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Marty Friedman - True Obsessions
( 3026 letture )
Tra le più interessanti riflessioni che potremmo fare, una è tentare di risalire storicamente al significato di ritmo musicale, di musica e di movimento. Certamente essi trovano un’unica radice storica, proprio nell’antica Grecia. In sintesi, ritmo, musica, ma anche poesia e danza, erano incluse in un unico sistema metrico razionale, ovvero fondato su di una sola regola secondo la quale una sillaba lunga doveva avere la durata di due brevi che, nella recitazione dei versi, metricamente doveva essere l’alternanza di «tesi» (dal greco θέσις significa poggiare, ovvero il battere del piede o del dito) e «arsi» (ἅρσις che significa innalzare il piede o il dito). Un’osservazione che ci riconduce alla definizione di Platone nella quale soleva dire: «il ritmo è l’ordine del movimento». In termini strettamente filosofici il cosiddetto ritmo platonico discende da un ordine superiore cosmologico di cui fa parte anche l’individuo e, in condizioni di caos, lo stesso uomo poteva ristabilire un ordine nelle cose, ma solo attraverso mezzi universali come, ad esempio, la musica. Platone ricorre alla parola greca techné, che in filosofia ha un significato molto più esteso della limitante definizione di arte. Techné indubbiamente si riferisce all’arte nel suo più ampio significato, ma semanticamente essa aggrega un concetto intrinseco proprio del «possedere e padroneggiare una tecnica», intesa precisamente come una distinguibile capacità manuale, ovvero di saperla concretamente mettere in pratica. Socrate, riferendosi al termine mousike, più antico di techné, lo definì come una propensione dell’arte musicale «a cui è propria la correttezza nel suonare la cetra, nel cantare e nel danzare», un mezzo con il quale si ha la possibilità di accedere, attraverso il ritmo, l’armonia, la melodia ed il movimento, ad alcune qualità etiche dell’animo umano, poiché esse stesse costituenti naturali e parti integranti nell’anima di ogni individuo. È consolidato che la filosofia abbia da sempre tentato di rispondere a determinati quesiti mantenendo un’attenzione particolare alla musica, inteso come meccanica dei suoni e dei ritmi musicali in rapporto alla tecnica di esecuzione e che vedrà in Pitagora una codificazione matematica delle armonie tra le parti anche in una visione più ampia come avverrà nella sua teoria cosmologica pitagorica, una chiara estensione del pensiero di Platone nel dialogo “il Timeo”.

