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Vile Regression - Empires
( 1213 letture )
The adoption of full beards was integral to the writing process.

Certo che concludere così le note del disco fa guadagnare ai Vile Regression parecchi punti simpatia!
Allo stesso tempo, ci informa del fatto che non sono quel che si dice dei veterani della scena: Empires infatti non è altro che il secondo EP della giovane band, un classico esempio di tech death come tanti, ma interessante specialmente se visto in sinossi con il precedente: come esplicitamente dichiarato dall'act irlandese, infatti, The Pattern Evolves si muoveva in una direzione più classicamente tecnica, più "fine a se stessa" se vogliamo, mentre in questo Empires la band si dedica a costruire canzoni mirate al mantenimento della musicalità d'insieme.

Andiamo quindi ad analizzare il disco e scopriamo se le parole dei Vile Regression sono per una volta dichiarazioni ben fondate (quanti proclami trionfanti si infrangono facilmente contro il semplice atto dell'ascolto).
Lo stile in effetti risulta più pulito, un po' meno fitto rispetto alla prova precedente. Non si perdono ovviamente le mirabolanti evoluzioni tecniche delle chitarre né il growl squarciante del vocalist Croke, ma lo spazio degli assoli si allarga, così come spesso vengono sottolineati i riff lasciandoli "soli", dove prima una doppia cassa martellante era loro inseparabile compagna.
Questa piccola "rivoluzione" del sound è accompagnata da un'analoga virata verso il "bello" a livello testuale: l'approccio è più positivo rispetto all'esordio, la ricerca del perfezionamento e della realizzazione sostituiscono il degrado e la denuncia, il tutto si intellettualizza un poco e, come detto sopra, persino i membri della band ne ricavano una barba autorevole.
La descrizione track by track renderebbe davvero poco in questo caso: ognuno dei cinque pezzi presenti è costruito principalmente sulle linee soliste e i fraseggi delle due asce Christie e Brady, sorrette da riff di ottima fattura, diversificati al punto giusto e coinvolgenti. Il basso al contrario non trova molti varchi in cui inserirsi, unificando il sound senza mai emergere (triste destino di molti bassisti, ma evento inusuale nel technical death!). Tides, Raze The Complexity, The Empyrean Divide e le altre sono tutte buone composizioni, formalmente perfette e ben interpretate. Dream Of The Red Chamber e Down To A Sunless Sea sono brevi intermezzi acustici (di cui l'ultimo davvero pregevole), altro segno tangibile di cambiamento.

Sembra quindi all'apparenza che i Vile Regression abbiano imboccato un lodevole percorso di crescita ed evoluzione. Tuttavia, immaginate un grafico cartesiano: su un asse è segnata la qualità del disco, sull'altro il cambiamento di stile. Nel caso del presente Empires, se è sensibile la differenza di sound, d'altra parte la qualità non è drasticamente aumentata. Come i Vile Regression si cimentavano con buoni risultati nella brutalità, così operano in un ambito più calcolato, ma il confronto non segna un evidente miglioramento nel passaggio.
La band ha infatti leggermente mutato il proprio stile, passando da una categoria ben codificata ad un'altra, affine e altrettanto ben codificata. Nel cambiamento non c'è stata invenzione, un piglio di autonoma originalità che avrebbe fatto la differenza, solo tanto ottimo mestiere.

I Vile Regression dimostrano però fin dal secondo EP di saper cambiare, ci auguriamo quindi che stiano solo iniziando un percorso promettente! Nel frattempo, l'ascolto del disco non risente di queste mancanze, almeno nell'immediato: Empires è un bel disco, piacevole, breve ed efficace, dall'architettura elaborata e funzionale.
Niente di più, niente di meno.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
82 su 2 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2014
Autoprodotto
Technical Death Metal
Tracklist
1. Tides
2. Raze the Complexity
3. Dream of the Red Chamber
4. Thought Replication
5. The Abstract
6. Down to a Sunless Sea
7. The Empyrean Divide
Line Up
Padraig Croke (Voce)
Baz Christie (Chitarra)
Brian Brady (Chitarra)
Kenn Christie (Basso)
Robb Behan (Batteria)
 
RECENSIONI
 
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