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Derek and the Dominos - Layla and Other Assorted Love Songs
( 5341 letture )
È quando le leggende s'incontrano che si fa la storia. Da una parte Eric Clapton, chitarrista storico se ce n'è uno (alcune delle band in cui ha militato: Yardbirds, Bluesbreakers, Cream, Blind Faith). Dall'altra parte Duane Allman, iniziatore, con la sua Allman Brothers Band, del "movimento" southern rock. In mezzo, i Derek and the Dominos.

È il 1970, la Swinging London è al tramonto, il mito hippie americano pure. Gli anni Settanta si aprono all'insegna del realtà, di un ritorno alla materialità talvolta anche doloroso. Eric Clapton è in uno degli innumerevoli periodi-limbo della sua esistenza. Il chitarrista passa da un supergruppo all'altro, senza riuscire a trovare una cifra espressiva stabile. Duane Allman, invece, non è ancora il mito che diventerà in seguito. La Allman Brothers Band ha esordito nel 1969, con il debutto omonimo; il gruppo dei fratelli Allman si è già segnalato come uno dei più promettenti presenti sull'intera scena rock mondiale, ma non deve ancora consegnare ai posteri la leggendaria performance del Live at Fillmore East.
Clapton nota Allman grazie a una cover di Hey Jude, presente in un lavoro di Wilson Pickett. Il chitarrista inglese rimane immediatamente folgorato dal suo alter ego americano. Riesce a contattarlo e a incontrarlo e, nello stesso periodo, con l'ausilio di Carl Radle, Bobby Whitlock e Jim Gordon, fonda i Derek and the Dominos. Allman, a dire la verità, sulle prime è intimorito dal ben più famoso collega. È proprio l'americano a chiedere di assistere alle registrazioni del debut album dei Derek and the Dominos, per poter apprezzare dal vivo il lavoro in studio di Clapton. L'ex chitarrista dei Cream coglie immediatamente la palla al balzo e chiede ad Allman di partecipare attivamente alle registrazioni. Nasce un sodalizio leggendario. Clapton più tardi dirà di aver trovato in Allman un fratello, musicale e non solo. Lo stile dei due, in effetti, è meravigliosamente complementare. La tecnica slide di Allman, irripetibile, solleva, completa e circonda il meraviglioso egocentrismo sonoro claptoniano. Clapton, forse illuminato dalla presenza di Allman e dal periodo di relativo assestamento della sua vita privata, compone a livelli altissimi. I brani di Layla and Other Assorted Love Songs sono, probabilmente, i migliori della sua carriera post-Cream. Il disco è senza dubbio tra i più rilevanti dell'ondata hard-blues generatasi a cavallo tra fine anni 60 e inizio 70. Il brano che ha consegnato questo lavoro alla leggenda è proprio Layla, pezzo che contiene uno dei riff più memorabili della storia del rock. Come buona parte delle restanti canzoni dell'album, Layla parla d'amore, seguendo una chiave malinconica, ma nient'affatto sconsolata. Uno dei massimi pregi del disco è proprio la forza emotiva sprigionata dai brani, brani dalla struttura mai particolarmente complessa e dalle tematiche semplici, intime. Le possibilità espressive di tali tematiche vengono lanciate nella stratosfera, manco a dirlo, dal fenomenale lavoro congiunto dei due chitarristi. Allman collabora solo a una parte dei brani, ma la sua presenza è imprescindibile. L'apporto compositivo di Whitlock, coautore di quasi tutte le tracce, è altrettanto importante. Ma a guidare l'intera operazione, con mano sapiente e con un feeling che non ritroverà più nel corso della sua interminabile carriera, è proprio Eric Clapton.
E così nascono capolavori come la già citata Layla o come Bell Bottom Blues e Keep On Growing, per non parlare della cover di Little Wing di Hendrix, scomparso proprio durante il periodo di registrazione del disco. Il rispetto che scaturisce dalla rielaborazione del capolavoro hendrixiano è assoluto. Il brano è la sintesi e la conclusione di uno dei periodi più fertili del chitarrismo solistico a tinte rock, il malinconico punto esclamativo posto in coda a un momento storico irripetibile e di rilevanza socio-antropologica praticamente incomprensibile per gli appassionati di rock contemporanei.

