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The Scintilla Project - The Hybrid
( 1370 letture )
The Scintilla Project. Il nome in sé non dice probabilmente granché se non agli appassionati di science fiction, ed invece dietro questo moniker si nasconde la presenza di nomi più che interessanti. Quali? Presto detto: intanto batterista e bassista dei Balance of Power, ma soprattutto Andy Sneap alla chitarra ed alla co-produzione, e più ancora Biff Byford al microfono ed in veste di produttore di un concept album che potenzialmente ha quindi tutte le carte in regola per imporsi all’attenzione generale. I due Balance of Power entrano in contatto con Biff durante le registrazioni di Call to Arms, col cantante che scrive un paio di pezzi per il film low-cost prodotto da Lionel Hicks -musicista grande fan dei Saxon, ma anche noto produttore cinematografico e musicale- e l’idea del disco che prende forma col successivo coinvolgimento di Sneap, fino all’uscita di The Hybrid a cavallo di quella del film. Trattandosi di un concept, è necessario conoscere almeno per sommi capi la narrazione dalla quale esso è tratto. In breve, in una zona selvaggia dell’ex U.R.S.S. vengono condotti orrendi esperimenti genetici, con la vicenda a prevedere in sintesi (resto sul vago per non rovinare la sorpresa a chi volesse interessarsene) mercenari, scienziati più o meno buoni, mostri che si aggirano nei sotterranei ed un terribile segreto che si cela dietro tutto questo. Niente che farà vincere al suo autore il premio quale miglior sceneggiatore del secolo, ma gli ingredienti per sviluppare una bella storia anche su CD ci sono tutti.

Dato per scontato che la produzione sia più che valida visti i nomi coinvolti nel progetto, andiamo ad analizzare il prodotto in sé. La presenza di Biff Byford a curare vari aspetti dell’operazione lascerebbe presumere istintivamente che ci si possa trovare davanti ad una specie di side-project dei Saxon ed invece, a prescindere da un retrogusto saxoniano che rimane in sottofondo, causato dalla sua inconfondibile voce e da alcuni ritornelli, The Hybrid resta un lavoro che nella sostanza si distingue decisamente da quello della storica band albionica. Quello che è immediatamente evidente è il taglio a metà tra concept album a sé stante e colonna sonora vera e propria, che rende il tutto fruibile in maniera abbastanza fluida una volta posto il CD in relazione con la storia alla quale è collegato. Musicalmente, su una struttura heavy rafforzata da un suono delle chitarre, del basso e della batteria abbastanza massiccio, moderno ed oscuro ed anche questo pienamente nel mood della storia, si notano con chiarezza delle aspirazioni progressive ben sottolineate dalla presenza di peculiari strumenti quali mellotron ed organo con il loro suono antico e con i synth usati come ponte tra le due anime di The Hybrid. Ad un primo assaggio superficiale l’album scorre via in maniera sì piacevole, ma senza colpire particolarmente. Tuttavia, col procedere degli ascolti vengono fuori meglio le sue doti, fatto peraltro normale per un lavoro che punta tutto su uno specifico tipo di suono e su un certo tipo di strumenti poco appariscenti, dato che la struttura dei pezzi è molto professionale ed elegante pur conservando un forte impatto globale, ma non brilla certo per particolari doti di originalità. Molti quindi i passaggi che una volta assimilate le loro sfumature sono in grado di soddisfare gli amanti del prog metal ispirato a quello originale, ma nessuno realmente esaltante. Riuscito in particolare il trittico iniziale Scintilla (One Black Heart)/Beware the Children/Permanence, mentre come passaggi un po’ troppo di maniera possono essere citati Pariah, The Damned and the Divine e No Rest for the Wicked, comunque discreti come singoli episodi.

Alla fine della fiera resta il piacere di ascoltare un disco ben fatto a dispetto della sua lavorazione in tempi molto serrati per rispettare la data d’uscita del film, quello di riempirsi le orecchie con la voce di uno dei cantanti più noti e degni di rispetto della storia del metal ed in generale un lotto di canzoni che scorrono, pur non arrivando mai ad un livello di eccellenza. A venir fuori a tratti sono echi di Symphony X e degli stessi Balance of Power, ma visto che è la matrice progressive ad ammantare ed a marchiare in un determinato modo tutto l’album, forse il paragone più vicino alla realtà è quello con una versione povera degli Ayreon. Così come l’opera al quale si ispira è infatti low-cost, The Hybrid può essere considerato un prodotto alla Ayreon, ma appunto con un budget ridottissimo al loro confronto. Niente massiccio impiego di cantanti e coristi/e di grido, produzione faraonica e conseguenti suoni favolosi, ma solo quattro musicisti che sanno il fatto loro a tutti i livelli, con i loro strumenti più quelli a tastiera e con in mano un pugno di canzoni godibili fatte rendere al massimo delle loro dignitose/buone possibilità. Nulla di esaltante, ma un disco -disponibile anche come doppio vinile- in grado di far compagnia per tutti i suoi cinquantatré minuti abbondanti di durata senza stancare se non per brevi tratti. Non è poi un risultato da denigrare.



VOTO RECENSORE
72
VOTO LETTORI
72 su 1 voti [ VOTA]
Radamanthis
Domenica 23 Novembre 2014, 11.11.57
4
Pure io on avevo idea di questo progetto musicale. Un ascolto se lo merita direi, almeno solo per la presenza di Biff alla voce.
Mauro Paietta "My Refuge"
Venerdì 21 Novembre 2014, 14.57.39
3
Credo che pochi siano al corrente del progetto, io stesso lo scopro dalla recensione, piuttosto peccato che pochi leggano recensioni di band o progetti nuovi...
raven
Venerdì 21 Novembre 2014, 13.47.04
2
Quello sicuramente, poi la voce di Biff è sempre da rispettare. Strano che nessuno abbia fino ad ora manifestato interesse.
Mauro Paietta "My Refuge"
Venerdì 21 Novembre 2014, 13.24.38
1
Considerando i nomi coinvolti credo che un ascolto lo meriti
INFORMAZIONI
2014
UDR Music
Heavy/Prog
Tracklist
1. Scintilla (One Black Heart)
2. Beware the Children
3. Permanence
4. Some Nightmare
5. Angels
6. Pariah
7. The Damned and the Divine
8. A Life in Vain
9. No Rest for the Wicked
Line Up
Biff Byford (Voce)
Andy Sneap (Chitarra)
Anthony Ritchie (Basso)
Lionel Hicks (Batteria)
 
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