quelle che hanno fatto la musica (band, tecniìci, ecc.). Lo si legge nelle note della copertina stessa. Il sound sperimentale e le idee sono andate un po' scemando. Au revoir.
Surymae
Giovedì 25 Settembre 2014, 20.23.22
4
Concordo sia con la recensione sia con lo spezzare una lancia in favore dei Roxy Music più pop. Per quanto riguarda "For your pleasure", è il primo lavoro della band che ho ascoltato, e senza dubbio uno tra i miei album preferiti in assoluto. In particolare "In every dream home..." Perciò mi alzo il voto della recensione di una decina di punti.
klostridiumtetani
Giovedì 25 Settembre 2014, 19.21.05
3
@CYNIC, assolutamente d'accordo! Io adoro anche Bryan Ferry!
CYNIC
Giovedì 25 Settembre 2014, 18.49.05
2
Non voglio offendere nessuno se dico che la versione dei Roxy Music in favore di un sound più fruibile cioè "più commerciale" da prendere con le molle tale definizione, ha sfornato tre C-A-P-O-L-A-V-O-R-I quali Siren 1975; Flesh and Blood 1980; Avalon 1982;
Le Marquis de Fremont
Giovedì 25 Settembre 2014, 13.34.27
1
Disco assolutamente eccellente anche se per me, inferiore al primo omonimo, un vero capolavoro. Dopo questi due album, come giustamente osservato dall'ottima recensione (complimenti), i Roxy Music si adageranno verso un suono più commerciale ed easy, classico delle FM americane. Questo soprattutto alla dipartita del genio di Brian Eno, che farà non solo il produttore ma anche il compositore (ed esecutore in alcuni casi) di grandi dischi, soprattutto la serie Ambient che influenza ancora oggi molte band black. Ma qui siamo ancora nei Roxy con Eno e questo è un disco assolutamente da avere. Au revoir.
INFORMAZIONI
1973
Island Records
Rock
Tracklist
1. Do The Strand
2. Beauty Queen
3. Strictly Confidential
4. Editions Of You
5. In Every Dream Home a Heartache
6. The Bogus Man
7. Grey Lagoons
8. For Your Pleasure
Line Up
Bryan Ferry (Voce, Tastiere, Armonica, Mellotron)
Phil Manzanera (Chitarra)
Brian Eno (Sintetizzatore, Sori)
John Porter (Basso)
Andy Mackay (Oboe, Sassofono, Organo)
Paul Thompson (batteria)
 
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