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Rising Silence - Rising Silence
( 1453 letture )
A dispetto di un’attività dal vivo che di recente ha cominciato a proporre situazioni interessanti anche per l’isola, le band metal provenienti dalla Sardegna non sono molto conosciute. Nonostante questo, nella terra dei nuraghi si produce musica più o meno come altrove, almeno rispetto alle altre regioni del sud. Una delle ultime proposte provenienti da quella zona è rappresentata dai cagliaritani Rising Silence. Nati nel 2012 con l’intento di non scrivere musica identificabile con un sottogenere preciso ed affrontati gli immancabili assestamenti di formazione con cui quasi ogni gruppo deve misurarsi durante il processo di crescita e maturazione, qui protrattosi perfino alle fasi di incisione dell’EP in analisi, i nostri tagliano il traguardo della prima autoproduzione durante l’anno in corso. La musica che scaturisce dalla sintesi delle esperienze dei vari membri del gruppo si basa su una miscela di prog non troppo intricato, hard rock ed heavy integrata da un approccio più deciso delle chitarre che di tanto in tanto virano verso un thrash non troppo martellante, su una ricerca costante della melodia ed una voce femminile che inevitabilmente ricorda i Lacuna Coil, quasi al di là dell’effettiva accostabilità delle due voci e dei due impianti musicali.

I cinque pezzi che compongono questa autoproduzione sono tutti piuttosto equilibrati tra loro, senza picchi particolari, ma anche senza scivoloni che abbatterebbero la valutazione finale e con una leggera preferenza per l’opener Countless Nights. Tutte le canzoni sono infatti godibili, ben suonate e con i musicisti sufficientemente amalgamati tra loro. Le chitarre fanno il loro lavoro graffiando quando serve e restando più nelle retrovie quando le tastiere occupano il proscenio (specialmente nelle parti strumentali maggiormente rivolte al progressive), la batteria sostiene tutto come serve e la voce è sempre controllata e bene in focus rispetto alla melodia. A questo proposito la cantante Laura Marongiu mostra delle buone doti, ma l’impressione è che la voglia di essere precisa, di eliminare le sbavature -peraltro apprezzabile in linea generale- abbia un po’ frenato le sue interpretazioni, le quali mostrano di avere ancora margine per essere portate al limite, magari sporcando un po’ il timbro in alcuni passaggi a costo di risultare meno tecnica in senso stretto. Discorso a parte per la bassista Stefania Cugia, capace di ritagliarsi uno spazio preciso che va oltre il semplice accompagnamento, attirando positivamente l’attenzione degli ascoltatori. Anche l’incisione non è male considerando l’ambito che stiamo trattando.

Il limite di Rising Silence è rappresentato da un certo formalismo, da uno sviluppo degli arrangiamenti dei pezzi “corretto”, non criticabile se inquadrato sotto un profilo squisitamente di facciata, ma senza un’impronta realmente propria, svincolata dalla lezione impartita da migliaia di gruppi venuti prima di loro da ogni area toccata dalla loro musica. Va comunque considerato che l’età media dei Rising Silence è decisamente bassa e la ricerca di uno stile più personale ovviamente in itinere, pertanto è corretto concedere loro il tempo di maturare e trovare una dimensione più propria, come è giusto che sia. Per il momento, l’EP con cui si affacciano sulla scena è godibile e curato, lasciamogli dunque lo spazio necessario per lavorare, per i capolavori c’è tempo.



VOTO RECENSORE
66
VOTO LETTORI
76.72 su 11 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2014
Autoprodotto
Heavy
Tracklist
1. Countless Night
2. Not Far Enough
3. Deep White
4. Drifted Angel
5. Adrenaline
Line Up
Laura Marongiu (Voce)
Mattia Ledda (Chitarra)
Roberto Pani (Tastiera)
Stefania Cugia (Basso)
Fabry Pinna (Batteria)
 
RECENSIONI
 
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