Uno dei chitarristi piuttosto atipici, ma con una eccelsa quanto equilibrata padronanza tra tecnica, stile, ritmo, con una melodia dal peculiare sentimentalismo frutto di un suo caratteristico tocco sulle corde è, con molta probabilità, Marty Friedman. Un vero maestro nell’arpeggio. Presente nei suoi licks con precisa attenzione e soprattutto sviluppato in tutti i modi possibili: nei suoi rapidi quanto estremi assoli distorti, ma anche come mezzo utile per raggiungere una particolare melodica nei suoi fraseggi. Il suo stile prende forma già dal caratteristico, quanto didatticamente improponibile, modo di tenere il plettro tra le dita, dalla posizione della mano sinistra e nei movimenti del polso sul corpo della chitarra, che gli consente di ottenere un attacco sulle corde peculiare creando un atipico innesco di risonanza e vibrazioni tra le corde. Anche l’approccio alla scrittura e alla composizione di Marty è definibile pratico e concreto, ovvero, al contrario di molti chitarristi che puntano nello sbriciolare note in successione ampiamente rapida, Friedman non si limita a spazzare gli arpeggi su e giù con velocità, ma tende sempre a porre molta attenzione nei movimenti della mano sinistra muovendosi spesso in orizzontale su tutto il manico della chitarra su svariati box su due pattern, in particolare destrutturando e sviscerando lo sviluppo delle scale minori sempre per tentare di ottenere quella necessaria melodia.
Un anno dopo la pubblicazione dell’album solista Introduction e Hidden Treasure con i Megadeth, Friedman in compagnia nuovamente del percussionista Nick Menza, si ripropone al suo pubblico con un disco del tutto sintomatico ed eclettico, che riesce a delineare con una discreta sinossi musicale parte della sua carriera artistica, sempre particolare e dalle mille sfaccettature, dal titolo True Obsessions. Marty Friedman su quasi tutti i suoi album tende ad utilizzare una varietà di combinazioni di chitarra, sempre alternando pesanti distorsioni a suoni puliti su accordi sospesi, che riesce a mantenere l’attenzione dell’uditore, utili anche per innescare un giusto momento di enfasi melodica. Così avviene già dalla prima traccia dal titolo Rio, composta su di una melodia in modo minore sviluppata su di una chitarra clean. Un pianoforte accompagna la distorsione della chitarra che si alterna ai licks dell’assolo, il tutto in perfetto equilibrio tra le parti. Così avviene nella traccia Espionage, con uno sviluppo ritmico soffocante e tagliente nelle note della chitarra che, insieme ad un instancabile Mike Menza, dettano un ritmo incontenibile. La peculiarità di questo disco risiede negli stili diversi che Marty Friedman abbina in ogni sua composizione, come avviene nella ballata dal sapore blues dal titolo Last September. Questa volta alle percussioni Menza lascia il posto a Gregg Bisonette, inserendo una sezione cantata, decisamente molto ben curata da Stanley Rose, con una timbrica da lasciare attoniti. Molto andante l’assolo, un brano nel suo complesso semplice, ma piacevole. Così lo sviluppo della successiva Rock Box con un raddoppio di suoni, dall’assolo graffiante e tipicamente rock, per esplodere nelle morbide armonizzazioni di The Yearning su scale orientali che si alternano tra un suono distorto e pulito, richiamando alla memoria le scelte stilistiche presenti nello splendido album Introduction. Qui, il tocco del plettro e le sua alternanze sono da palpiti. Un power chord introduce la traccia splendidamente heavy metal Live and Learn, ancora una volta con la splendida timbrica di Stanley Rose. Andante, coinvolgente, rapido, fino ad trasformarsi nella ritmica nella successiva Glowing Path. Tutto lo stile di Marty Friedman è custodito in questa traccia, nelle note che si sviluppano su intervalli giapponesi su scala esotica. Le melodia inconfondibile del chitarrista traspare nella composizione Intoxicated, con una sezione tematica che omaggia la lontana terra: il Giappone. Lo stile nuovamente si rimescola nelle sue strette plettrate, per dischiudersi, infine, nella splendida classicheggiante Farewell. Un melodia neoclassica ciclicamente attraversa diversi strumenti per esser spinta, poi, da una distorsione satura di chitarra e liberarsi in una malinconica composizione. Splendida, da riascoltare e riascoltare. Conclude la stampa originale del disco, la versione demo Thunder March già inclusa nel disco Dragon’s Kiss del 1988 che, qui con stile ballad heavy metal, ma dagli spunti melodici nuovamente neoclassici, trascina il ricordo nei modi di un altro grande chitarrista dal nome tuonante di Jason Becker.

True Obsessions è senza dubbio un altro ottimo album ideato dalle mani di un eclettico Marty Friedman e contiene una serie di composizioni che riescono a descrivere al meglio, e con molta precisione, tutte le qualità artistiche di questo indiscusso talento delle sei corde. Solo per la versione giapponese sono incluse altre due tracce, Shine On Me e Hands o Time, assolutamente piacevoli e che, per certi versi, vanno ad integrare ulteriormente la qualità di questo album. Un disco che vi invito a riscoprire per offrirgli una equa visibilità, poiché questa volta, Marty Friedman, riesce realmente ad offrire una completa visione di tecnica, di ritmo musicale e di controllo melodico nella sua più coerente rappresentazione artistica.

La musica è la più alta filosofia, la filosofia è la più alta delle musiche [Socrate - 470 a.C./469 a.C. – 399 a.C.]



