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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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Holy Dragons - Dragon Inferno
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( 1437 letture )
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Niente meno che dal lontano Kazakistan ecco ritornare i veterani Holy Dragons, band tanto prolifica (questo è il sedicesimo album in diciassette anni di carriera!) quanto piuttosto sconosciuta nel grande mercato europeo. Il loro nome, difatti, ha iniziato a circolare in ambienti più ampi del loro paese d’origine da un paio d’anni, grazie alla Pitch Black Records, che ha prodotto il precedente album ed ora questo, intitolato Dragon Inferno. Questi non più ragazzi vanno apprezzati intanto per la dedizione e la passione, dato che immaginiamo le difficoltà nel portare avanti un progetto musicale di questo tipo; in secondo luogo, la loro ben collaudata mistura, fatta di un robusto heavy/power debitore indubbiamente dei Judas Priest, può senza dubbio riscuotere interesse.
Cosa dobbiamo aspettarci, ordunque da Dragon Inferno, sedicesima fatica dei nostri? E’ presto detto: superata una cover a dire il vero alquanto brutta, veniamo accolti da un arpeggio insospettabilmente spagnoleggiante, che deflagra poi in un brano con batteria rapida e potente e chitarre affamate di pesantezza e di gloria. La voce del singer Alexander Kuligin è cavernosa e graffiante, ma esplode poi a sua volta in acuti figli, a loro volta, dei cari vecchi Judas Priest, o almeno di quelli dei tempi d’oro. Non c’è insomma una originalità marcata nei nostri, che però sanno come scrivere un brano metal, su questo ci sono pochi dubbi, anche se il ritornello della prima traccia, Gunship from Hell, non convince appieno. Un riff velocissimo apre invece Hollow Man, brano piuttosto variegato dove i nostri immettono tutta la loro abilità, per quanto a tratti la canzone rischi di perdere un po’ di fondamentale amalgama. Old School Space Battles, dal titolo piuttosto bizzarro è una discreta strumentale (peccato le tastiere in fondo, un po’ fuori luogo) dove si mettono in mostra in particolare i chitarristi Jurgen Thunderson e Chris Caine, dunque per riascoltare la voce del singer bisogna attendere la bella Majestic 12. Come avrete intuito, i nostri non hanno alcuna intenzione di risultare particolarmente originali o innovativi: il loro intento è quello di suonare al più alto volume possibile e, in molti casi, ci riescono, pur non dando vita verosimilmente a brani indimenticabili. Stupisce, in tal senso, la breve strumentale Downshift Waltz, molto delicata e gradevole, che fa da apripista alla potente Panic in FBI. Il disco va quindi avanti senza eccezionali sussulti, ma, a dire il vero, anche senza momenti di stanca o brani davvero malriusciti. Molto semplicemente, i nostri si attestano su un livello medio sufficiente, né più né meno.
Dragon Inferno, insomma, è un lavoro senza infamia e senza lode: non rappresenta certo un picco nella carriera dei nostri, ma d’altra parte sarebbe insensato pretenderlo dopo una carriera tanto prolifica ed anzi è già notevole il fatto che i nostri riescano comunque a mantenere un livello medio sufficiente. Molti gruppi, dopo così tanti lavori, perdono totalmente l’ispirazione oppure non arrivano proprio a concepire sedici album. Massimo rispetto e supporto a questi Holy Dragons, dunque, per quanto il lavoro in questione sia tutto tranne che indimenticabile.
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Che bel nome Holy Dragons, sembra un'esclamazione tipo Porca Putrella! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Gunship From Hell 2. Hollow Man 3. Old School Space Battles 4. Majestic 12 5. Downshift Waltz 6. Panic in F.B.I. 7. Three Ways of Genocide 8. Ride, Cowboy, Ride 9. Unlicensed Sky Driver 10. My Cargo Cult 11. Dragon Inferno
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Line Up
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Alexander "Demoraivola" Kuligin(Voce) Jurgen Thunderson (Chitarra, Sintetizzatore, Cori) Chris "Thorheim" Caine (Chitarra, Sintetizzatore, Cori) Ivan Manchenko (Basso) Antonio "Deimos" Repablo (Batteria)
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RECENSIONI |
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