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Kaledon - Antillius: The King of the Light
( 1984 letture )
Nel vasto panorama delle proposte power epic made in Italy non si possono non citare i romani Kaledon, band che negli anni ha saputo migliorarsi, crescere, evolversi e guadagnarsi una fetta di pubblico ed una discreta popolarità, sia in patria che all’estero, soprattutto nella terra del Sol Levante. Purtroppo, come spesso accade, non mancano i detrattori pronti a sparare a zero, temibili nemici della rete che vorrebbero la band morta e sepolta, giustificando queste accuse con la mancanza di innovazione e la staticità stilistica della band, anche se più spesso questi attacchi sono gratuiti e frutto di una esterofila ingiustificata ed insulsa. Da una parte è innegabile che chi cerca qualcosa di nuovo o qualcosa che si distacchi dagli ultimi album della band debba starsene alla larga, perché Antillius: The King of the Light procede spedito sui binari di power epic che hanno contraddistinto i precedenti dischi e che sono fortemente influenzati ed accostabili ai maestri Rhapsody, ma molto di buono in questo disco, come nei precedenti, è indubbiamente presente. Certo, l’ambientazione di questi album nel fatato regno di Kaledon con Re della Luce e compagnia fantasy fa un po’ sorridere, ma quello che va sempre valutato è il contenuto delle canzoni, nella sostanza. Un'altra costante negativa nella carriera della band è stata l’instabilità della line up, che dagli esordi ad oggi mantiene solo il leader Alex Mele alla chitarra ed il bassista Paolo Lezziroli. Una sorta di equilibrio pareva raggiunto con l’inserimento del cantante Marco Palazzi, ma è di pochi giorni la notizia della fuoriuscita di quest’ultimo dalla band.

Tornando al disco in questione, Antillius: The King of the Light è l’ottavo full length in dodici anni di carriera, a testimonianza della prolificità del gruppo, ed è stato pubblicato lo scorso novembre sotto Scarlet Records. The Calm Before the Storm apre le danze nella maniera più classica: un pregevole brano power che punta molto sulla melodia tipica del genere. Friends Will Be Enemy enfatizza il lato più epico ed atmosferico con tappeti di tastiere, per poi proseguire su un classico speed di helloweeniana memoria. La seguente Elysabeth è l’immancabile ballad, in cui troviamo la cantante Angela Di Vincenzo a duettare con Palazzi nel ritornello. La voce femminile impreziosisce il brano, così come il solo di chitarra di Alex Mele, molto ispirato, ma il pezzo in sé non colpisce del tutto nel segno, alcune melodie risultano un po’ deboli ed anche il ritornello, pur piacevole, non è indimenticabile. Nel corso degli anni molte band heavy sono riuscite a confezionare ballad riuscitissime, ma spesso è proprio “il lento” uno dei pezzi più difficili da comporre, e qui i Kaledon riescono parzialmente nel loro intento. Molto meglio la ritmata e più classica New Glory for the Kingdom, o la veloce The Party, che già dal nome e per l’atmosfera molto happy potrebbe essere stata composta dai Freedom Call; tastiere sugli scudi ed ancora buona la prestazione vocale, che ci porta ad un ritornello coinvolgente, anche se dalle melodie già sentite (Stratovaius e Gamma Ray per fare due nomi). Il tappeto di doppia cassa ed il coro trascinante ne fanno comunque un ottimo brano in sede live, non c’è ombra di dubbio. Ancora meglio la successiva The Evil Conquest, introdotta da tappeti di tastiera e da un tappeto ritmico più pesante di quanto proposto finora, che sfocia in un riff thrash e in una ritmica serrata; anche in questo caso nulla di nuovo, in quanto già proposto ad esempio dai Rhapsody in brani come Dawn of Victory o Power of The Dragonflame, ma grazie anche agli stacchi acustici ed i cambi di tempo si da respiro alle composizioni. Nota di merito anche in questo caso al bel solo di chitarra, melodico ed ispirato. Non si possono che promuovere anche brani come Light After Darkness o My Will, tipicamente power e ben composti, ma a cui manca sempre quel brio che li renda maggiormente accattivanti ed irresistibili. Arriviamo quindi alla conclusiva Fallen King, una suite che riassume le capacità della band nell’affrontare un brano decisamente lungo, mescolando il power più tradizionale a parti più progressive. Uno dei limiti del disco è l’eccessiva lunghezza che non lo rende di facile ed immediato ascolto; il genere pomposo, inoltre, obbliga l’ascoltatore a dedicargli molto tempo per assimilarlo, comprenderlo e godere di ogni sfaccettatura.

Prodotto da Giuseppe Orlando dei Novembre presso i suoi Outer Sound Studios, il disco gode -come già anticipato- di un sound potente e ben bilanciato, mix e mastering sono perfetti, come giustamente dev’essere nel 2014 (ma come non sempre è). Quale può essere, dunque, il responso definitivo per Antillius: The King of the Light? Si tratta di un bel disco, senza ombra di dubbio, ma la band di Alex Mele deve fare ancora uno sforzo per non essere sempre accostata ai maestri del genere, il che non vuol dire necessariamente originalità, perché è chiaro che l’obiettivo della band è di restare sui binari power epic che li hanno caratterizzati fino ad oggi, ma lo sforzo maggiore va fatto proprio sul songwriting per rendere le composizioni più frizzanti, coinvolgenti e meno derivative. I fan della band stiano comunque tranquilli, perché non rimarranno delusi, in quanto il livello del nuovo lavoro è pari se non leggermente superiore alle ultime pubblicazioni. Chi non sopporta draghi e regni incantati, invece, ne stia alla larga. Ad Alex ed alla band auguriamo di proseguire, migliorare ancora e trovare innanzitutto una stabilità nella formazione.



VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
38.78 su 19 voti [ VOTA]
Shredfest
Lunedì 23 Marzo 2015, 21.20.05
1
Molto generoso a mio parere il giudizio , finché esisteranno gruppi così mediocri che continuano a sfornare dischi difficilmente l' ascoltatore medio si fiderà nel comprare cd nostrani ... Imbarazzanti come sugli altri dischi che purtroppo ho dovuto ascoltare ... Una piattezza e dei testi ridicoli ... Chitarristi come al solito penosi ... Forse ancora di più su questo disco ...
INFORMAZIONI
2014
Scarlet Records
Power
Tracklist
1. In Aeternum
2. The Calm Before the Storm
3. Friends Will Be Enemies
4. Elisabeth
5. New Glory for the Kingdom
6. The Party
7. The Evil Conquest
8. Light After Darkness
9. The Angry Vengenace
10. My Will
11. The Glorious Blessing
12. The Fallen King
Line Up
Marco Palazzi (Voce)
Alex Mele (Chitarra)
Tommy Nemesio (Chitarra)
Paolo Campitelli (Tastiere)
Paolo Lezziroli (Basso)
Massimiliano Santori (Batteria)
 
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