I Derek and the Dominos, dopo questo capolavoro, non riusciranno a pubblicare altri dischi. La morte di Duane Allman nel 1971 e la conseguente depressione di Clapton destineranno a un parziale oblio una delle formazioni potenzialmente più rilevanti e innovative del rock d'autore dei primi anni '70. Clapton da allora non ha più ritrovato una vena compositiva anche solo accostabile a quella del periodo Dominos. Forse aveva ragione quando diceva che Allman era suo fratello. Perché i fratelli si assomigliano, si completano e si sostengono a vicenda nel rispettivi percorsi di crescita. Con Hendrix e Allman, Clapton ha perso entrambe le sue piccole ali.



VOTO RECENSORE
93
VOTO LETTORI
96 su 7 voti [ VOTA]
Rob Fleming
Venerdì 14 Ottobre 2022, 11.00.46
11
Beh? E io non ho ancora commentato questo disco qua?!? Andiam bene...e dire che ci sono finito sopra per vedere cosa avevo già scritto in passato sulle onde dell'entusiasmo di averlo, FINALMENTE!, dopo tre rinvii Covid, domenica scorsa a Bologna - ciao @Skull, ne parlammo nel 2020 di cosa fare di questi biglietti. Non l'ho messo in cornice. Il disco non si discute. Clapton ai suoi massimi livelli con una serie di brani che costituiscono ancora oggi l'ossatura dei suoi attuali concerti (ed è interessante che sono tutti riproposti in versione acustica). 90
Philosopher3185
Martedì 1 Febbraio 2022, 0.02.06
10
@GRC;purtroppo e' proprio cosi'...
GRC
Martedì 2 Aprile 2019, 12.01.32
9
Purtroppo Clapton, pur facendo buoni album, non riuscì più a ripetersi su questi livelli. Questo, assieme ai primi tre album dei Cream, è un disco di altissimo livello. Ma si sa gli dei non si discutono, si venerano, e "Clapton is God".
Philosopher3185
Sabato 14 Marzo 2015, 11.58.18
8
Grandissimo album.Certo non è un album di hard rock,ma bensi' rock blues,con alcuni pezzi soft e altri un po' piu' tirati,ma le composizioni sono tutte di qualita' elevatissime..presente nel disco anche uno dei piu' grandi riff del rock:Layla.
VomitSelf
Martedì 3 Marzo 2015, 23.31.26
7
Preferivo i Cream ma...gran disco.
Zess
Martedì 17 Febbraio 2015, 21.48.01
6
Qualitativamente buono, niente da dire, anche se troppo "soft" per i miei gusti.
andreastark
Venerdì 13 Febbraio 2015, 16.38.57
5
Sticazzi che chicca che mi hai tirato fuori Midnight.....un disco perfetto e meraviglioso....nessuno dei musicisti coinvolti(Duane Allman escluso) si esprimerà più a questi livelli nel corso delle rispettive carriere.....un album ENORME
Fenrir
Martedì 10 Febbraio 2015, 21.31.35
4
Taaac. Capolavoro
Lizard
Martedì 10 Febbraio 2015, 12.09.25
3
Disco epocale, con un Clapton ispirato e convinto e una ottima band a sostenerlo. Duane Allman è forse il talento più incredibile perso nel mondo della chitarra in così giovane età. Il risultato di questa collaborazione è un disco da avere.
Rapture
Lunedì 9 Febbraio 2015, 21.27.00
2
L'ho ripreso proprio di recente, gran bel disco
Galilee
Lunedì 9 Febbraio 2015, 19.00.18
1
C'è l'ho in vinile in una fichissima edizione. Super discone! Concordo con recensione e voto.
INFORMAZIONI
1970
Polydor Records/Atco Records
Rock
Tracklist
1. I Looked Away
2. Bell Bottom Blues
3. Keep on Growing
4. Nobody Knows You When You're Down and Out
5. I Am Yours
6. Anyday
7. Key to the Highway
8. Tell the Truth
9. Why Does Love Got to Be So Sad?
10. Have You Ever Loved a Woman
11. Little Wing
12. It's Too Late
13. Layla
14. Thorn Tree in the Garden
Line Up
Eric Clapton (Voce, Chitarra)
Carl Radle (Basso)
Bobby Whitlock (Tastiera)
Jim Gordon (Batteria)

Musicisti Ospiti
Duane Allman (Chitarra)
 
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