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Soilwork - Beyond The Infinite EP
( 2858 letture )
Non sono passati due anni da quella che per i Soilwork è stata la più alta consacrazione dai tempi di The Chainheart Machine che la band torna sulle scene con un piccolo assaggio di quello che sarà il "dopo", alla luce della nuova condizione che la band, il cui lento declino è stato interrotto a livello di critica e pubblico dalla ambiziosa release del 2013, si trova a dover mantenere.
Dico "nuova condizione" perché dalla pubblicazione di The Living Infinite sembra aleggiare sopra alla band una sorta di attitudine "progressiva", anche se solo di facciata (un'ora e mezza di musica, titoli ermetici e una copertina largamente ispirata nello stile ai primi Mastodon oggigiorno bastano a dare un'etichetta), che in futuro sarà probabilmente mantenuta in quanto utile consacrazione "colta" per evitare di essere tacciati di strizzare troppo l'occhio a facili melodie e rimandi metalcore.
Sembro forse un po' acido in questo esordio di recensione e ciò è vero, ma più nei confronti di certe fette di pubblico che della band, in quanto in realtà sono tra quelli che hanno apprezzato parecchio The Living Infinite e che lo ritengono uno dei migliori sforzi della band. Semplicemente, non sono convinto che i Soilwork abbiano le spalle abbastanza larghe per sostenere il peso dell'etichetta prog affibbiata loro senza solide basi.
Temo che la band non giochi in casa cercando una conferma prog e questo breve EP è una piccola, iniziale conferma dei miei dubbi. Il titolo, Beyond The Infinite, dichiara senza remore di aver chiuso con il recente passato per procedere oltre e aprire una nuova via, ma ciò che sta tutto intorno ad esso sembra urlare il contrario: l'ardito proclama si trova infatti inserito in un contesto pressoché identico a "papà" The Living Infinite (con un layout se possibile ancora più Mastodontico), che sembra contraddirlo senza mezzi termini. Così come, del resto, le cinque canzoni contenute nel platter.

My Nerves, Your Everyday Tool parte subito in quarta con lo schema già noto a tutti: riff e fraseggi potenti e melodici, strofa tirata, ritornello pulito e accattivante: lo stesso identico schema che i Soilwork hanno ripetuto lungo tutte le venti tracce del disco precedente, che ha ottimamente funzionato allora, e sembra funzionare altrettanto bene qui. Le seguenti quattro canzoni seguono lo stesso schema e dimostrano la persistente fertilità creativa della band, che non perde occasione di entusiasmare il suo pubblico nemmeno con un'uscita minore. L'unica differenza segnalabile è forse la vaga impressione di avere qui brani, in media, leggermente più tirati rispetto a prima, ma forse essendo pochi sono semplicemente più concentrati. Nota di merito a When Sounds Collide, forse la migliore canzone qui contenuta insieme all'opener.
Se volete un'accurata descrizione dello stato di forma della band non avete che da cliccare qui a lato, sulla recensione della loro precedente uscita: assolutamente nulla è cambiato da un anno fa, né la brillantezza compositiva di cui si fa prova, né la bravura tecnica, né tantomeno la produzione bombastica e curata. Mi interessava invece approfondire in questa sede un altro argomento, per spiegare meglio il voto dato a questa uscita a discapito dell'alta qualità del materiale che contiene.

Penso che l'uscita di un EP, in generale, sia ben giustificata dal suo essere o un prudente esordio o una collaborazione con altre band, o ancora un esperimento che si allontana in qualche modo dallo stile o dal discorso musicale intrapreso dal gruppo nel corso degli album (come ad esempio il recente prodotto dei Solefald). Una sorta di parentesi o piccolo spazio di libertà insomma, un mezzo di espressione alternativo.
Quello che Beyond The Infinite è, invece, è una dichiarazione di intenti, in particolare della volontà di non cambiare nulla. Questa breve appendice di The Living Infinite è costituita da cinque ottime canzoni che non avrebbero sfigurato affatto nel disco ma sembrano costituire una sorta di "esca" per i fan vecchi e nuovi, restando in sostanza buon materiale "perso" per il prossimo disco.
Il livello qualitativo molto elevato è dunque inficiato nella valutazione finale dalle considerazioni sull'effettiva ragion d'essere del disco: il mio consiglio a chi ha apprezzato il precedente album dei Soilwork è di ascoltare i venti minuti di Beyond The Infinite, valutando personalmente se sia il caso di spendere per cinque canzoni - per quanto ottime – il prezzo che si era speso per venti, di matrice e qualità identiche.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
71.36 su 11 voti [ VOTA]
Malleus
Sabato 27 Dicembre 2014, 21.25.44
2
Mi spiace, ma per me quest'ep rasenta la sufficienza, non mi pare proprio materiale all'altezza del livello che avevano raggiunto con l'ultimo (stupendo) album..
Osvaldo
Lunedì 24 Novembre 2014, 20.38.37
1
Be.. Se davvero il livello delle 5 composizioni è all'altezza dell'album... Allora per una volta è un ep che ha davvero senso di esistere! Che non contiene cioè cover inutili o remix di brani gia pubblicati. Certo poi se il prezzo è esagerato è un altro paio di maniche...
INFORMAZIONI
2014
Victor Entertainment
Melodic Death
Tracklist
1. My Nerves, Your Everyday Tool
2. These Absent Eyes
3. Resisting the Current
4. When Sound Collides
5. Forever Lost in Vain
Line Up
Bjorn "Speed" Strid (Voce)
Sylvain Coudret (Chitarra)
David Andersson (Chitarra)
Sven Karlsson (Tastiera)
Ola Flink (Basso)
Dirk Verbeuren (Batteria)
 
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