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Place Vendome - Thunder in the Distance
( 1782 letture )
Il progetto Place Vendome giunge con Thunder in the Distance al terzo capitolo. Progetto, e non band, è il termine che più si adatta perché i Place Vendome nascono proprio per volontà della Frontiers Records nel 2005 con lo scopo di riportare l’ugola d’oro Michael Kiske a cimentarsi con brani hard rock dopo anni in cui l’ex biondo crinito singer sembrava aver deciso di dare un taglio netto e distaccarsi da rock, metal e affini che in passato erano riusciti a dargli tanta gloria e popolarità. Onore a Mario e Serafino Perugino, a capo della label italiana, che riescono nello scopo e ci consegnano un disco di debutto con ottimi brani e che fanno fibrillare il cuore dei fans di Kiske. Purtroppo il progetto ha fini esclusivamente discografici e non vedrà mai nessun palco in fase live, compito che spetterà al successivo ed attuale gruppo, gli Unisonic, oltre ad appoggiarsi a compositori come il talentuoso Dennis Ward (Pink Cream 69) e relegare il bravo Michael a semplice (ma eccezionale) esecutore. Thunder in the Distance non cambia molto la formula applicata al debut ed al secondo Streets of Fire, se non per il coinvolgimento massiccio di compositori tra cui, oltre al sopracitato Dennis Ward, troviamo Magnus Karlsson, Timo Tolkki, Alessandro Del Vecchio, Roberto Tiranti, Andrea Cantarelli e Tommy Denander; se da una parte un tale spiegamento di forze non può che generare un buon lavoro, dall’altra la sensazione di un disco composto a tavolino è veramente forte. Sia chiaro: tutti i dischi salvo poche eccezioni nascono a tavolino e programmati, ma in Thunder in the Distance sembra mancare quella componente emotiva che fa venire la pelle d’oca e strabuzzare occhi ed orecchie.

Hard rock melodico che più non si può con qualche piccola divagazione nel metal, ritornelli azzeccati, melodie catchy ed un paio di ballad, tutto suonato da professionisti e prodotto con tutti i crismi del caso. Ovviamente cantato in modo divino da uno dei migliori cantanti che il rock abbia mai partorito: il disco si può riassumere così, ma quello che manca sono dei pezzi da novanta come Cross the Line, I Will Be Waiting o l’omonima Place Vendome, contenute nel debut. L’opener Talk to Me è una canzone riuscita, con azzeccati inserti di tastiera ed un coro funzionale, così come la cadenzata Power of Music o la più sostenuta Broken Wings, in cui tutto funziona e non si può trovare nessun difetto di forma, se non quella sensazione di cliché, di brani scritti, composti e suonati per ottenere un risultato ma con poco cuore, sensazione avallata anche da titoli e testi un po’ banali e già visti e sentiti, come Never Too Late che ha addirittura lo stesso titolo di un brano presente sul primo disco degli Unisonic. Lost in Paradise si eleva da quanto detto grazie ad una interpretazione molto più sentita e sofferta sia di Kiske che del solo di chitarra di Uwe Reitenauer. È dunque nei brani più soft che questo disco da il meglio di se, dove anche il nostro amato cantante trova la sua dimensione migliore, così come in It Can't Rain Forever o nella malinconica Maybe Tomorrow, impreziosita da un arrangiamento di piano e tastiera perfetto per il brano e ancora da un solo di chitarra decisamente efficace.

Globalmente il disco scorre in modo piacevole, senza annoiare, ma senza neppure impennate particolari; inutile soffermarsi sulle prestazioni dei singoli musicisti, tutti professionisti rodati che non fanno altro che ricamare un contorno musicale alla voce di Kiske, unico vero protagonista dei Place Vendome, ed anche commentare la sua prestazione è superfluo: eccezionale come al solito. Purtroppo l’effetto sorpresa del primo disco è svanito, così come la piacevole conferma del secondo album. Thunder in the Distance piacerà ai fan del bravo Michael ed ai patiti del rock melodico, questo è certo, ma è altresì vero che il mercato offre dischi AOR di qualità decisamente più elevata: senza scomodare i mostri sacri e restando in casa nostra abbiamo esempi come i Lionville o gli Edge of Forever, che oltre ad avere un livello compositivo più ispirato mettono cuore ed anima nell’interpretazione dei loro brani, cosa di cui in Thunder in the Distance si sente palesemente la mancanza.



VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
88.12 su 8 voti [ VOTA]
L'Orso Bruno
Giovedì 30 Aprile 2015, 17.50.29
7
Non ho trovato questo disco all'altezza dei primi due non tanto per le esecuzioni ma per il songwriting un po' troppo poco uniforme tra un brano e l'altro. (la causa il fatto che ci siano più songwriters.) Kiske comunque tanto x cambiare canta da Dio ma questa si sa...non è una novità! Voto 70
Radamanthis
Martedì 30 Dicembre 2014, 0.02.09
6
Ora però x dover di cronaca dovete fare la recensione del primo disco omonimo della Band che tra l'altro è il migliore! Come dicevo sotto è un disco da 90 quindi se la meriterebbe tutta nei rispolverati!! regalino x la befana???
xXx
Lunedì 29 Dicembre 2014, 16.09.34
5
bella recensione my refuge. concordo piu o meno con il tuo parere. anche la recensione di radamanthis mi è piaciuta. siete sulla stessa linea. il disco mi è piaciuto molto e anche se è inferiore ai primi due e il xke l'avete gia esposto voi lo reputo molto bello. le canzoni che mi piacciono di piu sono broken wings (che mi piacerebbe riproponessero con unisonic) e talk to me ma in generale le prime 5 sono le top songs. la più bruttina (se cosi si può dire) hold your love. kiske è un dio e canta da dio. immenso! ottima prova cmq di tt i musicisti. voto 77
Radamanthis
Domenica 28 Dicembre 2014, 13.19.33
4
Ecco il fatidico terzo album dei Place Vendome, giustamente descritto da MyRafuge come un progetto aggiungerei parallelo alla band principale (Unisonic). Purtroppo questo terzo disco non raggiunge le vette dei primi due, ingraziati da alcune hit quali Cross the line, Place Vendome, Sign of the time (il debut) e Streets Of Fire, My Guardian Angel, Set Me Free o Believer (nel secondo). In questo Thunder in the distance l'avvio è decisamente buono con una manita d'assi (1. Talk to Me 2. Power of Music 3. Broken Wings 4. Lost in Paradise 5. It can't rain forever) ma poi c'è un calo fino alle ultime tre. Fino a quella 5° traccia il disco sarebbe stato da 90 pieno ma poi? La ballad Maybe tomorrow impreziosisce la seconda parte dell'album mentre le canzoni 6,7,8,9 e 10 scorrono via senza infamia e senza lode. Bella l'ultima Thunder in the distance anche se troppo distante dalle prime 5 canzoni mentre bella e più vicina alle prime 5 è Breakout (anche se dovevano renderla un pò più heavy in alcuni passaggi). In linea generale invece le parti musicali di questo disco sono molto belle, Reitenauer fa un lavoro favoloso alle sei corde così come sempre bravo è Ward al basso. Gli arrangiamenti confezionati da Gunter Werno sono ottimi (chissà perchè non l'han preso negli Unsionic come membro fisso ma solo come guest?) e lo si sente soprattutto in Broken wings, It can't rain forever e Maybe tomorrow e la voce di Kiske è qualcosa di unico...anzi, su questo possiamo anche sorvolare perchè ormai le parole per descrivere la sua ugola d'oro sono inutili...basta ascoltarlo mentre canta! Un disco che sarebbe potuto essere un grande disco ma ha un qualcosa di incompiuto, magari per via della disomogeneità (a causa dei veri songwriter). Fosse stato più corto (delle tracce dalla 6 alla 10 si poteva tagliare benissimo qualcosa) si parlerebbe del terzo capolavoro a firma Place Vendome, con un voto sopra l'85, così com'è invece è un bel disco, fatto e suonato bene, cantato da Dio ma che più di 70/72 non prende. Valuto il debut Palce Vendome da 90, Streets of fire da 84, questo Thunder in the distance 72.
sadwings
Domenica 28 Dicembre 2014, 12.24.59
3
secondo me non è un capolavoro però alcune canzoni come break out le ascolto molto volentieri. quindi un 70 ci sta tutto.
hj
Domenica 28 Dicembre 2014, 8.18.47
2
Adesso arriveranno i 'kiskiani' a spiegare al mondo che è un disco da 90-95, tempo al tempo.
lux chaos
Domenica 28 Dicembre 2014, 1.20.40
1
D'accordissimo con Mauro...disco professionale che puzza di tavolino lontano un miglio, piacevole ma innocuo, stantio, di mestiere. Il primo era buono, già il secondo era meno ispirato, questo è proprio bruttino
INFORMAZIONI
2013
Frontiers Records
AOR
Tracklist
1. Talk to Me
2. Power of Music
3. Broken Wings
4. Lost in Paradise
5. It Can't Rain Forever
6. Fragile Ground
7. Hold Your Love
8. Never Too Late
9. Heaven Lost
10. My Heart Is Dying
11. Breakout
12. Maybe Tomorrow
13. Thunder in the Distance
Line Up
Michael Kiske (Voce)
Dennis Ward (Chitarra, Basso)
Uwe Reitenauer (Chitarra)
Gunter Werno (Tastiere)
Dirk Bruineberg (Batteria)
 
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