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Infernal Angels - Pestilentia
( 2256 letture )
L'onestà viene molto spesso vituperata, ma è una qualità alquanto sottovalutata. Non è forse più semplice nascondere il proprio volto dietro una maschera, confondere le acque con un abile camouflage, che mostrare l'essenza di ciò che si è veramente? E in tal caso, non è altrettanto vero che tutto ciò che si frappone nel dialogo tra un mittente ed un destinatario è in grado di alterarne il messaggio, modificarne i contenuti sotto mille veli, come una misteriosa danzatrice pronta a celare l'inganno sotto i propri drappeggi?
Se però il velo è lacerato, nulla può impedire di vedere le cose per ciò che sono ed a tale principio certo la musica non fa eccezione.

Gli Infernal Angels fanno parte della categoria di band che fanno dell'onestà la propria arma, proponendo un black metal nudo e crudo, incontaminato da tutta una serie di elementi esterni che potrebbero alterarne la ferocia primigenia. Ascoltando Pestilentia, terza fatica in studio della band lucana, si può benissimo scordarsi ambience, inserimenti sinfonici e sovraincisioni, in virtù di un approccio minimale, che fa della violenza tipica del black svedese il proprio cardine. Dopo la breve introduzione 1347 la band mette ben in chiaro da subito quale sia il proprio approccio con la titletrack, brano in your face che picchia tra il fastpicking di Managarmr e il lavoro di batteria di MiD: non c'è spazio per il compromesso, niente fronzoli o abbellimenti al di fuori di una scarna linea melodica, niente elettronica a creare atmosfera, solo il ronzio delle asce ed il ribollire dei colpi sui fusti. Il timbro sepolcrale di XeS si divide tra un growl poco intellegibile e le urla strazianti di fine brano, senza giocare su parlati, sussurri o clean vocals, preferendo la purezza di un'interpretazione puramente ferale. Una mazzata dritta in piena faccia, così suonano gli Infernal Angels.
Tralasciando i punti in comune con le formazioni di scuola scandinava (Dark Funeral e Marduk su tutti) che si possono udire nei quaranta minuti di running time di questo lavoro, ciò che rende meno prevedibile l'ascolto del platter è l'inserimento di elementi estranei al black: il timbro gutturale di XeS che si posiziona sul registro del growl più che dello scream, qualche variazione nelle composizioni, che virano repentinamente rianimandosi quando sembrano essere prossime alla conclusione (Domina Nigra), riesce a dare maggiore eterogeneità alla tracklist. Inoltre, quando le sei corde rallentano e la batteria non è costretta a tenere un blast beat continuo, emergono gli arrangiamenti più interessanti e si intravede qualche spunto più personale nel songwriting. Ecco dunque che brani come Blood Is Life e Carpathians (che con il suo coro epico si stampa presto in testa all'ascoltatore), pur rallentando rispetto al ritmo di marcia dell'intero lavoro, riescono a risultare più incisivi, per merito anche di una venatura melodica che nella sua semplicità riesce a restare impressa. Anche Cold Fog Rises e Thorns Crown mostrano un piglio più vicino al death, optando per lavorare più sul groove che su riff al fulmicotone, questo aiuta a creare un senso di discontinuità che combatte l'appiattimento dell'ascolto tipicamente panzeriano che aleggia nelle numerose sezioni tirate di Pestilentia. A questo proposito anche la scelta dei suoni non aiuta a godere appieno dei passaggi dominati dalla velocità: a più riprese il ticchettio del trigger dà quasi l'impressione di avere a che fare con una drum-machine più che con una batteria realmente suonata, ed il suono zanzaroso delle sei corde tende a chiudersi in particolare quando le plettrate si fanno più forsennate; quando invece i toni si fanno più blandi l'ascolto è nel complesso più godibile ed il timbro vocale di XeS riesce ad emergere maggiormente, facendo sì che tutto l'operato della band possa beneficiare di una maggiore udibilità.

In definitiva Pestilentia rappresenta per gli Infernal Angels un dignitoso passo avanti rispetto al frettoloso Midwinter Blood, dando al trio la possibilità di risultare convincente anche senza dispiegare mai le proprie ali al di fuori del recinto sicuro di un genere oramai decisamente consolidato. Che le capacità ci siano ed il songwriting sappia (quando vuole) risultare incisivo dopo tre album è assodato, ora sta a XeS e soci decidere se ambire a far parte del gruppo degli innovatori e guidare, oppure continuare stare al sicuro in mezzo al gregge e seguire.



VOTO RECENSORE
66
VOTO LETTORI
78.46 su 13 voti [ VOTA]
LAMBRUSCORE
Martedì 8 Novembre 2016, 19.37.28
3
Bella legnata di disco, ottima produzione per me, magari con qualche variazione in più potranno fare ancora meglio, un be 75 anche per me.
Dark Funeral
Lunedì 29 Dicembre 2014, 18.00.01
2
Album davvero buono, ci sono dentro ottimi pezzi, l'unico che non mi convince è In The Darkness,a mio parere un 75 lo merita tutto.
Le Marquis de Fremont
Mercoledì 24 Dicembre 2014, 17.05.44
1
Beh, è un tipo di musica che ha una sua caratteristica precisa. Confesso che a volte mi piace sentire questo suono così grezzo senza fronzoli. Poi ci sono dei pezzi come il citato Carpathians che non sono male. Au revoir.
INFORMAZIONI
2014
SG Records
Black
Tracklist
1. 1347
2. Pestilentia
3. Blood Is Life
4. In The Darkness
5. Domina Nigra
6. Carpathians
7. Cold Fog Rises
8. Thorns Crown
9. A Night Of Unholy Souls
Line Up
XeS (Voce)
Managarmr (Chitarre, Basso)
MiD (Batteria)
 
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