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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Itnuveth - The Way of the Berserker
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( 2177 letture )
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Nell’ultimo periodo anche la penisola iberica è diventata protagonista di un discreto numero di release in campo estremo: per la precisione sono stati pubblicati diversi dischi black metal, spesso e volentieri arricchiti da elementi di derivazione folkloristica. La band che vado oggi a trattare rientra nel genere appena citato: raw black fortemente melodico basato su tematiche di stampo pagano. Gli spagnoli Itnuveth vantano l’appoggio della connazionale Xtreem Music, label dotata di un roster senza dubbio ampio, ma composto solamente da band ancorate nel panorama underground. Di base questo non risulterebbe un problema, ma è ovvio come l’ascoltatore non debba aspettarsi chissà quali meraviglie a livello di produzione e resa sonora. Anche il lato grafico risulta piuttosto deludente: tralasciando la banale copertina composta dai due guerrieri nordici e dall’orribile cornice, l’impatto cromatico è piuttosto brutto da vedere e infonde immediatamente quella sensazione di “amatoriale” che si ripercuote sull’intero prodotto.
Ritornando alla produzione, ascoltando il disco ci rendiamo conto di come quest’aspetto sia tutto sommato accettabile. L’effetto anni ’90 è in parte riuscito grazie ai piatti in primo piano e al suono zanzaroso delle chitarre; inoltre il basso spicca in svariati punti e si ritaglia qualche buon momento. Il problema nasce dal modo in cui gli Itnuveth sfruttano le potenzialità del proprio sound, rendendo difficilissima un’analisi di The Way of the Berserker. La mezz’ora abbondante che compone il disco non decolla mai, anzi, si rivela piuttosto difficile da ascoltare a causa di una ripetitività in alcuni casi sconcertante. Per prima cosa la drum machine si vede impegnata in blast beats noiosi e privi di qualsivoglia variazione stilistica: da Legacy of a Dead Wolf fino ad arrivare a Lif in Hoddmimis Holt la ritmica è sempre la stessa e il suono dei piatti appare via via sempre più finto e sintetico. Come se non bastasse una base poco ispirata e tutt’altro che naturale, abbiamo anche un comparto vocale piuttosto scarso e privo di mordente: lo screaming di Lianne Krossburner è troppo effettato e non rende giustizia a nessuno dei pezzi che compongono l’album, andando così ad aumentare il piattume generale di The Way of the Berserker. A volte un buon cantato riesce a mettere in luce alcuni dettagli che valorizzano una canzone magari non troppo ispirata; purtroppo nel caso degli Itnuveth non abbiamo nessuno dubbio nell’affermare che la voce è solamente un’ulteriore traccia sonora che lascia l’ascoltatore in uno stato di indifferenza totale. Restano infine le chitarre, anch’esse banali nel riffing e nelle melodie: le strutture che compongono le varie canzoni sono piuttosto basilari e progrediscono in maniera prevedibile e scontata. Risulta complesso addirittura discutere di un comparto melodico, dato che la melodia utilizzata è praticamente la stessa lungo tutto lo scorrere dell’album. Le tracce che sfigurano di meno rispetto al resto sono Skoll e Chaotic Chasm, entrambe contenenti qualche passaggio più vario e interessante del solito, mentre con Death We Are i Nostri toccano il fondo esibendosi in un mid-tempo noioso e poco piacevole da ascoltare.
Arrivati alla fine si può ancora notare come anche la cadenza del cantato sia la stessa dal primo all’ultimo pezzo, rendendo difficile trovare qualcosa di salvabile all’interno del disco. The Way of the Berserker è un prodotto scarso, amatoriale, privo di valore musicale e privo di momenti rilevanti per cui valga la pena spendere cinque minuti del proprio tempo. State dunque alla larga da un disco simile e sfruttate le ore a vostra disposizione per ascoltare qualcosa di attinente con i termini musica, folklore e black metal.
