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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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( 1077 letture )
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Chi sono i Cripper? La risposta è semplice: una band che, armata delle migliori intenzioni, cerca di cavare qualcosa di nuovo dal pedante calderone thrash/groove /melodic death metal novantiano. Attivi dal 2005 con la formazione originale, salvo il nuovo ingresso Gerrit Mohrmann al basso, i musicisti teutonici sono giunti al loro quarto album, ormai forti di un curriculum live di tutto rispetto. Infatti, negli ultimi anni, hanno avuto la possibilità di esibirsi al 70000 Tons of Metal di Miami, al Brutal Assault in Repubblica Ceca, per poi attraversare Germania, Belgio, Olanda, Polonia, Austria e Svizzera, a supporto di band storiche come Overkill ed Onslaught. A tutto ciò si aggiungono cinque partecipazioni al Metaldays sloveno, al Wacken, Metalfest e Summer Breeze, confermandoci l’esperienza ormai guadagnata sul campo dal quintetto di Hannover. Con premesse del genere, dopo un discreto percorso artistico, non ci si può aspettare che il grande passo da parte dei Cripper, uno di quegli album che riescono a consacrare la band con un valore artistico in grado di raggiungere valutazioni ottimali. La risposta è nei prossimi cinquanta minuti.
Hyëna è un disco composto al novanta percento di mazzate sonore, senza grossi momenti di rifiato. La title-track e Tourniquet pestano sull’acceleratore, sfruttando il riffing massiccio intessuto dalle due chitarre, mentre la voce monocorde di Britta Görtz sputa il testo nel microfono, lasciando un po’ di perplessità sul risultato finale. Proseguendo nella riproduzione, c’è spazio per un pesante mid-tempo, quale Bloodshot Monkey Eye che ha il semplice compito di regalare cinque minuti di headbangin’ al pubblico, prima della sfuriata slayeriana di A Dime for the Establishment. Nel complesso, i brani denotano una principale caratteristica thrash che sfocia nel groove quando i bpm scendono oltre una certa soglia e la batteria di Dennis Weber detta ritmi da puro headbang. Dal punto di vista solista si può apprezzare una prova dignitosa, con qualche picco in brani come Patterns in the Sky, il quale possiede un bello scambio tra le due asce, e la conclusiva Pure, forse il brano più variegato e piacevole del lotto, grazie anche ad una sezione solista melodica di buon effetto. In questo ultimo brano, la stessa Britta ci dimostra di possedere una voce dalla versatilità potenzialmente alta, specialmente nella parte centrale parlata e nelle sovraincisioni conclusive; se solo l’avesse sfruttata in questo modo per tutta la registrazione, probabilmente staremmo parlando di una prova dal valore decisamente superiore.
La band è stata paragonata dalla critica ai gruppi storici più disparati: dalle thrash/groove band più famose, ai Testament di Chuck Billy sino agli ultimi Arch Enemy, con un paragone che non possiede quel sentore complimento, viste le recenti vicissitudini e la qualità delle ultime registrazioni della band di Michael Amott. Dopo aver ascoltato Hyëna, possiamo affermare che tali paragoni non siano propriamente calzanti: i Cripper, infatti, dimostrano eccome di avere una particolare propensione verso i mostri sacri del genere, ma fortunatamente riescono ancora ad esternare quella rabbia e quella violenza sonora che ormai è deficitaria nelle band che hanno raggiunto il successo commerciale. Una produzione graffiante dona al lavoro strumentale un particolare imprinting dedito all’headbangin’, grazie a brani che saranno dei veri e propri cavalli di battaglia per gli amanti del pogo in sede live. Certo, a questi pregi bisogna associare il difetto causato da una voce eccessivamente monocorde, incapace di esaltare costantemente le strutture ritmiche, dimostrando come, nonostante tutta l’esperienza maturata in sede live, la band non sia ancora riuscita a compiere il grande passo che differenzia un gruppo discretamente buono da un gruppo ottimo. Malgrado ciò, Hyëna risulta essere un album consigliato ai fan del thrash moderno, imbastardito da qualche linea groove e melo-death, con una voce femminile (almeno sulla carta) che, come spesso accade, non riesce a valorizzare del tutto il risultato finale. Comunque, se questi difettucci eviteranno alla band di compiere il grande passo commerciale, preservandoci da un War Eternal II, allora è tutto di guadagnato. Ci possiamo accontentare anche così.
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1
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Gran mazzate....giustamente come dice il recensore la voce è un pò troppo monocorde |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Hyëna 2. Tourniquet 3. Bloodshot Monkey Eye 4. A Dime for the Establishment 5. 7” 6. Animated Flesh 7. The Origin 8. Patterns in the Sky 9. The Jackhammer 10. Patronized 11. Pure
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Line Up
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Britta Görtz (Voce) Christian Bröhenhorst (Chitarra) Jonathan Stenger (Chitarra) Gerrit Mohrmann (Basso) Dennis Weber (Batteria)
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