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Mago de Oz - Ilussia
( 4645 letture )
Lascia che la brezza entri nella tua anima, che spazzi i dubbi e allevi il tuo male
Che la tristezza muoia dal ridere, quando un sogno muore è solo perché è diventato reale.


Oggi devi essere felice - Hoy te toca ser feliz

Una storia iniziata ben ventisei anni fa. L’avventura dei Mago de Oz risale all’ormai lontano 1989, quando una band di giovani ragazzi spagnoli animati dalla passione per la musica inizia a suonare cover delle proprie band preferite e comporre i primi brani propri, per esordire nell’acerbo album omonimo nel 1994. Ne è passata di acqua sotto i ponti, ma nonostante i cambi di formazione, di genere e problemi di varia natura, la band capitanata dall’istrionico batterista Txus di Fellatio non ha mai perso la voglia di fare grande musica, innovandosi, sperimentando, tornando alle origini ma comunque continuando ad evolversi. Ilussia è il titolo del nuovo lavoro della band, che dopo gli stravolgimenti in formazione avvenuti nel 2012 conferma la stessa line up, anche se le orecchie sono nuovamente tutte puntate sul cantante Javier “Zeta” Domìnguez, che dopo l’ottima prova vocale dimostrata sul precedente Hechizos, Pócimas y Brujería e nel conseguente tour mondiale, qui conferma le sue innegabili doti dimostrando inoltre di trovarsi più a suo agio, complice evidentemente l’esperienza maturata con la band e l’aver contribuito in fase di composizione quanto meno alla stesura delle melodie vocali.

Veniamo all’album: Ilussia è un concept, ma meno impegnato della colossale trilogia di Gaia affrontata nel decennio passato; qui si tratta semplicemente di una storia che racconta di due bambini che si trovano a giocare in un bosco e si imbattono in un circo abbandonato dove un clown chiede loro l’anima. Musicalmente il disco si snoda per tredici brani in cui la band conferma il proprio stile folk metal, che come nell’album precedente tende ad essere molto contaminato dal rock, senza però fortunatamente far mancare la forte componente folk classica che è marchio di fabbrica dei Mago de Oz. L’opener Pensatorium inizia dolcemente tra pianoforte, flauto e violino, per poi svilupparsi in un brano power oriented con forti influenze symphonic metal grazie al contributo vocale del soprano Pilar Jurado e non può non richiamare Nightwish o Within Temptation, ma lo stile della band è consolidato, trovando nel cantato in lingua spagnola e negli arrangiamenti i suoi punti di forza. Il brano sarà sicuramente uno dei cavalli di battaglia delle prossime setlist live, così come probabilmente la successiva Melodian, in cui è forte la componente hard rock e “happy” power melodico tipicamente Helloween e Freedom Call. Più folk Abracadabra, in cui troviamo il primo contributo significativo di Patricia Tapia, voce e corista femminile della band, che con la sua voce roca ed aggressiva si conferma elemento fondamentale per questo tipo di sound, soprattutto in sede live. Bello lo sviluppo melodico ed il ritornello, anche se necessita di diversi ascolti per essere memorizzato. Vuola Alto è uno dei due singoli apripista dell’album, forse quello in cui si trova lo stile più classico della band, dove atmosfere folk ed epiche si poggiano su ritmi coinvolgenti fino a sfociare in un ritornello che può davvero diventare un anthem da concerto. Si Supieras... è la prima ballad del disco, nonostante dei discreti arrangiamenti il pezzo fatica davvero a decollare, troppo pop e lontana dalle atmosfere e dalla capacità di emozionare che hanno altre ballad dei Mago come La Rosa de Los Vientos, Desde Mi Cielo o la più recente Quiero Morirme en Tí. Di tutt’altro spessore la veloce e spassosa Pasen y Beban, altro brano che sicuramente entrerà a far parte del nuovo repertorio live della band, coinvolgente sia nella parte strumentale che in quella vocale per sfociare in un ritornello irresistibile. Qui la band riprende lo stile classico scanzonato miscelando metal e folk con influenze ska ed il risultato è decisamente buono. Meno riuscita, per quanto apprezzabile, la successiva Salvaje, che risente di influenze pop accostabili alla musica italiana commerciale degli anni 70-80; La Viuda de O'Brian ci ributta in territori folk molto popolari, quasi sullo stile dei nostrani Modena City Ramblers, e troviamo Txus cantare un brano un po’ fuori dagli schemi ma che aiuta a spezzare il disco. Cadaveria è il secondo singolo di Ilussia, da cui è tratto anche un videoclip; un po’ più di grinta non avrebbe guastato, ma il brano è di alto livello e risulta uno dei migliori dell’album. Constelaciòn Alpha DCI è la seconda ballad dell’album, ben interpretata dalla bella Patricia, ed anche qui troviamo una forte componente commerciale, ma le atmosfere sognanti ed il break centrale seguito da un solo di chitarre dolce e lento, dallo stile bluesy, ne fanno un brano riuscito. De La Piel del Diablo è un pezzo tipicamente hard rock, che si accosta a brani della band come No Pares (De Oir Rock & Roll) o Mi Nombre Es Rock'n'Roll, in cui le parti folk sono ridotte al minimo sindacale. Il pezzo è poco Mago de Oz e un po’ sottotono per quanto non si possa certo dire che non sia piacevole. La parte finale rialza notevolmente il livello delle composizioni, la title track è come spesso accade negli album della band una suite, anche se il minutaggio si interrompe “soltanto” a otto minuti, ma troviamo quanto di meglio la band è in grado di offrire: emozione, sentimento, ottime melodie e la solita capacità, unica, di miscelare rock e metal al folk ed alle influenze classiche. Il brano scorre senza che ce ne si accorga, continuando ad evolversi e cambiare, senza cali e con vette emotive nel coro e nella nuova partecipazione del soprano Pilar Jurado. Chiude Moriré Siendo de Ti, e finalmente la band ci propone una ballata che si pone davvero (quasi) ai livelli dei migliori lenti della band, riuscendo nuovamente a proporre una canzone che punta dritto al cuore e vuole emozionare, strappando inevitabilmente la classica lacrimuccia; l’intro affidato a piano e voce dimostra la capacità della formazione spagnola di fare tanto con poco. Quando basta solo suonare con cuore, un semplice giro armonico su cui prima Zeta e poi Patricia propongono il loro cantato e un piccolo arrangiamento orchestrale chiudono la canzone, l’album, la storia del circo di Ilussia.