VOTO RECENSORE
89
VOTO LETTORI
99 su 1 voti [ VOTA]
AL
Venerdì 31 Ottobre 2014, 21.19.50
11
Che fotografia non so quanto pagherei per ascoltare Friedman e Mustaine!!!!!
HeroOfSand_14
Martedì 28 Ottobre 2014, 18.52.33
10
@cynic: ahah abbiamo proprio gli stessi gusti sui chitarristi allora, penso che in molti la pensino come noi considerando le emozioni che trasmettono ßempre questi tre citati (Marty, Randy e Criss, aggiungiamoci pure Jason che se lo merita tutto). Musicisti di questo genere purtroppo non ne nascono più, o nascono ogni 50 anni..
CYNIC
Lunedì 27 Ottobre 2014, 22.07.57
9
@ HeroOfSand_14, Criss Oliva ho tutti i dischi dei Savatage(emozioni in musica) anche quelli dopo la sua morte. Lo amo alla follia, r.i.p. Criss Oliva cioè in paradiso accanto a Randy Rhoads. Quando morirò anche io chiederò il permesso a GESÙ di restare in eterno con Criss & Randy!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
HeroOfSand_14
Lunedì 27 Ottobre 2014, 20.18.39
8
@Jimi: il problema è che io non ho mai studiato filosofia in vita mia ahah, ma credo potrebbe interessarmi, l'idea di unire cultura alla musica mi ha sempre ispirato (nel mio piccolo scrivo canzoni che si rivolgono a fatti accaduti cercando di metaforizzare il tutto, cosa che aiuta in questo). @Cynic: abbiamo lo stesso "podio" di chitarristi allora, se poi al "terzo posto" metti pure te Criss Oliva abbiamo gli stessi gusti Il fatto è che non ce la faccio ad ascoltare dischi interamente strumentali solitamente (anche di gente come Satriani o Vai), ma quelli di Friedman e Perspective di Becker si, riescono a catturarmi. Jason andrebbe menzionato sempre, una leggenda purtroppo non cosi "famosa". Obbligherei tutti i musicisti che vogliono diventari tali ad ascoltare "Primal".
Alberto
Domenica 26 Ottobre 2014, 17.35.36
7
Altro disco shred che non ho e la lista si allunga
CYNIC
Domenica 26 Ottobre 2014, 16.42.36
6
@ Jimi The Ghost, ti dico solo una cosa per farti capire come io amo alla follia la musica di Jason Becker possiedo Cacophony: 1987 – Speed Metal Symphony 1988 – Go Off! Solista: 1988 – Perpetual Burn 1996 – Perspective, custoditi da me gelosamente e guai a chi me li tocca! Ovviamente il nome di Jason mi era sfuggito per pura dimenticanza.
Jimi The Ghost
Domenica 26 Ottobre 2014, 12.23.27
5
@ CYNIC: sono molto d'accordo con te quando ti riferisci alla "classi immensa", oltre a possedere una capacità di espressione che altri suoi coetanei difficilmente possiedono. (Non dimentichiamo però uno su tutti Jason Becker). @HeroOfSand_14, non è colpa tua, ma bensì di quei colti insegnanti che appesantiscono l'argomento facendolo odiare fino all'inverosimile. La filosofia, mi sbaglio, ma è talmente moderna. Nel mio piccolo, quando scrivo, cerco sempre coesioni e significati tra eventi e musica contemporanea. Hero, guardala come una momento per incuriosirti e magari approfondire l'argomento. @ros: Metallized è un buon sito, seguilo e commenta, ovviamente nei limiti del buon senso, ma come più credi. Grazie anche perché seguite questa musica che a molti non attira affatto. Buona "mousiké". Jimi TG
CYNIC
Domenica 26 Ottobre 2014, 11.53.44
4
@ HeroOfSand_14 Friedman è il guitarist che apprezzo di più assieme al mitico Randy Rhoads ti stra-quoto
HeroOfSand_14
Domenica 26 Ottobre 2014, 11.29.00
3
Questo disco mi manca, ma dovrò rimediare considerando che Friedman è il guitarist che apprezzo di più assieme al mitico Randy Rhoads. Allora, perché commento sotto questo album? Solamente per ribadire la classe e l'eleganza uniche che possiede questo ragazzo è, sopratutto, per dire che una recensione così acculturata non l'avevo ancora letta, bravo Jimi (per la cronaca, non ci ho capito una mazza della prima parte ma è colpa della mia ignoranza in materia di filosofia!)
CYNIC
Sabato 25 Ottobre 2014, 20.16.45
2
Marty Friedman ha una classe immensa io ho Dragon's Kiss 1988' (CAPOLAVORO ASSOLUTO) Scenes 1992' (CAPOLAVORO ASSOLUTO) True Obsessions 1996' (CAPOLAVORO ASSOLUTO) Inferno 2014' (CAPOLAVORO ASSOLUTO) questi album da me elencati sono delle vere e proprie pietre miliari. Altri se li possono solo sognare di notte di arrivare a Marty Friedman!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! inarrivabile per chiunque. VOTO 99/100.
ros
Sabato 25 Ottobre 2014, 13.28.26
1
prima volta che commento, perchè voglio dirvi che avete un livello culturale che non ho letto su altri siti. Imparo sempre tanto da voi. è un disco che ignoravo e solo grazie a voi ho conosciuto...bellissimo... ... ... grazie!!!
INFORMAZIONI
1996
Shrapnel Records
Shred
Tracklist
1. Rio
2. Espionage
3. Last September
4. Rock Box
5. The Yearning
6. Live and Learn
7. Glowing Path
8. Intoxicated
9. Farewell
10. Thunder March (demo)
Line Up
Marty Friedman (Chitarre)
Brian Becvar (Pianoforte, Sintetizzatori)
Tony Franklin (Basso)
Alex Wilkinson (Orchestrazioni e percussioni)
Nick Menza (Batteria)
Greg Bissonette (Batteria nella tracce 3, 8)
Stanley Rose (Voce)
 
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