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19/04/24
MARLENE KUNTZ
NEW AGE, VIA TINTORETTO 14 - RONCADE (TV)
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Rory Gallagher - Top Priority
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( 3281 letture )
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L’ottavo album della carriera solista di Rory Gallagher uscì a dieci anni esatti dall’esordio assoluto coi Taste e, com’era lecito aspettarsi, si trattava di un altro piccolo grande capolavoro. L’artista irlandese marchiò ancora una volta a fuoco il suo nome tra i migliori musicisti della decade d’oro degli anni Settanta, dando alle stampe un disco dalle sonorità hard rock con vari richiami al blues. Top Priority -così intitolato dopo che l’etichetta Chrysalis decise di rendere quest’album la loro priorità assoluta per cogliere l’ottimo momento di forma di Gallagher- prosegue, come detto, sulla scia stilistica dell’hard rock già presente nel precedente Photo-Finish ed è il secondo con la formazione composta, oltre che da Rory, dai soli Gerry McAvoy al basso e Ted McKenna alla batteria. Un power trio in grado di stupire e lasciare a bocca aperta per la qualità delle canzoni proposte e per le formidabili esibizioni dal vivo, il vero punto di forza di Gallagher, quello che meglio rende l’idea della sua più naturale essenza di musicista. I nove brani qui presenti trasudano energia allo stato puro, con virtuosismi chitarristici a non finire, ma mai fini a sé stessi, elemento che più di tutti contraddistingue positivamente l’album in questione (così come l’intera carriera dell’axeman irlandese). A differenza dell’artwork di copertina presente su Photo-Finish, quello di Top Priority non sembra riflettere fedelmente i contenuti del disco, mostrandoci un Rory Gallagher dall’espressione quantomai seriosa mentre impugna saldamente la sua fida chitarra in una posa plastica e ingannatoria rispetto all’energia che si evince dall’ascolto.
Tra i brani dell’album ce ne sono alcuni divenuti ormai dei veri e propri classici: Philby, su tutti, è tra i più consigliabili per chi mastica poco il verbo di Gallagher. Perfetto esempio di semplicità, tradizione e innovazione, elementi che emergono contemporaneamente durante gli appena quattro minuti di durata, la canzone è curiosa anche sotto l’aspetto del suo significato a livello di tematica affrontata. Difatti, si tratta di un parallelo tra la vita on the road di Gallagher e quella dell’agente segreto sovietico Kim Philby, operante specialmente tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta. Per l’occasione l’artista irlandese si avvale di un sitar elettrico prestatogli da Pete Townsend. Protagonista del brano, così come dell’intero album, è inevitabilmente la sei corde, ma sarebbe troppo facile pensare che sia l’unico valido motivo di ascolto, in quanto allo stesso modo anche la voce ricopre un ruolo assolutamente primario, e così basso e batteria, che risultano sì sullo sfondo rispetto al resto, ma non sono propriamente secondari. Tra i brani dall’orientamento prettamente hard rock rientrano di diritto la classicissima opener Follow Me, Wayward Child, che fa letteralmente sognare ad occhi aperti grazie al solismo sopraffino dell’artista irlandese, e Bad Penny, per quanto quest’ultima abbia un andamento tipicamente southern, che si avvicina quindi di più al blues rispetto alle tracce sopracitate. Anche qui Gallagher fa uso del sitar, con cui si dimostra estremamente abile, e non a caso questo brano, così come Philby, rappresenta uno dei migliori e più consigliati estratti dell’intero disco. Le veloci e movimentate At the Depot e Just Hit Town, simili ma non classificabili sotto lo stesso filone di genere, sono rispettivamente un ottimo esempio di rock’n’roll la prima e un grandioso ed energico brano hard rock la seconda. È specialmente in quest’ultima che Gallagher dà il meglio di sé a livello di estro chitarristico, dimostrando un’abilità che cattura immediatamente l’ascoltatore trascinandolo all’interno del brano con un coinvolgimento massimo. È il blues a tornare in primo piano durante Key Chain e Off the Handle, che risultano però leggermente sottotono rispetto al resto, forse per via del fatto che si viene colti da un andamento troppo “leggero” in confronto all’energia allo stato puro espressa delle altre tracce. La conclusiva Public Enemy No.1 sancisce il definitivo ritorno all’hard rock frizzante che impernia la maggior parte del minutaggio totale e pur non essendo un brano imprescindibile si lascia ascoltare e canticchiare con trasporto sincero. La versione rimasterizzata del disco contiene le bonus tracks Hell Cat, un blues rock molto tipico, e The Watcher, brano invece più sperimentale.
Top Priority è uno degli ultimi album di Rory Gallagher in grado di lasciare veramente il segno, un solco indelebile nella storia del rock, in quanto le successive pubblicazioni non riescono più a stare al passo coi tempi e l’artista irlandese non può far altro che tornare alle sue radici blues con album quali Defender (1987) e Fresh Evidence (1990). L’era di successi di Gallagher si ferma dunque in un certo senso agli anni Settanta, e non poteva essere altrimenti visto il fiorire del genere in quel preciso periodo storico, andando così a coprire l’intero decennio con una serie di album passati ormai alla storia di cui quello del 1979 è una delle più sincere testimonianze. Siete troppo giovani per aver vissuto quegli anni e volete recuperare il tempo perduto? Fate vostro quest’album, senza però dimenticare di procurarvi il prima possibile l’intera discografia di Rory Gallagher, e vedrete che sarà come entrare a pieno diritto in un mondo alternativo che vi sembrerà subito familiare.
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7
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Album potente, granitico e di ottima qualità con pezzi come "Follow Me", "Bad Penny" e, soprattutto, "Off The Handle" decisamente sugli scudi. Voto alquanto giusto. |
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6
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Granitico, potente, elettrico e con una Off the Handle da brividi. Conferma assoluta. 80 |
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5
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#Fabio caressa a parte lo stesso cognome Rory non c'entra niente con quei due degli Oasis. Per quanto riguarda il disco in questione non ce l'ho purtroppo, pero' per quello che ho potuto ascoltare sul tubo, la qualita' come al solito non si discute, in particolare per me veramente molto belle sono le traccie 1, 2, 3 e 9, magia pura solamente ha potuto sfornare questo artista, bella recensione ma alzo leggermente il voto , per me 87. |
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4
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Da quando è uscito dagli oasis non ha combinato granché compreso questo lavoro |
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3
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Perchè la sua musica comunicava un forte senso di sincerità e libertà ed ha unito, coinvolto ed entusiasmato chi lo visto o solo ascoltato totalmente. |
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2
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gallagher al "top" della forma...graziato anche da un'ottima produzione è un gioiello luminoso, che tutti noi dovremmo stringere al cuore. Recensione perfetta! Ma com'è che tutti queli che lo conoscono lo amano? |
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1
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Hai ragione quando dici "solco indelebile nella storia del rock", questo disco è proprio questo. Bellissimo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Follow Me 2. Philby 3. Wayward Child 4. Key Chain 5. At the Depot 6. Bad Penny 7. Just Hit Town 8. Off the Handle 9. Public Enemy No.1
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Line Up
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Rory Gallagher (Voce, Chitarra, Dulcimer, Armonica, Sitar elettrico) Gerry McAvoy (Basso) Ted McKenna (Batteria)
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