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Neonfly - Strangers in Paradise
( 1401 letture )
I Neonfly sono una power metal band inglese che suona tedesca (o al limite scandinava). Dimentichiamoci subito, dunque, i riferimenti ai gruppi cardine della scena heavy britannica; il quintetto londinese si muove tra Freedom Call, Masterplan, Avantasia, Sonata Arctica e, talvolta, Rhapsody e Angra. Ciò che distingue i Neonfly dalla media produzione melodic power contemporanea è l'eccellente livello delle composizioni e degli arrangiamenti e l'invidiabile capacità di miscelare gli invadenti riferimenti sopracitati in un flusso sonoro ben cesellato e personale. La band non propone nessuna innovazione trascendentale, ma ha dalla sua una freschezza e una convinzione che non possono far altro che intrigare gli appassionati del genere. Altro punto a favore dei Neonfly è la perizia tecnica. I componenti della band, da questo punto di vista, sono tutti molto dotati. Segnaliamo in particolare le articolate (a tratti quasi cervellotiche) trame dei due axemen, Thunder e Harrington, e la presenza sempre centrata eppure mai ingombrante del drummer Boris Le Gal. Il singer Willy Norton, invece, ha dalla sua ottime doti interpretative e una buonissima capacità nell'alternare i vari registri vocali. Piccolo appunto: alcune sue performances (quelle sui brani più "cattivi"), in questo Strangers in Paradise, potevano forse essere più affilate e strettamente metal.

Strangers in Paradise si apre con l'happy metal vecchia maniera di Whispered Dreams, un brano scanzonato e coinvolgente, che rischia, però, di portare fuori strada. I Neonfly, infatti, sono sì estremamente melodici, ma hanno pure in faretra la capacità, non trascurabile, di variare registro con assoluta nonchalance. Whispered Dreams rappresenta solo una piccola parte del mare magnum in cui i Neonfly hanno deciso di navigare. Le virate stilistiche sono presenti in quantità durante lo svolgersi di Strangers in Paradise; i brani stessi, pur costruiti intorno a un'idea centrale forte, non si fanno problemi a cambiare più volte direzione, prima di convergere verso un nucleo espressivo dotato quasi in ogni caso di una massiccia dose di dignità. E così Highways to Nowhere è il perfetto contrappunto dell'opener. Si tratta di un brano dark, massiccio, nobilitato da una patina quasi orientale. Una traccia che, come già accennato, va in una direzione totalmente opposta rispetto a quella del brano d'apertura. Better Angels è, invece, una sorta di punto d'incontro tra questi universi musicali, apparentemente difficili da accostare. Il pezzo è un mid-tempo sospeso tra metal e hard rock, ben rappresentativo dell'intento dei Neonfly, che, come loro stessi confermano sulla propria pagina Facebook, intendono gettare un ponte tra la passione tipica del rock e la durezza emotiva che contraddistingue l'heavy metal. Rose in Bloom è la superclassica ballad di metà disco. Difficilmente il brano riuscirà a stupire un ascoltatore navigato, ma i suoi cori pomposi e la vena sfacciatamente melodica rischiano di avere maggior presa sull'audience dei figli degli Avantasia e derivati. La traccia è arrangiata a puntino come i brani precedenti, ma è, con ogni probabilità, eccessivamente ruffiana. Con Heart of the Sun si raggiunge, invece, l'apice strettamente power del disco. Un bel pezzone tirato e galoppante di quelli che andavano forte a inizio anni 90, incorniciato da un buon ritornello e da una struttura intricata e intrisa di fascinazioni sinfoniche. Con Aztec Gold ci spostiamo sui brani da colonna sonora. La canzone, totalmente strumentale, è un curioso crossover tra i Rhapsody (quelli originali) e le battle-songs da videogioco di ruolo. Un esperimento peculiare, eppure funzionale al discorso portato avanti dall'album e nel complesso ben riuscito. Il ritorno power di Fierce Battalions dà inizio a una sezione finale di grande spessore compositivo, ma che inizia a perdere la grinta e la freschezza dei primi brani. Le ultime canzoni, infatti, sembrano riproporre, con qualche variazione secondaria, quanto già sentito nella prima metà dell'album. Tutto di altissimo livello, comunque, sia chiaro. Segnaliamo la doppietta conclusiva, composta dalla sovrastrutturata Chasing the Night e dal gran finale di Falling Star, ballad decisamente meno ruffiana di Rose in Bloom e, quindi, degnissimo punto d'approdo per il lavoro.

I Neonfly, con questo secondo album, hanno fatto passi in avanti non trascurabili. Non sono ancora una top band, ma per arrivare al livello dei migliori non manca tanto. Un terzo disco che prenda il meglio di Strangers in Paradise e lo porti a compimento sarebbe per loro la definitiva consacrazione. Non possiamo far altro che augurarci che continuino così.



VOTO RECENSORE
79
VOTO LETTORI
75.33 su 3 voti [ VOTA]
HeroOfSand_14
Domenica 25 Gennaio 2015, 14.57.48
1
Interessante recensione, se è vero che questo gruppo ha puntato molto su arrangiamenti complessi vale la pena ascoltarli..certo, le influenze nel power sono sempre quelle in realtà..
INFORMAZIONI
2014
Inner Wound Recordings
Power
Tracklist
1. Whispered Dreams
2. Highways to Nowhere
3. Better Angels
4. Rose in Bloom
5. Heart of the Sun
6. Aztec Gold
7. Fierce Battalions
8. Sons of Liberty
9. Chasing the Night
10. Falling Star
Line Up
Willy Norton (Voce)
Frederick Thunder (Chitarra)
Patrick Harrington (Chitarra)
Paul Miller (Basso)
Boris Le Gal (Batteria)
 
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