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Non per voler rispondere per forza, ma coi gruppi al debutto succede, anche quando il voto è alto. Anzi, di solito una stroncatura attira più attenzione di una sufficienza anonima. |
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Va bene, Monsieur Lizard. Resta il fatto che, a parte queste mie argomentazioni, nessuno se l'è filata, questa recensione. Ensuite, par conséquent... Au revoir. |
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La sua supposizione è infondata Marchese e prescinde da quello che c'è scritto in quel trafiletto. La discussione ad ogni modo dovrebbe svolgersi sotto quell'articolo. Anche perché a domande del genere abbiamo già risposto. |
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Quindi, Monsieur Viç, voi recensite quello che vi mandano le label. E io che pensavo, recensiste i dischi più interessanti per proporli ai lettori... Supponiamo che i Manowar fanno un nuovo disco e l'etichetta non vi manda il disco stesso e supponiamo che sia un gran disco: d'accordo con la sua tesi, non viene recensito, quindi... Vado a bermi un Amarone 2008 Riserva per digerire il tutto.... Au revoir. |
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Però perseverare è diabolico caro Marchese. Nel commento 2 è già stato proposto di rileggersi gli articoli che spiegano come funzionano le cose da queste parti. Visto che la lettura a quanto pare continua a essere ignorata facciamo così: copio una porzione dell'articolo pure qua. « Le label inviano direttamente i promozionali, in formato digitale (soprattutto) o fisico (sempre meno): ovviamente questo tipo di fenomeno non è casuale. Le due parti, Metallized e la casa/distributore, si accordano per le modalità di trasmissione dei titoli. Nel nostro caso niente è “dovuto” alle case e nulla, viceversa, è preteso da Metallized: la collaborazione è reciproca e assolutamente priva di interessi associabili al mercato. Gli addetti ai lavori delle etichette lavorano per “spingere” i loro prodotti; i redattori - guidati dal proprio Caporedattore - si riservano il diritto di esprimere il loro parere sereno e scevro da preconcetti. » (citazione diretta dall'articolo "INTO THE BACKDOOR - Come nasce una recensione?"). Tanti cari saluti. |
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Bien sûr, Monsieur Er Trucido (brrrrrrrrrrrrrrr...), dare del lei sarà anche aristocratico ma mi sembra anche educato e di classe. Noi ci diamo del lei (vous in Francese) anche tra parenti. Tornando al punto, leggo tutte le recensioni e ritengo una perdita di tempo segnalare cose scadenti, a scapito di altre realizzazioni che si, meritano di essere segnalate e commentate. Posso capire se una band famosa o con una storia, fa un album brutto e viene stroncata. Ma continuo a non capire perché cercare band sconosciute, quasi con il lanternino, individuare un album scadente e recensirlo. Potrà essere anche una scelta editoriale, la cui logica mi sfugge, ma visto che pubblicate recensioni con un pace quite slow, perché inserire anche queste recensioni, a mio parere inutili. Chi mai è interessato agli Itnuveth, se poi fanno anche musica scarsa? Comunque mi leggerò la serie "Into the backdoor" per avere una risposta all'arcano in questione. Au revoir. |
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È aristocratico, ci tiene alla forma. |
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Ma a sta gente gli date anche del lei? |
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Il giorno che lei, caro marchese, leggerà quegli articoli si meriterà risposte diverse. Troppo facile parlare senza il quadro generale delle cose, e dire che le è stato proposto più volte di farlo e sono cose pubbliche, non private né a pagamento. Ma la voglia di fare polemica sterile e superficiale è troppa grossa. |
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Bene, Monsieur GioMasteR, posso risponderle: sempre le solite ciofeche con i soliti voti bassi. Ma non dovete rendere conto a nessuno, quindi chiedo venia. Poi, ci mancherebbe altro, il Vostro sito è interessantissimo (con qualche caduta, of course) e mi guardo bene dal non visitarlo. Per una cosa che non va, per altre 100 avete i miei complimenti. Questo, friendly, naturalmente. Au revoir. |
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Sempre la solita storia ed il solito commento. Sarò ripetitivo anch'io come lei marchese, ma le ricordo che c'è un articolo della serie "into the backdoor" che esplica chiaramente la nostra politica recensoria, della quale, le ricordo, non dobbiamo rendere conto a nessuno. D'altronde, se altri siti seguono una politica che più l'aggrada, le ricordo che nessuno le vieta di rivolgere altrove le sue attenzioni. Suggerimento, friendly, naturalmente. |
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"The Way of the Berserker è un prodotto scarso, amatoriale, privo di valore musicale e privo di momenti rilevanti per cui valga la pena spendere cinque minuti del proprio tempo." E allora, perché lo recensite? Non è che avete i compito di proteggere i lettori dalle ciofeche, soprattutto di gruppi che sono conosciuti da quattro gatti + un recensore. Perché non recensisce l'ultimo degli Aevum che su True Metal e su altri siti ha avuto ottime valutazioni e che certamente merita. Consiglio, friendly, naturalmente. Au revoir. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Learning 2. Legacy of a Dead Wolf 3. Death We Are 4. Skoll 5. Black Henbane 6. Chaotic Chasm 7. Northern Demons 8. Lif in Hoddmimis Holt 9. Lianne
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Line Up
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Lianne Krossburner (voce) Volundr (chitarra, basso)
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RECENSIONI |
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