Quando una band pur pubblicando un album di spessore e di livello alto non stupisce più è perché ci ha abituato ad un livello qualitativo alto. Ilussia è questo: bello e decisamente superiore alla stragrande maggioranza degli album folk metal in circolazione, non stupisce di per sé perché ormai l’effetto sorpresa della band è superato da anni, ma continua a stupire lo stesso per l’alto livello qualitativo di ogni uscita targata Mago de Oz, nonostante qualche pubblicazione sia stata effettivamente pesante e necessitava molti ascolti per essere apprezzata. Txus di Fellatio si dimostra ancora una volta un compositore eccezionale dalla vena creativa che pare non cessare ed il bravo Javier “Zeta” Domìnguez un cantante dotato capace di non far rimpiangere Josè Andrea. Ad Ilussia manca solo qualche hit davvero capace di far saltare sulla sedia, come Fiesta Pagana, Molinos des Viento, La Costa del Silencio, La Voz Dormida o La Posada de Los Muertos, ma al suo interno troverete comunque una serie di brani irresistibili e coinvolgenti.

Un’ultima considerazione: nella storia di Ilussia non troverete solo bambini smarriti e clown pronti a rubarvi l’anima, bensì metafore attuali spesso non troppo velate. Da ascoltare, assaporare e godere con attenzione. Ancora una volta bentornati Mago de Oz!

Passate e bevete perché il circo è arrivato
I pagliacci hanno preso posto nel parlamento per rubare
Passate e bevete per dimenticare che il lavoro muore
I delinquenti sono banchieri in questo paese
Ci hanno sottratto la libertà
La crisi ha ucciso la sanità
Se tiri la cinghia ti soffocheranno con le loro cravatte
Non protestare, segui il copione
Le votazioni sono state un errore,
Il Re è la salvezza, e suo cognato è davvero il migliore...


