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Mysteria Noctis - Higher Dimensions
( 1733 letture )
Con all’attivo un solo demo rilasciato nel 2012 (Logos), i Mysteria Noctis sono una band di Como devota a quello che potremmo sì definire come progressive death metal, ma è bene precisare da subito che all’interno del sound si fanno sentire svariate influenze (anche extra-metal). Totalmente autoprodotto e disponibile in download gratuito (più giusto dire che è un “name your price”) sul profilo Bandcamp, Higher Dimensions è il full d’esordio dei ragazzi, un lavoro che a quanto pare è il risultato di quanto fatto negli ultimi tre anni.

Se è vero che la proposta del gruppo rientra nel calderone del progressive death metal, è anche vero che al suo interno troviamo una valanga di influenze di ogni tipo. Passiamo da influenze jazz, blues, a tratti qualcosa di vicino all’ambient e non manca infine un tocco più accostabile alla scuola black metal. Per avere ancora più chiaro il tutto, potremmo collocarli sulla falsa riga degli eclettici Ne Obliviscaris, tanto che proprio come gli australiani, i ragazzi si lanciano in composizioni lunghe, molto elaborate e ricche di cambi di tempo e climax. Già dall’iniziale Decadence si ha ben chiaro il tutto; nonostante non manchi la presenza di riff e parti prettamente death/black metal, il gruppo è maggiormente interessato all’atmosfera generale, mettendo così in evidenza tutto il lavoro alle tastiere di Matteo Menafro, che anche grazie a svariati effetti, sarà tra i protagonisti indiscussi del disco. Viene facile intuire che il lavoro goda di tantissima varietà, ed effettivamente è proprio così; a livello vocale per esempio, abbiamo un alternarsi di growl, scream e voci pulite che mettono in risalto le abilità canore di Alberto, che nonostante non sia perfetto, specialmente sulle clean vocals, è comunque in grado alternare stili e ad adattarsi ad ogni momento. Anche le chitarre godono di tanto dinamismo, lanciandosi sia in lunghi arpeggi cristallini che in territori più estremi ed aggressivi. Non manca di stupire il lavoro fatto dalla coppia ritmica, un ulteriore conferma della preparazione tecnica di tutto il gruppo. E forse, la grandezza del gruppo, è proprio questa; ascoltando il disco si ha proprio l’impressione che i ragazzi siano molto preparati a livello tecnico, e lo dimostra il fatto che la loro abilità è messa al servizio dei brani, evitando di cadere nella trappola del virtuosismo fine a sé stesso.

Ma se tutto ciò sembrerebbe rendere Higher Dimensions un disco eccellente, viene da ricredersi non appena ci si immerge appieno nei brani. Come detto poco fa, il disco è ricco di varietà e momenti di ogni tipo, peccato che il tutto sia messo insieme in modo piuttosto forzato, dando una totale sensazione di confusione e dispersione di ogni singolo brano. Le canzoni più che avere una loro evoluzione logica, sembrano essere composte unendo diversi pezzi contenenti ognuno uno stile diverso; tutto ciò lo si può sentire benissimo in Logos, canzone che mette in mostra in grande limite e difetto del disco. Inizia in un modo, e dopo un po’ sembra andare troppo per i fatti suoi, muovendosi su di una struttura troppo forzata, dispersiva e decisamente esagerata. È vero, si tratta di progressive ed è normale che le strutture non siano semplici, ma è bene precisare che il tutto deve avere comunque un senso logico e preciso, in quanto, come infatti accade, si sfocia in quello che sembra più un’improvvisazione riuscita male. Riuscita male perché come detto poc’anzi, è troppo evidente la sensazione che i diversi momenti che compongono le canzoni siano attaccati tra di loro forzatamente. Se poi a questo ci mettete anche un minutaggio dei pezzi che si aggira sui 10 minuti, il risultato non può che essere negativo. Perché se da un lato si avverte anche un senso di ripetitività, dall’altro c’è un fattore ben più grave: il calo d’attenzione. E sono proprio questi i grandi difetti del disco. Un disco che forse contiene un lavoro troppo grande per un gruppo all’esordio, e che molto probabilmente avrebbe dovuto prendere vita in modo più lento e ragionato.

Higher Dimensions è quindi un lavoro che va rivisto ma che comunque presenta spunti interessanti. La voglia di fare e di stupire ha letteralmente sopraffatto i ragazzi, che dall’alto delle loro abilità tecniche, si sono lasciati trasportare troppo facilmente dalla voglia di provare qualcosa di “diverso”, di particolare e quella troppa voglia di mettersi in mostra in modo benevolo. Non che sia un male ovviamente, ma il processo dovrebbe essere lento e naturale, specialmente quando ci si getta in soluzione così elaborate. Purtroppo tocca bocciare questa prima prova dei Mysteria Noctis, ma è bene precisare che non si tratta di una bocciatura “cattiva”, ma va presa più che altro come una critica la cui intenzione è far ragionare molto di più un gruppo che ha dimostrato di avere tante idee in testa. Resta solo da trovare il tempo e il modo che possano aiutare i ragazzi a sistemarle come si deve, senza esagerare.



VOTO RECENSORE
50
VOTO LETTORI
46.66 su 3 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2015
Autoprodotto
Prog Death
Tracklist
1. Decadence
2. Cry of the Ocean
3. Iter Mentis In Deum
4. Logos
5. Of Flames and Eternity
Line Up
Alberto Negretti (Voce)
Alessio Negretti (Chitarra)
Pietro Francoli (Basso)
Matteo Menafro (Tastiere)
Giacomo Piccinini (Batteria)
 
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