Passate e bevete - Pasen y beban



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
91.2 su 10 voti [ VOTA]
Roby
Martedì 25 Luglio 2023, 10.33.08
6
Dopo la dipartita di José Andrea a mio avviso hanno perso molto...e non riesco ad amare le loro produzioni di quel periodo...mi spiace.
guitarmadness80
Martedì 6 Febbraio 2018, 21.32.59
5
Altro grandissimo album di questa magnifica band (una delle mie preferite). Abracadabra, Cadaveria, Pasen y bebas, la titletrack spiccano ma tutto il disco è stupendo. Zeta bravissimo.
Mauro Paietta "My Refuge"
Domenica 30 Novembre 2014, 20.49.41
4
Per me da Finisterra in poi sono tutti album eccezionali, di presa immediata con pezzi fantastici, l'unico album meno immediato è proprio Ilussia, che necessita molti ascolti per essere apprezzato. Josè era molto più carismatico, ma Zeta si difende alla grande, sopratutto dal vivo dove non sfigura mai neanche sui vecchi brani. Comunque sia band superlativa!
dorian gray
Sabato 29 Novembre 2014, 17.00.15
3
ho tutti i dischi del Mago però preferisco i vecchi piu folk tipo finisterra ad esempio.e ho nelle orecchie solo il timbro di josè andrea.
HeroOfSand_14
Venerdì 28 Novembre 2014, 20.11.54
2
Innanzitutto..bella recensione Mauro, ma ormai non mi stupisco più. Sarà che amiamo quasi gli stessi gruppi, ma i tuoi scritti riescono sempre a coinvolgermi. Detto questo, consiglio vivamente a Rada di ascoltare il disco. Allora, (purtroppo) sono passati i tempi in cui i Mago pubblicavano concept divise in due dischi, con liriche e melodie "complesse" e non di facile assimilazione, ma dotate di una bellezza e di una ricercatezza rare e geniali. E' passato il tempo in cui c'era un cantante di nome Jose Andrea che recitava più che cantare, trasmetteva le emozioni come pochi altri cantanti in circolazione. Ora, da Hechimoz, i Mago (Txus più che altro) si sono dati alla "semplicità", che non è per forza un male, ma penso stiano cercando piano piano di farsi conoscere anche da quegli ascoltatori non avvezzi al folk complesso, ma disposti a sentire un gruppo che suona un hard rock dalle tinte folkloristiche, di facile presa e molto immediato. A me questo nuovo percorso non dispiace, però la differenza con, per dire, Finisterra, è grossa. Zeta è un signor cantante, dal timbro simile a Jose, però lo sento sempre "Limitato", note alte non ne prende tante, le canzoni sono costruite su tonalità spesso simili e senza picchi, a differenza di qualche anno fa. Chiudo dicendo che, secondo me, la hit in questo disco c'è e si chiama Vuela Alto, che trovo sia una delle canzoni più belle di questo 2014, gran testo (anche se non capisco lo spagnolo ahaha) e una melodia trascinante. Ripeto, il disco merita, a livello di Hechimoz e forse qualcosa in più per il bel concept, l'innesto del soprano mi piace molto, Patricia mi fa impazzire (come vorrei avesse più spazio) ma manca qualcosa per i miei gusti, per garantirsi una grande longevità. Manca la complessità, il carisma del singer. Poi, gusti eh.
Radamanthis
Martedì 25 Novembre 2014, 10.40.28
1
Purtroppo li ho persi un pò di vista negli ultimi anni, ricordo con piacere dischi come Gaia (tra l'altro, 61 a quel disco mi sembra una cagata pazzesca.......altro che la corazzata del Ragioniere....) che mi accompagnò un'estate intera (magari Gaia fosse stata bionda con gli occhi azzurri e due poppe da sogno, era solo il disco dei Mago de Oz....ahahahah). Vedrò di riuscire a dargli un ascolto anche perchè la bella recensione di Mauro mi ha fatto scattare la scintilla della curiosità!
INFORMAZIONI
2014
Warner Music Records
Folk Metal
Tracklist
1. Pensatorium
2. Melodian
3. Abracadabra
4. Vuela Alto
5. Si Supieras...
6. Pasen y Beban
7. Salvaje
8. La Viuda de O'Brian
9. Cadaveria
10. Constelaciòn Alpha DCI
11. De La Piel del Diablo
12. Ilussia
13. Moriré Siendo de Ti
Line Up
Javier “Zeta” Domìnguez (Voce)
Patricia Tapia (Voce, Cori)
Carlitos (Chitarra)
Frank (Chitarra)
Josema Pizarro (Flauti, Cornamuse)
Mohammed (Violino)
Javier Dìez (Tastiera)
Fernando Mainer (Basso)
Txus di Fellatio (Batteria)
 
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